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WOLFGANG AMADEUS MOZART, verità e mitologia narrate da Gian Luca Petrucci

di Francesco Angellotti (AG.RF 06.04.2019)

(riverflash) – Parlando di Musica Classica, tanti sono gli Autori che hanno composto musiche straordinarie, veramente importanti e significative, trascinanti ed artistiche. Nello scorrer del tempo e dei generi, il Classico è veramente la Summa dello studio, dell’elaborazione, del suono, dell’effetto.

   Anche tra il Classico c’è un personaggio che si distingue. Certo per la bravura, per le composizioni eccezionali, per l’Arte di comporre nella ricettività ed armonia in modo “superiore”.

   Quando si arriva alla Musica, il primo riferimento mentale è quello di Wolfgang Amadeus Mozart; forse non tutti sanno perché. In effetti è veramente un Autore unico; ma per quale motivo?

   Lo ha spiegato il maestro Gian Luca Petrucci, che suonando il flauto ha raccolto successi in tutto il Mondo. Ed è venuto presso il Caffè Letterario della Biblioteca di Terni per esporre il significato di Mozart, che tutti reputano Grande, anche senza sapere i motivi.

   Il primo particolare, che si considera relativamente, è quello che, ovviamente, ogni autore, per quanto grandioso, ha graduato la Musica da tendenze straordinarie, a composti magistrali. Tutti, tranne Mozart.

   Il 27 gennaio a Salisburgo nacque da padre musicista un bambino, al quale fu dato nome di Wolfgang Amadeus. E’ stato impressionante come questo pargolo avesse la Musica nel sangue; tanto da muovere incredulità nel padre ed invidia nel compositore Salieri, che voleva fargli da Maestro. Invece Mozart ha cominciato a comporre a 4 anni (non so se vi rendete conto), e le sue musiche, che stendeva quando aveva 6 anni, erano all’altezza di quelle che ha lasciato il 5 dicembre 1791, che è la data della sua sparizione dal Mondo.  Aveva quasi 35 anni, ma aveva composto un’infinità di Opere, e tutte a livello grandioso.

   Volete parlare di tecnica,  armonia, tessuto musicale, passaggi, fluidità… quel che volete: Mozart non ha mai imparato, perché è stato subito il Meglio Possibile.

   Ma c’è un altro motivo su cui il maestro Petrucci si è dilungato, e pur essendo noto, non viene considerato nella sua importanza.  Fin da giovine (rapportato che 35 anni ha vissuto) Wolfgang era Massone.  E allora?

   Lunga e dettagliata è stata l’apoteosi per quanto riguarda la Fede Massonica, ma non c’ intratterremo in proposito, oltre che per  definire alcuni punti essenziali. Chi è Massone (così è stato detto) può appartenere a qualsiasi Religione; può dichiararlo o mantenere il segreto, deve rispettare alcune usanze e diversi canoni (che la presunta Religione alla quale si aderisce non può intaccare ma deve assorbire), ci sono segni e simboli Sacri, vi sono 4 Virtù cardine delle Logge (Temperanza, Forza, Prudenza, Giustizia) che devono essere seguite, le Sette sono tra loro autonome ma i Cardini delle Funzioni vanno rispettati.

   L’aderenza a questa Fede implica che può esser valida qualunque Religione, basta Non essere Atei. Perché allora tutta la funzione dei Simboli e delle credenza svanirebbe: anche se Ateismo Non è materialismo.

   Però, non comportando un utile economico o pratico, perché Wolfgang era Massone? Tanto che convinse anche il Padre, che aderì anch’egli? Si può adottare la risposta che cercava la ricerca e la selezione; voleva comporre guardando al meglio;  ed a questo era portato dall’esecuzione delle pratiche massoniche.

   Infatti, particolari che non vengono rilevati ma sono seguiti scrupolosamente, le Musiche degli spartiti di Mozart, rispettano i tempi ed i numeri che sono per tradizione osservati, secondo la Fede: soprattutto il n°3

   Bellissima l’avventura che ha condiviso con la quasi coetanea  Marianne Kirchgesser (1769 – 1808). Nata 13 anni dopo Wolfgang, Marianne studiò la Glassa Armonica, ed era bravissima… ma presto divenne cieca. Ma la sua padronanza dello strumento, la portò a comporre musiche su questa complicata tastiera che anche allora era rara, per quanto adesso ancor di più. Mozart volle stare vicino a questa bimba, e compose una musica in cui, con altri 2 strumenti, si introduceva la Glassa Armonica.

   Un altro particolare è caratteristico unicamente di quest’Autore. Potevano essere messe sullo spartito Opere travolgenti, impetuose, con suoni forti ed articolati con determinazione; ma improvvisamente, cambiato foglio dello spartito, poteva dar vita ad un altro componimento; più leggero, soave, delicato.

   Possibile? Preso dallo stato emotivo di un’Opera tumultuosa, passa improvvisamente alla dolcezza agreste? Si signori, le date con cui son stati firmati i Brani non lasciano dubbi. Anche in questo, solo lui.

   Certo, l’ambiente che frequentava era il più aristocratico, ma anche il più plebeo. Infatti, dato che economicamente alternava momenti di Fortuna a quelli di Miseria, le sue esperienze erano diverse e si doveva inserire in contesti divergenti. Ed infatti nelle sue espressioni letterarie, a seconda a chi si rivolgeva, usava un vocabolario molto ambiguo: quando raffinato e quando volgare: ma un Artista lo poteva fare.

   Può sconvolgere l’impostazione che si è voluta dare fin’ora all’immagine di Mozart; sapere che componeva seguendo i Tempi impostati dalla Massoneria; che non serviva cambio d’umore per passare dalla tragedia a tempi teatrali, all’allegrezza; e poi, com’è possibile che l’articolazione della sua Musica fosse così ricca fin da quando aveva 6 anni? Risposta: perché aveva la Musica in Testa.

   Amadeus metteva sullo spartito quel che aveva composto nella sua Testa. Lo ha scritto al padre, che lo sollecitava ad inviare un componimento che gli avevano ordinato; lui rispose che era già pronto, ma quando il padre replicò che allora doveva inviarlo, lui disse che ancora non era su carta, ma solo in mens sua.

   E’ un Mozart diverso da quello che sempre si è ascoltato; perché la Musica suonata ha altre matrici da quella accettata per assioma. Ma, scusate, se accettate Mozart per assioma, non avete capito niente.

 Ha composto tanto nella sua pur breve vita; c’è chi rimpiange che, se fosse vissuto più a lungo, tanto ancora avrebbe lasciato; e forse è pur vero, ma …

   Mozart, che ancora componeva pur malato, ha raggiunto la serenità dell’Anima, perché sentendo la Morte che si avvicinava, non ne aveva paura ed, anzi, sapeva che quando sarebbe apparsa, l’avrebbe accolta come compagna per un altro viaggio. Legato, certo, alla Fede Massonica.

   Tutto questo non vuol indicare ad una soluzione dei crucci dell’Anima la conversione alla fede Massonica, che è stata ed è di Grandi personaggi storici (compreso Totò, di cui un pilastro della sua ars recitandi è “’A Livella”, poesia che ho scelto per mostrarmi come interprete). E ‘A Livella è un simbolo massonico.

 Ma Mozart è talmente Grande che c’è sempre di più da scoprire. E credo che ancora ci sarà.

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