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Un’indimenticabile AIDA per la direzione di Riccardo Chailly e la regia di Franco Zeffirelli

di Francesco Angellotti (AG.RF 03.06.2020)

(riverflash) – Tra le Opere eccezionali che vengono trasmesse su Rai 5, si è potuta vedere una punta che innalza la gran qualità delle composizioni andate in onda: con la regia di Franco Zeffirelli (basta il nome per dire il massimo; qualsiasi attributo è insufficiente), è stata presentata alla Scala l’ AIDA, una delle più famose Opere di Giuseppe Verdi.

   Importantissimo l’evento, ed è stato introdotto, giustamente, da uno studio che spiegava i particolari che si devono saper armonizzare, per l’esecuzione di una composizione lirica.

   Tratta dall’Alceste di Euripide, Cristoph Willbald Gluck ha messo in musica il libretto di Ranieri de Calzabigi, e sullo stesso canale in mattinata è stato presentato un testo tratto dalla mitologia greca;  la ripresa dell’edizione del 2006 ha proposto quest’Opera a cui è stato dato il suo nome, attribuito da Euripide: ALCESTE.

   Direttore Pier Luigi Pizzi, soprano Carmela Remigio, tenore Guillame Tourniere, Martin Miller nella parte di Admeto, ha esposto anche il regista che ha coordinato le riprese televisive.

   Ogni Artista ha offerto la sua testimonianza, spiegando l’impegno sostenuto durante le prove; ed è stato specificato perchè, quando si va a Teatro per ammirare un’Opera, bisogna sapere che gli studi sono accurati e dettagliati, modulando l’espressività sonora e vocale che devono trovare armonia.

   Perciò, quando la sera si è ammirata l’esecuzione dell’AIDA, si è potuta avere la dimensione di quanta tecnica è stata necessaria per un allestimento così grande, adornato con scenografia di lusso.

   D’altra parte, già al tempo della sua uscita, l’Opera veniva presentata con autorità. Fu offerto a Verdi di metterla in scena in occasione dell’apertura del Canale di Suez nel 1868; nonostante che fu offerta una cifra enorme, Verdi rispose che la Musica non può scadere a manifestazioni d’Occasione.

   Ed infatti ” la prima” volevano eseguirla al Cairo, per conformità con la trama; ma la guerra franco – prussiana ritardò l’evento, perchè costumi e scene si sarebbero dovuei portare da Parigi: ma per l’Arte la Guerra non concede tregua. Così si è potuto eseguire il debutto dell’Aida presso il Teatro khediviale dell’Opera del Cairo il 24 dicembre, augurando un Buon Natale nel 1871.

   I riferimenti storici delle Opere di Verdi sono sempre vivi; il libretto di Antonio Ghisianzoni è un’estrapolazione da un soggetto originale dell’archeologo francese Auguste Mariette.

   La grandiosa edizione registrata da Franco Zeffirelli è stata presentata con adeguata sontuosità nella costumistica e nella scenografia; anche la parte musicale era sostenuta da cantanti dal livello eccezionale; oltre ad un Coro eccellente, il direttore era Riccardo Chailly, e si sono ammirati, come principali interpreti, Violetta Urmana, Ildikò Kolmòsi, Carlo Guelfi, Roberto Scandiazzi e Roberto Alagna, nei panni questa volta di Radames ma ammirato come protagonista in Alfredo nella Traviata, trasmessa in questa serie televisiva.

   Grandioso è stato l’allestimento che Verdi ha ideato, per svolgere tutto il componimento; per esempio, l’apporto strumentale era adeguato alla trama, in quando vengono suonate, per la gloriosa “marcia trionfale”, trombe egiziane o buccine romane. Ma straordinari sono i particolari di Danza, con un folto stuolo di bambini bravissimi, ma altri professionisti veramente d’alta classe. Vi basterà sapere che erano coordinati da Roberto Bolle, che ha messo in luce nel modo più stilistico la sua eleganza superba.

   La storia è un dramma un po’ alla Giuseppe Verdi. Perché ci sono sempre i personaggi nascosti e le identità non svelate. Infatti Aida è la figlia di Amonastro, re d’Etiopia che è in difficoltà nella guerra con gli egiziani. Aida è stata fatta prigioniera, ma nessuno sapeva della sua discendenza: era solo una schiava.  Torna un altro punto che si ripete nelle trame verdiane, ed Aida s’innamora di Radames, figlio del re d’Egitto Amneris, che rimane infatuato a sua volta della prigioniera; anche se già è promesso sposo a Principessa Regale. Radames viene incaricato di condurre la battaglia finale per sbaragliare le Forze Etiopi; grande è l’euforia sia per la partenza, che per il ritorno, in quanto Radames è tornato vincitore; portando come prigioniero anche il padre di Aida, che non è stato identificato perchè creduto morto.

   Articolate a questo punto le avventure, secondo la classica impostazione dell’Autore; quel che è nascosto viene a galla, ma in un contesto di comportamenti contraddittori, a causa di sentimenti opposti che si scontrano. Sta di fatto che Amonastro, re d’Etiopia, viene scoperto nella sua identità dalle guardie che cercano di prenderlo, ma lui riesce a scappare con la figlia Aida. Di questo Radames riconosce la sua colpa (effettiva, ma lunghissimo spiegare il motivo), e si consegna al Sommo Sacerdote. Questo vuol dire che viene processato, ma la sua discolpa sarebbe quella d’affermare che l’Amore ha contato più della Ragion di Stato; ma non se la sente. Così, quando vien chiesta la discolpa del tradimento: “egli tace … traditor!” Un brano famosissimo, come altri dell’Opera.

   Intanto il padre Amneris si dispera, ma un Faraone non ha supremazia sul Gran Sacerdote, e Radames è condannato a morte (nonostante il suo buon cuore che ha voluto la libertà per tutti i prigionieri, ma è una storia lunga ed ingarbugliata, per quanto al centro del dilemma: perché gli unici che non possono andar via sono Amonastro ed Aida, onde evitare la ripresa delle ostilità; però scappano e via discorrendo).

   Ultima scena è su due piani; in alto il Tempio ricco di luce splendente d’Oro, sotto il buio del sotterraneo, ove viene rinchiuso Radames, condannato a morire. La scena travolgente vede Amneris che si dispera per la morte del figlio; al piano superiore i magnifici festeggiamenti rivolti agli Dei, per una guerra vinta; al piano scuro di sotto Radames, che da solo deve accettare la morte; ma avrebbe dovuto immaginare che una Donna va oltre gli schemi che si credono rigidi; perchè quando son colte da Sentimento, lo assumono come guida per esprimere la Personalità. Perciò, solo ed allo scuro: chi viene a voi adesso? Eccola qua; Aida, che si era introdotta per morire insieme al suo Amore.

   Il padre disperato, gran Festa di tutta la Popolazione che inneggia agli Dei, l’Amore che si realizza nel modo più intimo in una coppia che ha creduto al valor del sentimento.

   Truce, contraddittorio, esaltazione poetica: la completezza non è facile nell’esser definita, perché troppo ampia in Giuseppe Verdi.

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