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TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE: FUNZIONA OPPURE NO?

FI IN FIBRILLAZIONE, BERLUSCONI PRENDE TEMPO SU LISTEdi Francesco Angellotti (AG.RF 11.12.2014) ore 12:36

(riverflash) – Quel che sta succedendo in Italia non lo capisce neanche il più tecnico degli economisti o il più intrallazzatore dei politici. Le contraddizioni si aggravano, la situazione precipita, tutti uniti per salvare il Paese che crolla perché non c’è un’ottica unilaterale ed omogenea verso la quale orientarsi. Non c’è più una linea di principio, giusta o sbagliata, che si cerca di seguire, ma tutti si aggrappano al sostegno di tutti, anche se sono (ufficialmente) di opposta formazione ideologica: basta andare avanti, e che Dio ce la mandi buona. Non si sa come, non si sa perché.

   Addirittura i sindacati, che fanno la parte dei “duri”, si contraddicono e non hanno una linea strutturale a cui rifarsi. Si ricordano l’inizio della loro esistenza e della loro presa d’autorità, nei mitici anni ’60-’70, quando Lama Storti e Vanni indicevano uno sciopero di protesta nei riguardi dei Datori di Lavoro, che stringevano contratti capestro ad una Classe Lavoratrice ridotta al servizio e senza tutele.

   Quei tempi sono passati, lo spirito umanitario ha fatto passi da Gigante, riconoscendo che la posizione di operaio e dipendente non può identificarsi con quella dello sfruttato, ma sono stati imposti diritti ed obblighi (su cui c’è chi ci ha marciato, ma non riguarda il contesto di Massa).

   Ciò ha voluto dire che la situazione si è rivoltata; i prodotti italiani brillano per la qualità, perché eseguiti con cura e scrupolo, ma costano tanto tanto, perché eseguiti nel rispetto delle regole e delle conquiste di una Classe che non si fa sfruttare ma lavora con precisione.

   Questo vuol dire che nei paesi dove la Classe Operaia è tenuta in situazioni infime ed è minimo il costo della Forza Lavoro, gli stessi articoli costano  molto meno, tanto da renderli altamente convenienti nonostante le spese di trasporto. Questo avviene sopratutto in Cina (glielo avessero detto a Mao…), India, altri paesi asiatici Giappone compreso e qualcuno africano.

   La crisi è intervenuta perché i prodotti fatti in casa non convengono e quindi sono solo un peso per le Aziende produttrici; conseguenza, non avendo più bisogno di produrre a questi costi, le aziende si rimpiccoliscono fino alla chiusura; oppure espatriano (vero Marchionne?) o, proprio al limite, sfruttano il lavoro nero: che però è a grave rischio; quindi coperture mafiose che lo Stato non sa più arginare, anche perché non capisce l’origine della violenza fuori legge.

   La situazione comporta la Crisi della Classe Operaia, perché se non c’è più lavoro, chi ci rimette? Non certo i capitalisti che trovano il sistema di speculare in lontane regioni del Mondo e campano sperperando gli enormi capitali ottenuti in lochi ov’è stato possibile il Gran Profitto; ma gli operai, gli artigiani, chi svolge generi d’attività nelle o per le campagne, tutto il popolo, come campa? LAVORATORI ALCOA IN CAMPO ALLO STADIO SANT'ELIA.

   Ci arrabattiamo succhiando l’ultimo sangue che ormai è quasi asciugato, ce la prendiamo con gli Impresari che restringono l’attività fino alla chiusura, viene portato avanti il concetto (giustissimo) che tutti quanti amm’a campà, pretendiamo che si investa solo per creare lavoro (anche se non conviene, ma non si possono tener presente le leggi del commercio, che spronano ogni ditta alla produzione); dato che non c’è nessuno che ci sta a sentire, facciamo sciopero.

   Cioè, dato che voglion chiudere le aziende e restringono i posti di lavoro, si reagisce non lavorando.

