Coppa di Africa dal 13 gennaio
header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

TEATRO QUARTICCIOLO: ACCABADORA, DEBUTTA IN ANTEPRIMA NAZIONALE, IL 9 E IL 10 NOVEMBRE

_dsc9568-phmarinaalessi-r-web

AG.RF.(redazione).05.11.2017

“riverflash” – Accabadora, uno dei più bei romanzi di Michela Murgia nonché uno dei libri più letti in Italia negli ultimi anni (Einaudi 2009; vincitore Premio Campiello 2010), è il nuovo spettacolo di Veronica Cruciani. È stato scritto da Carlotta Corradi su richiesta della regista che da subito ha pensato di farne un monologo partendo dal punto di vista di Maria, la figlia di Bonaria Urrai l’accabadora di Soreni. La loro proposta è stata immediatamente accolta dalla scrittrice sarda, la quale per la prima volta ha deciso di appoggiare e accompagnare la nascita di uno spettacolo nato dal suo romanzo.

Accabadora, il 9 e 10 novembre alle ore 21.00, in anteprima nazionale, apre la stagione del Teatro Biblioteca Quarticciolo, nella versione drammaturgica di Carlotta Corradi per la regia di Veronica Cruciani con Monica Piseddu (Premio Ubu, Premio Le Maschere, Premio Hystrio). Le scene e i costumi sono di Barbara Bessi, le luci di Gianni Staropoli, i suoni di Hubert Westkemper e i video di Lorenzo Letizia. Lo spettacolo, coprodotto da Compagnia Veronica Cruciani, Teatro Donizetti di Bergamo e CrAnPi, prosegue la tournée in diverse città italiane e torna a Roma al Teatro India dall’1 al 4 marzo 2018.

Michela Murgia racconta una storia ambientata in un paesino immaginario della Sardegna, dove Maria, all’età di sei anni, viene data a fill’e anima a Bonaria Urrai, una sarta che vive sola e che all’occasione fa l’accabadora. La parola, di tradizione sarda, prende la radice dallo spagnolo acabar che significa finire, uccidere; Bonaria Urrai aiuta le persone in fin di vita a morire. Maria cresce nell’ammirazione di questa nuova madre, più colta e più attenta della precedente, fino al giorno in cui scopre la sua vera natura. È allora che fugge nel continente per cambiare vita e dimenticare il passato, ma pochi anni dopo torna sul letto di morte della Tzia. È a questo punto della storia che comincia il testo teatrale. Maria è ormai una donna, o vorrebbe esserlo. Ma la permanenza sul letto di morte della Tzia mette in dubbio tutte le sue certezze.

“Maria capisce che la Tzia le sta chiedendo di mettere fine alla sua vita ma anni prima le aveva giurato che mai e poi mai sarebbe stata capace di una cosa simile. E la Tzia, nel romanzo, le aveva risposto: ‘Non dire mai: di quest’acqua io non ne bevo. Potresti ritrovarti nella tinozza senza manco sapere come ci sei entrata’. E il testo teatrale inizia proprio con Maria che è a un passo dalla tinozza. Ed è questo conflitto su cui metto il fuoco della regia. Questo conflitto è il nodo che ci permette di entrare nel mondo interiore di questo personaggio femminile. Ci permette di ascoltare un dialogo che non è davvero lì e ora ma che avviene dentro il personaggio; è un dialogo tra sé e una parte di sé, tra una figlia e il suo genitore interiore. Per questo ho posto in scena uno specchio che continuamente ci suggerisce l’idea del doppio, dell’altro da sé o dentro di sé. Uno specchio che, ovviamente, non rimanda l’immagine di un mondo reale, ma quella di un’altra dimensione. Forse più onirica. Una dimensione alimentata dalle notti insonni della protagonista, che lotta per il superamento della perdita di una persona amata. La madre. Ho scelto questo romanzo perché questa storia ci propone un modello alternativo di famiglia, dove la madre non è quella biologica ma adottiva, e quindi un modello diverso di società; ha un aspetto politico, che è quello che sempre mi interessa nelle storie che scelgo di mettere in scena.” (Veronica Cruciani)

“Il monologo, in fondo, racconta una storia d’amore. In questo caso, tra una figlia e una madre. In questo caso, non la madre naturale. Ma l’altra madre. I due grandi temi che oggi chiameremmo dell’eutanasia e della maternità di fatto, nel testo teatrale come nel romanzo, creano un ambito di riflessione ma non sono mai centrali quanto l’amore e la crescita. Crescita sempre e inevitabilmente legata al rapporto con la propria madre, naturale, adottiva o acquisita che sia.” (Carlotta Corradi).

 “Carlotta Corradi ha fatto un lavoro di tessitura, utilizzando tutte parole mie, ma in un modo in cui io non le ho usate. C’è un’originalità anche autoriale in questo testo. Chiamarlo ‘riduzione’ non va bene: è un ampliamento. Una visione che io non ho assunto perché la mia attenzione era sulla vecchia, non sulla bambina. È un pezzo di Maria che mancava, sono felice che siano state altre donne a vederlo. Probabilmente dieci anni fa, quando ho scritto il romanzo, non ero in grado di vedere la Maria adulta. Ora è un piacere leggerla nelle parole, negli occhi, nel gesto artistico di altre professioniste. Pur non avendo scritto una parola, potrei controfirmarla, la sento molto mia, molto somigliante all’intenzione letteraria che c’era nel romanzo.” (Michela Murgia)

Michela Murgia, Veronica Cruciani, Monica Piseddu e Carlotta Corradi incontrano il pubblico il 7 novembre alle ore 19 presso la Biblioteca Quarticciolo in via Castellaneta, 10. Conduce l’incontro Luca Lotano – Teatro e Critica.

 Crediti

ACCABADORA

dal romanzo di  Michela Murgia edito da Giulio Einaudi Editore

drammaturgia  Carlotta Corradi

regia  Veronica Cruciani

con  Monica Piseddu

scene e costumi  Barbara Bessi

luci  Gianni Staropoli

suono  Hurbert Westkemper

video  Lorenzo Letizia

foto di scena  Marina Alessi

realizzazione scene  Antonio Belardi

decorazione scene  Giada Podestà

assistente alle luci  Raffaella Vitiello

assistente alla regia  Giacomo Bisordi, Mario Scandale

organizzazione e comunicazione  Giorgio Andriani e Antonino Pirillo

 produzione

Compagnia Veronica Cruciani, Teatro Donizetti di Bergamo, CrAnPi

con il contributo di

Regione Lazio – Direzione Regionale Cultura e Politiche Giovanili – Area Spettacolo dal Vivo

 L’iniziativa è parte del programma di Contemporaneamente Roma 2017 promosso da Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale

 

 

Nessun Commento »

Puoi lasciare una risposta, oppure fare un trackback dal tuo sito.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Lascia un commento


Heads up! You are attempting to upload an invalid image. If saved, this image will not display with your comment.

*