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STUDIO UIL “OPERAZIONE TRASPARENZA” EVIDENZIA GLI STIPENDI “D’ORO” DEI DIRIGENTI ACEA E ATAC

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AG.RF.(MP).16.02.2014.(ore 11.39)

riverflash” – L’indagine è partita dalla Uil di Roma e del Lazio e dallo studio, chiamato “Operazione Trasparenza” che ha evidenziato a quanto ammontano le retribuzioni dei dirigenti di Acea e Atac. La cifra totale ammonta a 37mln di euro e quindi il compenso medio per i manager capitolini è di circa 125mila euro, mentre per quelli regionali, la cifra di 136mila… Alla faccia della crisi! Si tratta di cifre improponibili e oseremo dire anche “vergognose”.…. Qualche esempio? L’amministratore delegato dell’Acea, Paolo Gallo, guadagna attualmente 790mila euro lordi l’anno (36mila più dell’anno scorso) mentre il presidente Giancarlo Cremonesi ne guadagna 408mila, mentre al presidente del collegio dei sindaci, Enrico Laghi, vanno “solo” 286mila…… e “dulcis in fundo”, il costo dei 6 direttori dell’azienda, ammonta a circa 2 mln di euro. Oltre tutto, come se non bastasse, sul sito dell’Acea non vengono nemmeno rese note, se non in minima parte (12,5%), le informazioni in merito alla trasparenza, previste dal decreto n.33. Ma nell’Atac che ha appena assegnato le nuove poltrone, le cose non vanno in modo tanto diverso: l’azienda infatti “vanta” 85 dirigenti (1 ogni 130 dipendenti) che si portano a casa stipendi dai 325mila (di Antonio Abate ) ai 79mila euro (del neo presidente Roberto Grappelli), per un totale di circa 13 milioni. Naturalmente le due aziende hanno immediatamente replicato, l’Acea affermando che “I compensi dei vertici sono in assoluto tra i più bassi del settore multiutility, come si può facilmente evincere comparando le relazioni sulla remunerazione 2013 allegate ai bilanci ufficiali delle relative società e tutte reperibili online, (in particolare, la retribuzione dell’ad è inferiore di oltre un terzo rispetto a quanto indicato nel report della Uil Lazio)” e l’Atac affermando che “i dati diffusi sulle retribuzioni, fanno riferimento al 2011 e sono pertanto superati in particolare, alcuni dirigenti apicali, che quindi godevano di retribuzioni elevate, non lavorano più in Atac, e altri dirigenti apicali hanno accettato la riduzione della retribuzione per una quota fino al 20 per cento. Il numero totale dei dirigenti poi non è più di 85 ma di 75, e non si escludono ulteriori riduzioni nel corso dell’anno”. Tutto a posto quindi….. ma ora naturalmente sorge la solita domandina: “per risollevare le sorti del nostro disastrato Paese, non si potrebbe cominciare a “tagliare” da qui, invece di tartassare gli italiani di tasse e sovratasse?

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