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IL DEBITO PUBBLICO E L’EURO: EURO SI’ O EURO NO: CHI C’E DIETRO AI FAUTORI E AI DENIGRATORI DELL’EURO

AG.RF.(Claudio Peretti).10.06.2018

“riverflash” – Il gioco è semplice, un paese ha un forte debito pubblico, come l’Italia: cosa può fare? Se può stampare moneta, la stampa, svalutando il valore di quella circolante, perché i soldi sono come il vino, mettere in giro più soldi è come versare più acqua nel vino, via via che diluisco, il vino perde il suo gusto, anche se in fondo sa sempre di vino e la quantità di vino che c’era prima, dopo la diluizione, c’è ancora. Inoltre, uno stato che costa troppo ai cittadini, per riuscire a mantenere le sue strutture e, perché no, il suo potere ed i suoi privilegi, siccome gli introiti provenienti dalle tasse non bastano, emette titoli di stato per racimolare soldi, ma poi deve pagare gli interessi dei titoli che vende (per capirsi: BOT e CCT). Se è lo stesso stato a stampare i soldi, è chiaro che gli conviene farlo, visto che, svalutando il denaro, il valore effettivo degli interessi che deve pagare sui titoli di stato, scende. In tutto questo c’è un dato positivo: svalutando la lira e facendo prestiti alle imprese con le lire che lo stato stampa e che a lui costano solo come il valore della carta filigrana, le imprese lavorano e, con i prezzi bassi derivanti dalla lira svalutata, vendono di più, sia in patria che all’estero: l’economia tira, il PIL aumenta. Questa era la situazione dell’Italia prima dell’Euro.

Ora con l’Euro, moneta che noi italiani non possiamo stampare, la situazione è questa.

Lo stato, che costa sempre troppo e che non riesce a mantenersi coi soli introiti fiscali, per sopravvivere con le sue istituzioni, il suo potere ed i suoi privilegi, emette sempre i titoli di stato di prima (BOT e CCT) ma, siccome questi titoli non vanno a ruba fra i privati, sono acquistati per la maggior parte dalla Banca Centrale Europea, ed è a questa che paghiamo la maggior parte degli interessi. In questo modo lo stato, siccome il debito pubblico è formato soprattutto dai BOT e CCT che ha venduto alla BCE, e quindi dagli interessi che deve pagare, si impoverisce sempre di più. Oltre tutto, quando la BCE nicchia ad acquistare i nostri titoli di stato, i nostri funzionari del ministero del tesoro devono aumentare gli interessi offerti per riuscire a vendere BOT e CCT, per cui aumenta il famoso SPREAD (pilotato a piacere dalla BCE). Ora, se analizziamo le spese dello stato di oggi, con l’Euro, vediamo quanto segue (Dagli appunti di Luca Marotta, Dottore Commercialista – Revisore Contabile: Bilancio dello Stato Italiano: il Preventivo di Competenza 2018):

Il Ministero che assorbe più risorse è il MEF con il 68,7%. del bilancio totale dello stato. La maggior parte delle risorse assorbite dal MEF, pari a 585,9 miliardi di Euro,  riguarda gli interessi pari a 78,4 miliardi di Euro (13,38%) e il rimborso dei prestiti, pari a 227,34 miliardi di Euro (38,8%), di cui 225,8 miliardi di debito statale.

Al secondo posto figura il Ministero per il Lavoro con il 14,7% al terzo posto figura l’Istruzione con il 6,7%. Il Ministero dell’Interno con 24,4 miliardi assorbe il 2,9% della spesa totale.

La Difesa assorbe il 2,5% della spesa totale, con una cifra pari a circa 20,97 miliardi di Euro (20,2 miliardi di Euro nel preventivo 2017).

Da questi dati si vede come la maggior parte delle uscite di Euro dall’Italia riguarda proprio il rimborso dei prestiti e degli interessi alla BCE. Ecco perché non vogliono che l’Italia esca dall’Euro:

se restiamo, paghiamo miliardi di interessi alla BCE, se usciamo, paghiamo la svalutazione della lira, ma i soldi restano in Italia!

Nel primo caso ci guadagnano le banche, non solo quelle italiane, ma quelle di tutta Europa, e chi fa speculazione finanziaria, nel secondo caso, se usciamo, ci guadagna la maggioranza del popolo.

La scelta è politica! Vogliamo continuare a pagare oltre 300 miliardi di Euro l’anno alla BCE e quindi alle banche Europee, o vogliamo tenerci i nostri soldi e svalutare, se occorre?

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