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Villa Adriana – rabbia per quelli di via lago di Garda “aspettiamo da anni di sbloccare le nostre case”

di Simona Boenzi (AG.RF 12.09.2019)

(riverflash) – Pagano un mutuo per una casa che non è loro. Chi ha pagato non può rivendere. E si ritrovano col culo per terra e la possibilità di non diventarne mai effettivi proprietari. Ma tutto questo, va premesso, loro lo sapevano. Chi sono? I residenti in via lago di Garda a Villa Adriana di Tivoli, un blocco che conta più di 500 famiglie in una porzione di territorio già compromessa da gravi disagi. Ad aggiungere pena su disgrazia c’è l’impossibilità di queste famiglie a poter riscattare la casa comprata all’epoca con la concessione del diritto di superficie. Case costruite su terreni di proprietà comunale, concessi in diritto di superficie per 99 anni, e con finanziamenti pubblici erogati all’epoca dalle regioni, e per questo destinate a particolari categorie, sono state realizzate in tutta Italia . La problematica è scoppiata nel settembre del 2015 quando le Sezioni unite della Cassazione emettono una sentenza – la numero 18135 – che stabilisce che il valore calmierato di queste case segue l’immobile e non si è quindi esaurito con la compravendita. Oggi queste famiglie tiburtine si sono ritrovate proprietarie di case pagate a prezzi di mercato ma dal reale valore ‘ribassato’. In più soldi su soldi spesi per una valanga di ricorsi, per riuscire a recuperare carteggi andati persi dalle troppe mani in cui questa vicenda è passata. Partendo dal 1990 quando le coop Società edilizia “Casa”, la “Edilizia a.r.l Adriana 2001”, la “Galea srl”, la “Inteco” hanno stipulato atti davanti al notaio Quirino Gamberale in base alla convenzione sul diritto di superficie sulla vasta area sita in via lago di Garda, patrimonio indisponibile del comune di Tivoli, area compresa nel piano di zona 167. Situazione che però su Roma già nel 2011 è stata “ sbloccata” con quella che venne ribattezzata la battaglia delle affrancazioni, arrivata in Parlamento con la legge 106, ovvero, col pagamento di una somma all’amministrazione capitolina, il bene viene liberato dall’immobile e non è tutto. La legge concede alcune possibilità, secondo cui, versando una ulteriore somma , il diritto di superficie si trasforma in vera proprietà. Eppure , se nella capitale , a seguito di delibere ed emendamenti, la soluzione per molti è arrivata, gli “ultimi” di via lago di Garda sono appesi ancora a un filo che sembra non avere un capo.

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