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SUPERCOPPA ITALIANA IN ARABIA SAUDITA: TRIBUNA PER SOLI MASCHI E LA POLITICA INSORGE

AG.RF.(redazione).04.01.2019

“riverflash” – La sfida di supercoppa italiana tra Juventus e Milan che si giocherà il 16 gennaio a Gedda, in Arabia Saudita, diventa un caso politico. Il motivo? L’annuncio della vendita di 50mila biglietti, con alcuni settori riservati ai soli uomini. Ad essere vietati alle donne, sono i posti più vicini al terreno di gioco (Lower CAT1 e CAT2),e il “gentil sesso”, potrà assistere alla partita, solo nei settori dedicati alle famiglie. E’ subito scoppiata la polemica che, per una volta, ha unito nelle proteste, sia il governo, che l’opposizione. Primo tra tutti ad intervenire sui social è stato il vicepremier Salvini: “Il fatto che la Supercoppa italiana si giochi in un Paese islamico dove le donne non possono andare allo stadio se non sono accompagnate dagli uomini è una tristezza e una schifezza: io non guarderò quella prtita”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Laura Boldrini che ha dichiarato: “I signori del calcio vendano pure i diritti delle partite ma non si permettano di barattare i diritti delle donne!”. Altre critiche poi, sono arrivate dal Pd e da M5s con il sottosegretario per le Pari Opportunità, Vincenzo Spadafora, che ha espresso il “più vivo disaccordo” sul fatto di giocare in uno stadio in cui le donne potranno assistere alla partita “segregate in appositi recinti”. Il presidente della Lega calcio di Serie A, Gaetano Miccichè, ha replicato assicurando che “le donne potranno entrare da sole alla partita senza nessun accompagnatore uomo, come scritto erroneamente da chi vuole strumentalizzare il tema”. Inoltre, il presidente ha ricordato che la Supercoppa, “fin dal 1993 è stato il biglietto da visita per esportare e promuovere il calcio italiano” in Paesi come Cina, Libia e Qatar. Soltanto dal gennaio del 2018 le donne possono assistere agli eventi sportivi in tre stadi del regno saudita, dove il principe ereditario Mohammed bin Salman ha avviato una minima apertura ai diritti femminili tra cui quello di guidare. Restano però le polemiche sulle limitazioni dei diritti umani, soprattutto dopo l’uccisione del giornalista dissidente Jamal Khashoggi nel consolato a Istanbul, il 2 ottobre scorso”.

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