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ROMA – JUVE 3 A 4: VERGOGNA ROMANISTA: IL “SOLITO” BLACKOUT E L’ENNESIMA FIGURACCIA E’ DI NUOVO SERVITA

AG.RF.(redazione).10.01.2022

“riverflash” – Un antico proverbio recita così: “Al peggio non c’è mai fine”: quanta verità in queste parole! C’era grande attesa ieri per “il Match” quello con la M maiuscola tra Roma e Juve, una possibile rivincita dopo la delusione della orrenda partita contro il Milan. Per 70 minuti i giallorossi hanno avuto in mano il match, giocando bene e facendo sperare finalmente in un risultato positivo, ma puntuale è arrivato il “ben noto” blackout che ha permesso alla Juve di segnare 3 gol in 7 minuti: l’ennesima vergogna e umiliazione per una squadra che diventa sempre più difficile raccontare. La squadra giallorossa domina per più di un’ora poi decide di suicidarsi dopo essere stata in avanti per 3 a 1, grazie ai gol di Abraham, Mhkitaryan e Pellegrini. Oltre alla rete del momentaneo pari di Dybala, decidono le firme di Locatelli, Kulusevski e De Sciglio. Nel finale Pellegrini “si permette” di sbagliare il rigore del pari. Ecco come trasformare una bella vittoria in un incubo (sotto gli occhi di Totti a lungo osannato dalla curva), dopo aver “illuso” i coraggiosi tifosi presenti all’Olimpico in una freddissima serata. E’ finita 3 a 4, nel peggiore dei modi, dopo l’avvio spettacolare con i giallorossi che pressavano a tutto campo e la Juve alle corde. All’11esimo arriva il gol romanista da parte di Abraham che fa venire giù lo stadio Olimpico, girando di testa da un angolo battuto da Veretout. Ma i giallorossi non sono sazi e continuano a macinare gioco, spingendo la Juve nella propria metà campo: al 14’ c’è grande chance per Pellegrini ma l’occasione sfuma. Al18esimo arriva il pareggio a sorpresa, grazie al “solito” Dybala che raccoglie il passaggio di Chiesa e segna con un gol a giro: i padroni di casa non si scompongono e il finale del tempo resta tutto a tinte giallorosse. La ripresa inizia con lo stesso leit motiv del primo tempo: la Roma continua a dominare e la Juve è incapace di reagire: arriva così il nuovo vantaggio di  Mkhitaryan, bravo ma anche fortunato nel concludere dal limite un pallone deviato dal polpaccio di De Sciglio. Il pallonetto che si genera ha una traiettoria ingannevole per Szczesny che non può far altro che assistere impotente al gol romanista. E’ il 2-1 che scatena la gioia romanista, sotto gli occhi allibiti degli juventini. Ma non è finita perché al 53’ arriva anche il gol/gioiello di Pellegrini, bravissimo nell’infilare la palla nell’angolo sinistro del portiere juventino. A quel punto Allegri manda in campo Arthur e Morata al posto di Bentancur e l’immobile Kean, annullato dal confronto con Smalling. Proprio il neo entrato Morata, su suggerimento di Locatelli, lasciato solo in area, segna di testa al 69esimo e qui finisce la partita della Roma. Il solito e ormai “noto” blackout, che porterà la Juve a risorgere nel modo più incredibile: dopo 2 minuti arriva il pari di Kulusevski: Cuadrado, servito sul secondo palo, fa una sponda per Morata: sul tiro murato, arriva il centrocampista svedese che segna il gol del pareggio, a seguito della visione del Var per un possibile fuori gioco che non c’era. Ma i giallorossi non sono contenti del disastro e completamente in balia della propria follia, permettono a De Sciglio di segnare il quarto gol, sfruttando un clamoroso errore di Smalling. La fortuna poi, permette alla squadra di Mourinho di poter agguantare almeno il pari, grazie a De Ligt, che devia con un braccio una conclusione di Abraham in piena area juventina: Massa – dopo il rosso all’olandese – fischia il rigore che potrebbe riequilibrare la folle partita. Pellegrini va sul dischetto del rigore e sbaglia, completando la partita da incubo romanista. “C’è stato un crollo psicologico, mi fa male all’anima . ha commentato Mourinho a fine partita – per 70 minuti abbiamo fatto una grande partita, poi il 3-2 ci ha distrutto e c’è stato un collasso psicologico. Bisognava controllare la gara, invece sono emersi complessi e fragilità. La squadra ha talento, ma ci sono delle mancanze in termini di personalità. Dobbiamo uscire fuori dalla comfort zone del sesto-settimo posto: i ragazzi devono venire nella mia direzione, non sono io che devo andare verso di loro sotto il profilo psicologico”. Che dire? Peggio di così è difficile immaginare: una squadra allo sbando, senza voglia né personalità, in grado solo di confezionare brutte figure, con un allenatore che vede diminuire di giorno in giorno, le armi con cui combattere…mentre Allegri ringrazia!

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