di Francesco Angellotti (AG.RF 04.04.2016) ore 14:09
(riverflash) – Questa non ce la dobbiamo perdere: la V sinfonia di Beethoven è troppo bella per ipotizzare che possa mancare il suo ascolto. Certo, sappiamo che Beethoven è un autore tra i più difficili; per la sua tempestosa alternanza dei ritmi e dei tempi, per una completezza assoluta nelle esternazioni emotive delle composizioni; e in fondo, i bravi strumentisti del Briccialdi, pur condotti da preparatissimi professori, son pur sempre allievi. Però, dobbiamo ammettere, qualsiasi concerto a cui ci siamo mossi per andare ad ascoltare, il risultato è sempre stato altamente positivo. Se si ritengono all’altezza di suonare la V di Beethoven, niente esclude una buona esecuzione. Ludwig, se non l’esalti, è deprimente. Tutti al concerto.
Per tutti, intendo mia moglie, e per me la sua presenza completa quella di tutti.
L’inizio è stato molto interessante, anche se superfluo. Dato che la Sinfonia ha una durata non troppo lunga, si è voluta completare nel Tempo con altre due esecuzioni. Ma (posso dire) Beethoven è talmente completo e grandioso, che non ha limiti di Tempo, riempie tutta l’eternità con le sue straordinarie opere; nonostante che la sua vita non sia stata lunga; ma la malattia lo ha seguito e lo ha fatto passare all’ Eterno presto, per di più sordo; ma anche da sordo, componeva lo stesso, perché la musica non era nelle sue orecchie, ma entro il suo intimo. Comunque, nato nel 1770, a 57 anni ha pensato bene di aver fatto abbastanza, e se n’è andato: con tutte le esperienze e la passione che hanno riempito la sua Immortalità.
Come dicevamo, è stato ritenuto opportuno presentare 2 rielaborazioni di Luciano Berio, un contemporaneo che da poco ha traslato l’attività terrena, nel 2003. E’ stato suonato un suo ricomponimento di un pezzo di Luigi Boccherini, molto antecedente, perché nacque nel ‘700. Il pezzo trattava la Ritirata notturna di Madrid; molto passionale, in cui un inizio delicato appena percepibile in lontananza, progrediva fino ad essere una presenza impetuosa e trascinante, che lentamente si è smorzata figurando di allontanarsi.
Molto più elaborata una toccata e fuga di Johann Sebastian Bach, Contrappunto XIX, sempre rivista nella strumentazione da Berio nel 2001. L’orchestra era composta solo da 17 fiati, 5 strumenti a corda ed 1 arpa. Più che un’armonia, la musica faceva ascoltare uno studio sulle varie tonalità ritmiche; ed era un passo molto interessante, più che avvincente.
Tutto per preparare alla V Sinfonia; signori, che dire, di Beethoven ce n’è stato e ce ne sarà Uno Solo. Pensi: se l’esecuzione sarà all’altezza, sarà bello ascoltare.
Allora: i ragazzi dell’Istituto Briccialdi, condotti nella maniera più precisa e dettagliata, sono stati bravissimi; il direttore Fabio Maestri, che ha coordinato tutta l’Orchestra, ha eseguito tutto il concerto con l’ esattezza che ci voleva, ovvero, correttezza ed emotività al momento giusto. Il Direttore in particolare, il maestro Maestri (appunto, ha tenuto alto il suo nome), è stato un elemento da ammirare. Perché ha istruito benissimo tutti i ragazzi, formando un’esecutivo di altissimo livello; nell’omogeneità, nell’esattezza dei Tempi, nella Passionalità, nella precisione dei passaggi, nell’ armoniosità… tutti bravissimi, con 10 esse. Unica cosa, forse alcuni passaggi sono stati scanditi molto scolasticamente, mancando la partecipazione emotiva; ma da un Istituto ove di studia la Musica, cosa volete di più? Sarebbe grave se, invece, l’interpretazione fosse stata troppo personale, in quanto prima devi imparare a suonare bene e correttamente; poi, solo se sei eccelso, potrai avere esuberanze interpretative. Quindi ci sembra il caso di fare i complimenti a tutti i professori nell’Orchestra (pochi), che hanno guidato gli allievi in un’interpretazione Magnifica, Perfetta.
Sia merito il fatto che, andati a complimentarci col maestro Maestri, abbiamo avuto come risposta che l’esecuzione è stata un successo di Gruppo. Questa è la strada per risultare al di sopra: non credersi superiori e fanfaronare d’essere magnifici, ma integrare nell’Umiltà la propria eccezionalità. E Fabio Maestri ha svolto una funzione veramente straordinaria, nell’istruzione e nella direzione; in un’orchestra che ha saputo seguirlo e lo ha elogiato, perché ha eseguito una Quinta straordinariamente Bella.
Quel che ci ha trasmesso Ludwig non ha limiti, passa ogni confine e non c’è di più. Io, da sempre, lo ammiro con la dimensione che si può avere di un Ente sovrumano; per la sua passionalità, coinvolto com’era dalle emozioni più emotivamente umane, nelle espressioni più terrene: ovvero la Politica, l’Amore, la Dolcezza. Ma tutto questo con una forza così Travolgente e così Trascinante, che è straordinario constatare come si unisca alla Delicatezza, all’Armonia, al Tenue… in un’alternanza di sensazioni e sentimenti che improvvisamente cambiano, ma con una linearità che stupisce, come possa essere avvenuta. Di Ludwig c’è n’è uno solo, ed è il Massimo in senso assoluto.
C’è il buono, l’Ottimo, l’Eccelso, l’Insuperabile e oltre solo Ludwig. Il Mito
Stupenda l’esecuzione degli allievi del Briccialdi, che hanno tenuto alto il contenuto di una Musica “al di là di Ogni Limite”. Siamo quindi portati a non farci mancare neanche una delle esecuzioni che avverranno dal 6 maggio al 21 giugno dagli allievi dell’Istituto, in vari locali del circondario. Saranno 12 appuntamenti di cui vorrò scrivere il resoconto, dopo aver parlato con Voi sul giudizio da dare sull’ interpretazione.
Gli allievi dell’Istituto stiano tranquilli: cosa posson fare meglio di così? Per cui, non lasciatevi andare, impegnatevi con tutta la passione: è l’unica strada.
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