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VOLETE FAR TANTO GLI AUTORITARI? FATELO CON CHI VI PARE MA NON CON NOI

protesta alcoa_650x447di Francesco Angellotti (AG.RF 17.11.2014) ore 19:02

(riverflash) – La grave situazione appare assolutamente irrisolvibile. La Classe Lavoratrice si è rivoltata alle assurde manovre degli imprenditori, così uniti e compatti svolgono la loro protesta: in tutti i modi, anche con dure manifestazioni, sono andati addirittura fino a Bruxelles, hanno bloccato l’autostrada, fatto cortei e capannelli davanti alle fabbriche, sostenuti dal comune ed infatuati dai Sindacati, che sono decisi più che mai nella loro lotta per l’occupazione dei loro iscritti.

   Purtroppo la parte imprenditoriale si trova soddisfatta degli scioperi scatenati, perchè il loro fine è quello di non far più lavorare, chiudendo le Aziende. Allora, cosa c’è di meglio se gli Operai si astengono dal lavoro? Certo, lo fanno come moto di protesta perchè la situazione scivola gravemente verso la Crisi e non hanno altro mezzo per esternare la loro contrarietà ai movimenti che buttano per strada migliaia di persone; ma così viene attuato il sistema rapportabile al dal “gatto che si morde la coda”, anche se sinceramente non so quanto sia un moto proprio; io la mia piccola gattina Sufi non l’ho mai visto mordersi la coda. Comunque le manifestazioni che spingono all’assenteismo dal posto di lavoro realizzano quel che gli impresari vogliono realizzare in modo graduale e progressivo, per quanto perentorio: diminuire il Lavoro fino a cessare l’attività; per renderlo più organizzato e ricettivo in nazioni ove le Ditte trovano maggior convenienza nel produrre, anche se la qualità scade.

   Constatiamo, quindi, che si sono rivoltate le carte, ed è stupido non accorgersene. Prima la Classe Dirigente imponeva regole ed orari schiaccianti, avvilendo i lavoratori a condizioni miserrime, ed allora lo sciopero rappresentava una forma di protesta che esigeva rispetto verso chi era assunto per la produzione. Adesso, che le condizioni di svolgere una professione sono migliorate e sono stati raggiunti tanti traguardi dal punto di vista umano e professionale, non conviene più concedere lavoro alle Classi Operaie (e altre limitrofe) e tutto il complesso si sgretola, perchè la forma di protesta raggiunge, tout cour, il fine che si prepongono i Dirigenti; che casomai preferiscono spostare gli impianti produttivi in nazioni ove l’operazione finanziaria costa meno tipo l’Europa dell’Est, o addirittura a casa loro, per aver sotto gli occhi i movimenti dell’impresa.

   Orripilante che i Sindacati ci sguazzino in questo contesto, perchè fanno il muso duro e contrastano decisi gli eventi che tendono verso la perdita del lavoro da parte di masse di lavoratori; così andrà a finire, dato che la situazione è così grave nella sua ampiezza, che apparirà una vittoria quella che si riuscirà  a concludere alla meno peggio una situazione che peggio, ora, non si potrebbe. Rivedere i contratti di lavoro non se ne può parlare, ma cosa pensate di andare a dire ad un lavoratore che si trova costretto ad accettare un’assunzione “a nero”? Senza tutte le garanzie e salvaguardie che sarebbero state una conquista della classe operaia ma che li ha portati ad essere sconvenienti per la speculazione ed il profitto dell’Azienda, che è il principio su tutta la Terra (quasi !) portato avanti nel settore economico.

   Questa è la Democrazia, iniziata prima del 500 a.C. e realizzata da Pericle secondo la linea Aristotelica,  sviluppata nel corso della Storia a forza di continui alti e bassi, realizzazione e contrasti, personalità eccellenti e fantocci da mettere sotto i piedi… signori, ecco cosa vuol dire Democrazia. E’ il modo per prendere in giro le persone falsificando atteggiamenti e presentazioni, cercando d’attuare subdolamente e meschinamente, nascostamente, i beni privati e personali, esplodendo quando la convenienza porta ad un giro di denaro imponente e quindi gli impresari hanno profitto nell’investimento dei quattrini, entrando in crisi quando il retroterra economico dei singoli non permette il commercio e l’impegno dei capitali. Così, dopo un periodo di boom economico, ci si è trovati costretti ad acrobatici giri nelle spese e nel ritorno, fino a che la macchina, rattoppata continuamente in qualche modo, non s’è sfasciata e non cammina più neanche a spinta.

   Appare penoso il fatto che stiamo ritornando al Medio Evo, con i pochi Feudatari con in mano tutto il gioco di potere, uno stuolo di sanguisughe di vario genere, e la massa dei cittadini tutti sotto le scarpe. Questa è la direzione verso la quale stiamo andando: è ineluttabile.

