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Araba Fenice propone VISIONES DE ESPAÑA, con al piano Santiago Casanova e Emilio Granados

di Francesco Angellotti (AG.RF 22.01.2020)

(riverflash) – La Musica Spagnola propone un genere che affonda le radici nella Storia, e si è divulgato in tutto il Mondo; anche perché la dominazione ha avuto un ruolo primario da dopo l’Epoca Medioevale, intorno al ‘500 e dopo la scoperta dell’America.

   L’espansione verso le terre che furon fatte colonie ha avuto dimensioni terribili; d’altra parte era necessaria una Violenza sconsiderata dei Conquistadores, per sottomettere Popolazioni che avevano un’Umanità ed una Cultura completamente diversa dallo stampo degli invasori arrivati con intenzioni bellicose.

   Eppure la Musica, ed in generale le rappresentazioni di scena popolare, aveva tutt’un ‘altra caratteristica, perché lo spirito d’unione e solidarietà univa tutte le persone che si trovavano la sera, di fronte al fuoco, ballando il flamenco e suonando il  cante hondo, che è una musica che parte dal cuore ed arriva nell’anima. Questo dato lascia supporre la profonda differenza tra i Conquistadores che si muovevano per impadronirsi di terre ricche ed ancora non sfruttate, e chi è giunto a far produrre le campagne; portando, tra l’altro, abitudini e malattie sconosciute di cui non esistevano anticorpi.

   Ma questo è un discorso complesso, che non è ora il caso di approfondire. Ci instraderemmo nella considerazione che le grandi civiltà che hanno esportato Cultura, come la Grecia e la Spagna, stanno traversando un momento difficile perché soverchiate dal recente potere consumista, che ha avuto esplosione con il dominio economico dell’America, che non riesce attualmente a reggere il passo di altre Nazioni che distruggono l’ambiente per trarne profitto: tipo Cina ed India.

   Quel che lo spirito spagnolo ha maturato nella storia, mai è stato soverchiato dalle strutture che hanno imposto un cambiamento etico nei Valori, portando ad una variazione d’ indirizzo; ma l’essenziale forza d’unione, amichevole e spirituale, che unisce le persone che condividono una Realtà, pur con diverse funzioni e ruoli, presenta ancora prorompente un Valore che non potrà essere oltrepassato, ma troverà sempre modo di portar contraddizione alle forme che verranno indotte per creare interessi di parte.

   Tutto questo ragionamento, che avrebbe bisogno di ben altro spazio per ragionare sui vari elementi, è stato svolto solo per presentare il Concerto ricercato dal’Associazione Culturale Araba Fenice, che ha portato dalla Spagna una Musica che ha avuto l’ampio successo che ci si può aspettare dall’espressione dei Valori Umani.

   Due Maestri son stati chiamati per sentire l’unione che contatta il genere di musica elaborato in Spagna, che tanto abbiamo assorbito in Italia; sopratutto nelle regioni che son state dominate dai Borboni; ma qui ripartirebbe il discorso che presenta la divergenza tra Dominio e Cultura, e già abbiamo detto che non è ora il caso di farlo.

   Al “pianoforte a 4 mani” si sono esibiti Santiago Casanova e Emilio Granados, ed io ho immaginato un particolare che mi è sembrato rilevante. I due musicisti, per quanto a distanza di anni, hanno avuto la stessa scuola di Musica per iniziare nella specialità; quindi hanno ricevuto lo stesso assetto nell’espressione che vien naturale cercare sui tasti. Appare, quindi, conseguenziale che insieme sullo stesso strumento svolgano  lo stesso filo musicale, e trovino rispondenza nei vari modi d’interpretazione. Ed infatti cambiavano continuamente suddivisione d’espressione, tra le note basse e gli acuti.

   Veramente appassionante la loro rappresentazione, che ha toccato tanti temi della Musica più classica, che trovava radici nella Spagna, ma non esclusivamente di autori spagnoli.

   Emblematico l’inizio con la “Gran Marcha de los subsecretarios” di Joaquin Rodrigo (Sagunto 1901 – Madrid 1999). Una espressione brillante che ha traversato il mar Tirreno portando tutto l’Auditorium Gazzoli in Spagna.

   Non poteva poi mancare la composizione del grande Isaac Albeniz (Camprodon in Catalogna 1860-Cambo les Bains 1909), che nella sua breve vita ha rivoluzionato l’impostazione che si avviava verso il ripetitivo. Diversi i pezzi ascoltati: Pavana, Sevilla, Serenata Española, Castilla. Un repertorio molto vario come ritmi, che ha messo in luce quanto sia ampia e completa la musica sorta nell’appendice dell’Europa: festosa, euforica, dolce, sentimentale…

   Nessuno si sarebbe aspettato, andando ad ascoltare brani di questa specifica ispirazione, che si potesse inserire un compositore Russo. Ed invece, eccolo qua: Rimskij Korsakov (Tichvin 1844-Ljubensk 1908); quale poteva essere il brano? “Capriccio Spagnolo op. 34”. Per comporlo il musicista ha diligentemente studiato a fondo l’argomento su testi e composizioni. Il brano fu preso benissimo dagli altri musicisti russi, che apprezzarono l’apertura a diversi generi che avrebbero arricchito lo stile classico russo; ed è partito, così, il cosiddetto “Gruppo dei Cinque”.

   Tornati a sud della Spagna, arriviamo in Andalucia; e proprio a Cadice nel 1876 nacque Manuel de Falla; un grande musicista che mantenne lo stile trasferendosi in Argentina, ove rimase a Alta Gracia fino al 1946. Le “Due Danze de la Vida breve”; ascoltato al Gazzoli, è un pezzo di cui son state ricomposte diverse revisioni. Per la prima volta in Italia fu rappresentata alla Scala nel 1934; la storia zigana sembra una sorta di melange tra la zarzuela spagnola ed il genere Verista; è stata addirittura paragonata ad una “Cavalleria Rusticana” in tono spagnolo. Attualmente la danza , nei due generi “Interlude et Dance” e “Dance Espagnole”, fanno parte del festeggiamento durante le Feste Nuziali.

   La conclusione del concerto ha portato all’esecuzione la musica di un francese. Però, Maurice Ravel (Ciboure 1875-Parigi 1937) aveva studiato ed approfondito la musica spagnola, e lo possiamo verificare ascoltando un suo concerto molto noto che è il “Bolero”: il suono di una danza che inizia molto sommessamente e, ripetendo sempre lo stesso motivo, è arricchita sempre con strumenti nuovi, creando dei cambiamenti di tono che arrivano all’euforia, portando i danzatori ad esaltarsi in passi sfrenati.

   Però il duo pianistico ha fatto ascoltare la composizione “Rapsodie espagnole”, composta quando ormai Maurice era stato informato del suo tumore al cervello.

   Potete immaginare il messaggio trasmesso, che avrebbe potuto avere centomila modi diversi d’ espressione: tra il disperato e l’allucinato. Invece l’autore ha richiamato tutti gli ascoltatori sui contenuti essenziali, che sono importanti perché passano; eppure bisogna riuscire a puntualizzarli, per dare un senso al Tempo che scorre nel suo significato. Una forma d’esistenzialismo che volge verso la creatività.

   Da un autore che ha vissuto per 62 anni è un messaggio che lascia da pensare.

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