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DECAPITATO IL GIORNALISTA AMERICANO STEVEN SOTLOFF DAI JIHADISTI DELL’ISIS

Steven SotloffAG.RF 02.09.2014 (ore 23:20)

(riverflash) – L’ultimo appello di Steven Sotloff, in un video trasmesso dall’emittente televisiva Al Arabiya, era rivolto al presidente USA Barak Obama, chiedendogli di ascoltare le richieste dell’Isis. Un appello disperato, con le lacrime agli occhi che è caduto nel vuoto.

Oggi Steven Sotloff, giornalista free lance americano di 31 anni, è stato decapitato. Anche lui, come Foley, indossava la tunica arancione, con alla sua sinistra il boia pronto a tagliargli il collo. Teste che rotolano nell’Iraq, orfano di Saddam Hussein per mossa sciagurata e guerra sciagurata di George Bush jr., inventatosi armi chimiche mai trovate. Quando venne eletto Barak Obama, nessuno pensava che avrebbe dovuto rimpiangere Bush junior. Evidentemente negli USA c’è un gruppo di potere che gestisce guerre e poltica estera. Nel novembre 2013 l’attuale presidente americano voleva detronizzare Bashar El Assad dalla presidenza della Siria, lasciando, magari campo libero a integralisti islamici tra cui c’è pure l’Isis. Per fortuna del mondo si mise di traverso in modo irremovibile Vladimir Putin, leader della Russia post-comunista, e Obama dovette rimangiarsi i droni pronti a volare su Damasco seminando distruzione.

Proprio in Siria è stato rapito, nell’agosto 2013, Sotloff, che era entrato nel Paese passando per la Turchia e commettendo l’errore di scegliere la guida sbagliata. Di famiglia ebraica osservante, il giornalista ucciso barbaramente oggi era nato e cresciuto in Florida e faceva il tifo per i Miami Heat, squadra di basket NBA. Sebbene molto giovane aveva lavorato Siria, Egitto, Libia, Turchia e Barhain per testate come Time, il Christian Science Monitor, Foreign Affairs e World Affairs Journal. Parlava bene l’arabo Sotloff ed era apparso prima della fine del video della decapitazione di Foley. Anche lui ha accusato Obama di essere responsabile della sua morte per aver risposto alla richiesta di riscatto bombardando i territori controllati dall’Isis. Una linea inflessibile, che se ne è fregata della vita di Foley e Sotloff. Nel filmato i jihadisti avevano minacciato il presidente Usa: “La vita di questo cittadino statunitense, Obama, dipende dalle tue prossime decisioni”. Gli USA non hanno voluto trattare e i jihadisti non hanno avuto pietà. decapitazione SotloffNel video il boia, in tuta nera si rivolge direttamente alla telecamera e, con lo stesso accento inglese dell’assassino di Foley, dice: “Obama, sono tornato per la tua arrogante politica estera contro l’Isis. Come i tuoi missili continuano a colpire il nostro popolo, i nostri coltelli continuano ad abbattersi sul collo della tua gente. Vattene dall’Iraq!” Poi è lo stesso Sotloff a parlare: “Sono certo che tu sappia chi io sia e perché compaio in questo video. Obama, la tua politica estera di intervento in Iraq era mirata a proteggere gli interessi e le vite degli americani. E allora perché sono io che pago il prezzo della tua interferenza con la mia vita?”, chiede Sotloff con voce calma. Quindi il boia copre la bocca del reporter con una mano e con l’altra lo uccide.

ostaggio britannicoA margine del video compare l’ostaggio britannico David Cawthorne Haines, anche lui inginocchiato, indossando la tragica tunica arancione: un segno eloquente che sarà sua la prossima testa a rotolare.

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