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ROMA: I RIFIUTI DELLA CAPITALE IN ABRUZZO, ACCORDO TRA COMUNE E ACIAM

rifiuti aciamdi Andrea Pranovi (AG.RF. 22.09.2014) (ore 02,30) (riverflash) – L’Abruzzo ospiterà l’immondizia di Roma: lo scorso 8 settembre il consiglio d’amministrazione dell’Aciam (Azienda Consorziale di Igiene Marsicana) e l’assemblea dei Comuni soci ha dato il via libera al conferimento dei rifiuti indifferenziati provenienti dal Lazio nell’impianto di trattamento meccanico biologico di Aielli, in provincia de L’Aquila.

Dalla capitale arriveranno nel sito di Aielli tre camion, cioè circa cento tonnellate di spazzatura, al giorno, per un arco temporale non superiore ad un anno. Lorenza Panei, presidente dell’Aciam, ha spiegato che “dal primo gennaio di quest’anno gli impianti di pianificazione della provincia presentano una capacità tecnica autorizzata superiore all’effettiva produzione di rifiuti urbani indifferenziati sul territorio. Pertanto, l’impianto di Aielli si trova a trattare una quantità di rifiuti solidi urbani di molto inferiore rispetto a quanto trattato nell’anno 2013. Tale condizione di funzionamento dell’impianto non ci permette di mantenere in equilibrio economico-finanziario la società”.

Il consigliere regionale abruzzese Gianluca Ranieri, del Movimento 5 Stelle, ha criticato l’accordo tra l’Aciam e il Comune di Roma: “è per noi una scelta incomprensibile dal punto di vista strategico, tanto per il territorio marsicano, quanto per la regione Abruzzo nel suo insieme. È evidente, a questo punto, che la vocazione territoriale, agricola e turistica, sbandierata dagli amministratori marsicani all’incontro con il presidente della regione Luciano D’Alfonso è solo uno strumento di propaganda al quale non crede nessuno”.

Soddisfatto invece il segretario della Fit-Cisl della provincia de L’Aquila Angelo De Angelis, che ha parlato di “boccata di ossigeno per i circa 100 lavoratori dell’azienda marsicana, che erano a rischio cassa integrazione”: “l’appalto con il comune di Roma, che al momento ha una scadenza annuale, consentirà la prosecuzione dell’attività di smaltimento dei rifiuti in un territorio, quello marsicano, dove risultano aperte numerose vertenze”.

Intanto, proprio in tema di circolazione dei rifiuti, fa discutere l’articolo 35 della legge “Sblocca Italia”, che prevede l’individuazione da parte del Presidente del Consiglio di “impianti di recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali”, già esistenti o da costruire, al fine di “attuare un sistema integrato e moderno di gestione di tali rifiuti atto a conseguire la sicurezza nazionale nell’autosufficienza e superare le procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore”. In alcune regioni, soprattutto in Lombardia e in Emilia Romagna, si teme che il provvedimento possa far sì che parte dei rifiuti di Roma e della Campania finiscano negli impianti del Nord Italia. Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha annunciato di aver presentato ricorso alla Corte Costituzionale: l’articolo 35 della legge, secondo il governatore, “viola i poteri e le competenze che la Regione ha di programmare lo smaltimento dei rifiuti sulla base del principio dell’autosufficienza”. “Noi – ha aggiunto Maroni – siamo autosufficienti, vogliamo decidere da soli se e quando trattare i rifiuti delle regioni che non sono in grado di smaltirli”.

Tuttavia, come riportato da Corriere.it, parte dell’immondizia della capitale già viene smaltita nell’inceneritore della Rea a Dalmine, nel Bergamasco. Antonio Romei, presidente della società, ha infatti spiegato che “attualmente i rifiuti smaltiti nel nostro impianto provengono al 50% dalla Lombardia e al 50% da fuori, prevalentemente da Roma e Napoli”. In questo modo la Rea ha sopperito alla perdita della gestione di una parte della quota di alcuni comuni della provincia di Bergamo avvenuta negli ultimi anni.

Nel frattempo il sindaco di Roma Ignazio Marino, in visita nei giorni scorsi a San Francisco, ha dichiarato che “per troppi anni nella Capitale si è pensato di affrontare la questione rifiuti gettando tutto, indistintamente, nella grande buca di Malagrotta”. Il primo cittadino ha incontrato i responsabili del Dipartimento Ambiente della città statunitense, che ha raggiunto il 75% di differenziata, e del progetto “Rifiuti Zero”. Definendo quello di San Francisco come un “modello di gestione dei rifiuti tra i più avanzati del mondo”, Marino ha osservato come Roma abbia “appena iniziato questo percorso”.

In provincia di Roma resta alta la tensione a Velletri, dove la società Ecoparco srl ha presentato un progetto per la realizzazione di una discarica. Nel Consiglio comunale straordinario del comune di Velletri, che si è riunito il 16 settembre, è stato approvato all’unanimità un ordine del giorno in cui viene espressa la contrarietà alla realizzazione di impianti di trattamento dei rifiuti. Contrario alla realizzazione della discarica anche il Movimento Forum per Aprilia, comune confinante con Velletri, che ha definito il progetto “scellerato” criticando il mancato coinvolgimento del Comune di Aprilia. La costruzione del polo per il trattamento dei rifiuti a Velletri è inoltre diventata oggetto di un’interrogazione parlamentare, presentata dalla senatrice del Movimento 5 Stelle Elena Fattori.

Sul fronte del sito di Cupinoro, invece, in una lettera al sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci, l’associazione “I cittadini contro le mafie e la corruzione” ha reso nota la volontà dei comitati contrari alla riapertura dell’impianto “di ricorrere al TAR per far verificare ed eventualmente sospendere i vari iter autorizzativi volti a far riaprire ed ampliare la discarica”.

Per quanto riguarda la richiesta avanzata dalla società Idea 4 srl di riclassificare l’attuale sito di inerti di Magliano Romano, il 18 settembre si è riunita a Fiano Romano la Conferenza dei sindaci dell’area Tiberina-Flaminia-Cassia: nel verbale della riunione si legge che la Conferenza si associa alla proposta del sindaco di Magliano Ercole Turchi di richiedere alla Regione Lazio e alla Idea 4 srl una proroga di venti giorni della scadenza prevista dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.

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