AG.RF.(redazione).27.08.(redazione).27.08.2021
“riverflash” – “Sono uno di loro, mi è piaciuta la mentalità e l’empatia, c’è uno spirito particolare, un modo di giocare che mi piace, ma dobbiamo migliorare molto, abbiamo vinto solo 3 partite, non 30: voglio crescere con questa squadra, ma dobbiamo stare tranquilli”. Pacato, equilibrato e con grande carisma, Josè Mourinho si è espresso così alla fine del match con cui la Roma ha conquistato la qualificazione ai gironi di Conference League. E’ finita 3 a 0 una partita senza storia, con i gol di Cristante, Zaniolo ed El Shaarawy ed è stata una grande gioia per i 30mila tifosi presenti all’Olimpico ieri sera, che non hanno smesso mai di incitare la propria squadra: c’è un’atmosfera diversa quest’anno, la sensazione che la Roma stia tornando ad essere una squadra “magica”, anche se come dice Mourinho, “guai a lasciarsi andare a facili emozioni”. Per il match di ieri Mourinho, come promesso, non ha cambiato nulla della squadra che ha vinto contro la Fiorentina: il Trabzonspor si è mostrato subito molto aggressivo già dai primi minuti e i giallorossi, un po’ sorpresi ma non troppo, hanno pazientato facendoli sfogare per affondare poi con Cristante che, servito da Karsdorp, porta in vantaggio i suoi con un tiro micidiale nell’angolo destro della porta di Cakir: una rete importantissima che ha dato la carica ai padroni di casa che a testa bassa, hanno iniziato a macinare gioco in scioltezza e si sono viste azioni di qualità che hanno esaltato i tifosi. La squadra è andata a riposo con un confortante vantaggio e il secondo tempo ha regalato ancora grandi emozioni: Abraham che, volendo segnare a tutti i costi, colpisce un palo (il secondo dopo quello di Firenze), le meravigliose parate di Rui Patricio, sempre attento e reattivo e “il gol rinascita” di Zaniolo dopo 400 minuti, da lui festeggiato con un emozionante pianto, che ha mandato i tifosi in estasi e per finire in bellezza, il gol di El Shaarawy che appena entrato ha messo il sigillo per il definitivo 3 a 0. Insomma, in queste prime uscite, tra amichevoli e non, si è vista una squadra tosta e compatta, che sa lottare e soffrire e fa ben sperare per il futuro: la strada è lunga, ma una squadra determinata a vincere, una società “vera” e un allenatore “super” che in pochissimo tempo è entrato nel cuore dei tifosi come nessun altro, creano le premesse per ottenere grandi soddisfazioni.
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