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Spesometro, primi bilanci contrastanti: ecco le possibili modifiche

spesometroUn flop, nell’interpretazione più dura; uno strumento da correggere, per chi invece si è limitato a giudizi più moderati. Comunque sia, lo spesometro in Italia non è partito col piede giusto e, anzi, in molti casi ha creato difficoltà ai professionisti e alle imprese: ecco perché si cambierà già dal prossimo anno.

Repubblica ha parlato di “flop dello spesometro“, anche a causa della falla che si è creata nel sistema telematico gestito dalla Sogei, che come spiega il quotidiano nazionale è “la società pubblica che si occupa di custodire e far funzionare quell’enorme archivio di dati fiscali sugli italiani che si chiama Anagrafe tributaria”. Il Sole 24 Ore è stato più morbido, e pur utilizzando il termine “epic fail” ha comunque sottolineato gli aspetti positivi dello strumento.

Flop o epic fail?

Insomma, per il sistema di gestione delle comunicazioni fiscali non è stato certo un esordio fortunato, quello di ottobre, e non è servito il prolungamento della scadenza per l’invio dei dati (dall’originario termine del 28 settembre c’è stata prima una proroga al 5 ottobre e poi un ulteriore rinvio al 16 ottobre). Ed è stato lo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, a chiedere di correggere il meccanismo, puntando a una semplificazione che vada nella direzione di offrire un concreto supporto a contribuenti e imprese, senza più quell’aspetto vessatorio così tanto criticato.

Il giudizio di Ruffini

In particolare, Ruffini ha invocato uno spesometro “light” e ovviamente più efficace, che possa diventare davvero strumento di un fisco meno invasivo e che possa indirizzare i controlli sui “soggetti a rischio e sulle violazioni sostanziali”, senza passare al setaccio tutti i contribuenti senza distinguo. Secondo il direttore, servirebbe anche che “all’Agenzia delle Entrate arrivino i dati essenziali, ovvero identificativo del contribuente, imponibile e numero della fattura. Non serve niente altro”, ha detto nel corso dell’audizione alla commissione Finanze della Camera.

Le possibilità novità

E qualcosa sembra muoversi per davvero, perché dalle prime voci c’è l’intenzione concreta di metter mano con emendamenti al Dl Fiscale, per invertire la rotta dopo il “flop“: in particolare, la prima modifica dovrebbe essere l’esclusione di sanzioni in caso di “trasmissione corretta delle fatture ovvero la comunicazione corretta delle liquidazioni periodiche da inviare entro il 31 dicembre 2017 è effettuata entro il 28 febbraio 2018″, ma si lavora anche per questioni più strutturali.

Un nuovo spesometro

Si dice, infatti, che la scadenza dello spesometro potrebbe diventare annuale, con data fissata a fine febbraio (in realtà, Ruffini aveva auspicato una possibile soluzione semestrale); inoltre, un’altra novità dovrebbe essere la possibilità di effettuare “cumulate” in presenza di microfatture, indicate in quelle di importo inferiore ai 300 euro. Insomma, una situazione in evoluzione che rischia di creare grattacapi sia agli intermediari che alle imprese, che comunque hanno potuto contare su software per la gestione dello spesometro come Easyfatt che hanno alleggerito il compito e ridotto le difficoltà.

Le necessarie correzioni

Nonostante un quadro così complesso, il bilancio del primo atto dello spesometro è comunque piuttosto cospicuo: alla fine di ottobre sono pervenute all’Agenzia delle Entrate comunicazioni per oltre 1 miliardo e 400 milioni di fatture. Va ricordato che l’omesso invio dello Spesometro prevedeva una sanzione fissata a 2 euro per fattura, col massimo di mille euro per trimestre, con una possibilità di ravvedimento che riduceva la spesa e quella di inviare rettifiche per correggere gli errori.

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