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RIFORME COSTITUZIONALI IN AULA TRA POLEMICHE E “OPPOSIZIONI”

arton20270AG.RF.(MP).11.02.2015

“riverflash” – E’ tutto in salita il discorso relativo all’approvazione delle riforme che sono tornate in aula dopo lo “strappo” di Forza Italia a causa dei dissidi legati all’elezione del neopresidente della Repubblica. E la “dura” opposizione di Forza Italia, si fa subito sentire con le dimissioni di Francesco Paolo Sisto, relatore di minoranza delle riforme costituzionali. Il nuovo possibile asse d’intesa tra Fi e la Lega, ha di fatto dato coraggio agli azzurri, che sono sempre più decisi ad ostacolare il percorso che porta alle riforme, mentre il Pd fa sapere che intende andare avanti comunque, anche senza di loro “perché i numeri ci sono” e spera di chiudere la partita, addirittura entro sabato. Sisto ha spiegato i motivi delle sue dimissioni: “ho deciso questo, con il dolore profondo del giurista cui viene data l’occasione di riscrivere la Costituzione, ma con la coerenza di una appartenenza a un partito senza opportunismi; Forza Italia si era impegnata a collaborare con il Pd sulle riforme a patto che non venisse rinnegato il passato, cancellato il presente e precluso il futuro” .  Il ministro per le riforme Maria Elena Boschi, si è dimostrata dispiaciuta per le dimissioni di Sisto, l’ha ringraziato per il lavoro svolto, ma ci ha tenuto a precisare che “esiste una forte determinazione nell’andare avanti anche senza Forza Italia”. Nel frattempo, è stata bocciata la richiesta di rinvio in commissione del Movimento cinque stelle. Sul testo per il momento sono dunque previste sedute tutti i giorni dalle 9 alle 23 fino a sabato e poi si tornerà in Senato e visto che si tratta di una riforma costituzionale, è previsto un doppio passaggio alle Camere a distanza di tre mesi. In questa complicata situazione, l’Italicum nel frattempo è stato messo in standby: la Boschi considera il testo “blindato” e non vuole che sia modificato, ma anche qui ci sono polemiche, che dovranno comunque essere affrontate, visto che la minoranza del Pd, vuole che venga cancellato dal testo, il meccanismo dei “capilista bloccati”, per evitare di creare un Parlamento di nominati.

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