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INVITO AL SOGNO

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di Valter Chiappa

(AG.R.F. 11/08/2017)

(riverflash) Dopo l’ennesimo debutto trionfale, l’undicesimo, di “Sogno di una notte di mezza estate”, in scena fino al 20 agosto al Globe Theatre, cos’altro dire che non abbia già detto, che non sia già stato detto? Nulla.

Resta solo un invito a lasciarsi trascinare.

Mi par d’udire ancora ascosa in mezzo ai fior…”

Resta solo una richiesta accorata.

Puck dispettoso, prendici per mano sulla porta della “O” di legno. Stordisci anche noi con un fiore fatato: calate le luci appariranno, azzurre epifanie, in lenta processione personaggi fantastici. Chi indossa quella vertiginosa parrucca, e chi quegli abiti luccicanti? Chi sono quelle ragazze leggiadre? Quelli di fianco sono senz’altro i loro cavalieri! E quella coppia, che regale postura. Guarda invece quegli straccioni!

Portaci, Puck, nel bosco dove ogni sogno diventa realtà. Saremo spettatori invisibili dietro le colonne del palcoscenico.

“O notte di carezze! Gioir che non ha fin!…” 
Lí sveleremo le voglie di regnanti capricciosi, le schermaglie di focosi amanti, l’ingenua ambizione di guitti da operetta; e tutte queste storie tu, dispettosissimo Puck, avrai intrecciato per il tuo diletto. Cupido impazzirà e l’Amore si poserà a caso, scambiandosi e riscambiandosi.

“Folli ebbrezze del sogno, sogno d’amor!…”
E al centro di quella magia, al centro della “O” di legno che è la sua casa, saremo noi, unendo a quel vortice i nostri piccoli sogni. Per capire che, come la “Molto lamentevolissima storia di Piramo e Tisbe”, la nostra commedia terrena è una trama senza senso e così il nostro affannarci dietro ai desideri. Non siamo che fantasmi destinati a svanire, comparse che usciranno di scena non lasciando alcuna traccia di sé. E allora sì, se tutto é vano, quello che sia, che sia Sogno! Siamo qui, anche quest’anno, sulla porta della “O” di legno. Dispettoso Puck, vienici a pigliare.

“Ho avuto una visione… la più rara.

Ho fatto un sogno che non c’è intelligenza d’uomo che possa dire che sogno fosse. È un asino l’uomo che provasse a spiegarlo.

Mi pareva d’essere… mi pareva di avere… 

ma è un buffone matricolato chi si offrisse di dire quel che mi pareva di avere. 

Non c’è occhio d’uomo che abbia mai sentito, né orecchio che abbia mai visto, né mano che abbia assaggiato, né lingua che abbia concepito, né cuore che possa riferire che sogno era il mio!”

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