   Anche perchè poi, a livello politico, tutte quelle che erano le clausole di una parvenza di “Democrazia” sono andate allegramente per aria: l’elezione del Presidente della Repubblica, la forma di Governo che non è più eletto ma appariva l’unica risorsa, e queste solo le forme più evidenti.

   Allora, che fare? Ve la sentite di tornare Servi della Gleba? Io no, non ce la farei mai. Allora una reazione bisogna trovarla, e vorrei parlarne con qualche sindacalista in quanto trovo che non possiamo più percorrere la strada che ha girato nell’opposta direzione, ma dovremmo proporre qualche forma nuova per risolvere la situazione, che coinvolge la sussistenza della Vita sul Pianeta, situazione a cui dicono di tenerci tanto coloro che ci speculano.

   Allora, invece dello sciopero, tradizionale e contraddittorio mezzo di protesta, credo che due siano le soluzioni alternative, per quanto non facili da realizzare ed è necessaria un’attenta preparazione e programmazione: sopratutto c’è bisogno di volontà.

   Un’ipotesi potrebbe essere quella che riguarda le fabbriche. Gli operai, anzichè assentarsi dal lavoro, vadano a lavorare. Quel che cambia è che, invece di essere impiegati, diventano la massa di professionisti che gestisce l’Impresa. Tanto gli Imprenditori vogliono chiudere; allora, non li si costringe a tener aperta l’Azienda solo per il gioco di non far perdere lo stipendio al lavoratore, ma la Ditta viene assorbita proprio dai lavoratori che, quindi, con un costo diverso, producono qualcosa di cui son proprietari e, giustamente secondo equa percentuale, ognuno ha il guadagno che ha prodotto. Come dicevamo ai tempi del liceo? Autogestione ! Ed eccola qua. I prezzi scendono, il commercio riprende, il guadagno è assicurato.

   Anche se, siamo coscienti, per organizzare una simile impresa c’è bisogno di molto studio e compattezza nella manovra.

   C’è anche il fatto che adesso si è scoperto che, a livello agrario ed alimentare, stiamo piombando il Mondo in una distruzione velenosa ed omicida. Tanto che ha un Valore di Qualità consumare un prodotto “Biologico”, che purtroppo lo potrà essere solo relativamente perchè è pestilenziale tutto, anche l’aria che respiriamo; per cui se la terra è sana, i concimi naturali e non biologici, le piantagioni non sono trattate… però l’inquinamento è atmosferico per cui il Biologico è importante, ma relativo.

   Eppure se migliaia di presunti disoccupati o cassa integrati, sono tantissimi anche in questo settore, si riunissero e facessero lo stesso discorso ai Possidenti delle Grandi Aziende e Grandi Cooperative, allora non si coltiverebbe più per accaparrarsi le quote di mercato, tanto i prezzi scenderebbero per sistema di produzione. Così, finalmente, potrebbero di nuovo essere coltivati prodotti sani e nutrienti, non più scatenanti gli anticorpi che riescono a contrastare il veleno assunto solo parzialmente. Come anche gli allevamenti sarebbero condotti, non per profitto, ma per sviluppo; quindi i prodotti verrebbero fatti crescere in situazione agevole e naturalmente sani. Non come nel recente caso della “mucca pazza”, che aveva rispettato scrupolosamente tutte le reazioni indotte dalle somministrazioni effettuate dagli allevatori, quindi “pazzi” sono stati i proprietari del bestiame, non la Mucca.

   Quando parlando svolsi questo discorso, mi risposero alcuni che le mie teorie erano troppo complicate e ci sarebbe voluto troppo impegno per attuarle. Non credo, per lo meno son sicuro che non abbiamo alternative. Certo son discorsi che bisogna affrontare approfondendo tutti i casi particolari e non si potranno fare le cose improvvisate, come  ogni volta è stata fatta la Rivoluzione, che poi abbiamo visto come è andata a finire, sempre.

   Eppur, signori, scusate: è lungo a parlarne, a programmare e suddividere le tante situazioni, che ognuna avrebbe un riscontro particolare. Io ho lanciato un’idea, ma ho scritto solo un articolo, l’argomento specifico avrebbe bisogno di un trattato, per lo meno.

   Però, a chi si dovesse sentire capace di raccogliere il discorso, raccomanderei di esporre la proposta in modo chiaro e conciso. Infatti, come esempio del caso, tra gli infiniti comunisti di tutto il mondo, quanti hanno letto il Capitale? (consiglio quello con prefazione ed introduzione del compagno Eugenio Sbardella e tradotto da Douska; non me ne fece pubblicità quando mi preparò all’esame di filosofia, infatti non l’ho letto neanche io, però è un filosofo preparato – un saluto).

   A concludere: siamo chiari e cerchiamo la semplicità, com’è semplice vivere quando ci si pone come meta l’Amore.

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