   Ci sarebbe soluzione migliore, per gli Impresari? Non credo, vogliono restringere i posti di lavoro, fanno sciopero e non lavorano, lo scopo è raggiunto.

   Certo, i sindacati sanno parlare solo così, non si curano dell’evoluzione economica e delle alternative che possono presentare per creare un nuovo contesto produttivo; basta che vanno contro il Datore di Lavoro, scioperano e son contenti. Della situazione che creano non se ne rendono conto, o forse sì, ma sarebbe grave.  Perché fanno esattamente il gioco delle Forze verso le quali vorrebbero imporre la loro autorità: Bravi!

   Certo, a questo punto me lo aspetto qualcuno che, bello bello, alza la testolina e viene a dire: cos’altro si potrebbe fare, più che contrastare il Padrone? Se gli strumenti di lotta sono questi, cos’altro vorresti inventarti? La battaglia sindacale è questa, e noi la facciamo lottando a ferro e fuoco.

   Bravi, certo che quel che significa evoluzione delle situazioni e cambiamenti organizzativi è troppo difficile da spiegare, quindi non si possono capire.

   Quel che sarebbe effettivamente da svolgere, non è assolutamente lo sciopero, per mettere comodi i Proprietari delle Aziende e “costringerli” a cessare la produzione: è solo darsi la zappa sui piedi. Dato che quel che manca adesso è il lavoro, bisogna conquistare… il lavoro, quindi, tutti a lavorare.

   Come? Non così. Come viene impiegata la Forza Lavoro ed il Sistema di produzione non è adeguato ai Tempi che sono avvenuti; quindi, bisogna cambiar Sistema.

   Anche qui, la domanda è sempre quella: come?

   Lo abbiamo già accennato molti articoli fa, parlando della crisi delle Acciaierie di Terni. Non pretendiamo di essere i nuovi Ideologi della Classe dei Lavoratori e di impostare secondo una conformazione idonea le varie Classi Sociali, saremmo solo presuntuosi e fanfaroni. Però, io la dico in 2 parole anche se Karl ne ha fatto un librone enciclopedico (di cui vorrei sempre ricordare l’introduzione di Eugenio e la traduzione di Douska): se cambiasse l’organizzazione del Lavoro, sarebbero diversi i principi attraverso i quali si arriverebbe a produrre. Oramai non si può più fare che arriva il Padrone, investe i Capitali per un’impresa e assume operai che seguono le regole del servizio. E’ perdente lo sfruttamento, è antieconomico instaurare le regole nei riguardi del Dipendente. Allora?

   C’è una terza soluzione, anche se non viene mai considerata perché, se si risolve la matassa, non c’è più da mangiare per nessuno, e la situazione andrebbe avanti senza oppressioni e senza ingiustizie, senza Potere e senza Violenza. Ma questo non si può, sarebbe troppo bello, meglio andare avanti avvelenando e distruggendo, nella meschinità e nella prevaricazione.

   Però noi il principio torniamo a ripeterlo; poi, certo, molto ci sarebbe da discuterci sopra ed attuandolo gli adeguamenti dovrebbero essere infiniti, ma niente toglie che l’unica soluzione sarebbe quella di cambiare totalmente il Sistema di Produzione, rendendolo finalmente Puro e Progressista.

   Sarebbe il caso che ogni lavoratore, ogni persona che svolgesse un’attività, lo facesse per se stesso; ovvero, ogni operaio dovrebbe avere la sua piccola percentuale sul reddito dell’Azienda, della Campagna, dell’Allevamento, degli Studi presso il Centro… tutto in proporzione, ma eliminando il Discorso dell’Impresa che gode del frutto del Capitale;  ogni lavoratore guadagnerebbe una parte della produzione esercitata. Se è ad alto livello un po’ di più di chi è in fondo alla scala, ma tutto molto relativamente. Allora non si produrrebbe più avvelenando ed imbrogliando per il fine della Speculazione, ma sarebbe tutto volto verso il progresso e la creatività.

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