AG.RF.(redazione).18.01.2018
“riverflash” – Il villaggio di Ojmjakon,in Siberia, è il secondo più freddo di tutto l’universo, – 67 gradi,“superato” soltanto da un angolo più remoto del Polo Sud dove il termometro segna -88 gradi. Ma mentre li non abita nessuno, il villaggio conta 800 persone, più precisamente indigeni chiamati Turkic Yacut, che vivono o meglio sopravvivono, basando la loro economia, sull’allevamento delle renne.Nella zona, del resto, anche nella stagione più mite comunque funestata da alto tasso di umidità e nugoli di zanzari, non è possibile alcuna coltivazione e così la dieta di chi abita in quei luoghi, è basata soprattutto su carne di renna e cavallo e sul pesce. Tutto ciò viene accompagnato da un costante consumo di wodka per i grandi e thè nero per i piccoli. Come vivere in quella situazione? La vita si svolge prevalentemente in ambienti chiusi, con gli spostamenti limitati al minimo e le auto che durante le soste non possono essere mai spente perché altrimenti non si rimetterebbero in moto.
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