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“GRAVENSTEEN” LA FORTEZZA BELGA DI BRACCIO DI FERRO>>

 

 (riverflash) – Poderoso, massiccio, una vera montagna di pietra, così si presenta, al centro di Gand, Gravensteen, il “castello del conte”, fin dal IX secolo sede dei potenti conti di Fiandra, di cui fu per secoli il  “mastino”  a controllo della città e dei suoi mercatini.

Fu probabilmente il conte di Fiandra Baldovino I, detto Braccio di ferro, a far costruire a Gand, nell’868, il primo castello. La fortificazione caduta in rovina, fu ricostruita tra il  1180 ed il 1200 da Filippo d’Alsazia.

Il castello è l’edificio più importante dell’architettura fortificata medievale in Belgio, singolare la sua struttura a stella, probabilmente derivata da esempi mediorientali conosciuti durante le Crociate. Da qui i conti di Fiandra amministrarono per secoli l’intera regione, spesso usando contro le inquiete città mercantili il pugno di ferro.

Dopo la Rivoluzione francese il castello divenne la sede di un cotonificio, alla fine del XIX secolo il comune di Gand lo riacquisì, impedendone la demolizione e iniziandone il restauro.

Il castello di Gravensteen, posto sulle rive del fiume Leie è una delle più impressionanti fortezze fluviali d’Europa. La sua torre centrale, dall’alto della quale si gode uno splendido panorama su tutta la città di Gand, si innalza tra i due bracci  del fiume come un enorme blocco di pietra. Ad esso si saldano le cortine della fortificazione, con il lungo cammino di ronda punteggiato da ben ventiquattro torri merlate.

Un’iscrizione posta sopra la porta d’ingresso, in latino, afferma che il conte Filippo fece edificare il castello nel 1180.

La sala delle Udienze, a piano terra, è a due navate, con un imponente soffitto a volta.

Nel salone al piano superiore si riunivano i cavalieri dell’ordine del Toson d’Oro, istituito nel 1429 dal duca di Borgogna Filippo il Buono.

Nelle stanze del Palais hanno sede due musei in cui sono esposti strumenti di tortura ed antichi atti processuali. Il percorso di visita porta anche nei sotterranei, dove si trovava un tempo il carcere. Qui si possono visitare la cosiddetta “buca di reclusione” e la camera delle torture.

Da non perdere in città, la cattedrale di San Bavone, dove si trova “L’agnello di Dio” del pittore Van Eyck.

 

di Lauretta Franchini (AG.RF.16.05.2013)

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