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Un’isola di plastica più grande della Francia galleggia nell’Oceano Pacifico

AG.RF 12.05.2018

(riverflash) – I sacchetti di plastica, che non si rompevano come quelli di carta, entrarono nelle case degli italiani negli anni ’70. Nello stesso periodo le bottiglie di plastica sostituirono quelle di vetro, più costose e fragili. Di plastica tutti i contenitori per gli alimenti nel freezer e di plastica le suole di molte scarpe. Tanti vantaggi, però, nascondevano un grave problema: la plastica è indistruttibile, cambia dimensioni e finisce nel mare. Qualsiasi mare. È stata trovata plastica nei pinguini dell’Antartide, così come nei pesci del caldissimo Mar Rosso. In Europa il settore della plastica è un business da 340 miliardi di Euro all’anno e si traduce in quasi 26 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica prodotti ogni anno solo in Europa. Le conseguenze sono drammatiche: i ricercatori hanno scoperto plastica persino nell’Artico ed esistono vere e proprie isole di rifiuti che galleggiano nei nostri mari, come quella che galleggia nell’Oceano Pacifico: un’immensa massa di spazzatura composta da 79.000 tonnellate di plastica. Quest’isola è grande 3 volte la Francia e contiene 250 pezzi di plastica per ogni essere umano presente sul pianeta. La riduzione dell’uso della plastica è un imperativo ineluttabile, per cui è necessario un impegno internazionale per trovare una soluzione mondiale a questa drammatica minaccia alla salute dei mari, che rappresentano il 71% del nostro pianeta. Ma cosa succede alla plastica quando finisce nell’oceano? I rifiuti di plastica, che troviamo oggi nelle nostre spiagge, possono rimanere per centinaia di anni nell’oceano. La plastica non scompare, non si decompone, ma si disintegra in piccoli pezzi, cosiddetti microplastica. Pesci, anfibi e uccelli marini n muoiono a migliaia confondendo questi pezzi microscopici con cibo. Si stima che il 100% delle specie di tartarughe, almeno il 40% delle specie di uccelli marini e il 59% delle specie di balene hanno ingerito rifiuti marini, vale a dire la nostra immondizia negli oceani. Solo di recente le ricerche hanno iniziato a studiare l’impatto delle microplastiche e ne hanno rilevato tracce nel pesce, che poi finisce sulle nostre tavole, e nel sale marino che usiamo in cucina. Se non si agisce subito la plastica continuerà a degradarsi in microplastiche con impatti devastanti sulla salute degli animali marini e sulla nostra.

 

Fonte: Piernicola Pedicini, EFDD – M5S Europa

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