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SENATO, RIFORME COSTITUZIONALI: PRIMO GIORNO DI VOTAZIONI ED E’ SUBITO BAGARRE IN AULA

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AG.RF.(MP).01.10.2015

 “riverflash” – Si è svolta ieri la prima giornata di votazioni in Aula,  sulle riforme costituzionali. E’ stato accolto un testo del Pd che riscrive l’articolo 1 del ddl Boschi e se passasse, farebbe cadere altre proposte di modifica, anche i voti segreti ammessi da Grasso. La votazione su questo, è stata rimandata a giovedì. Tutto ciò ha scatenato l’ira delle opposizioni. Dopo molte proteste verbali, si è iniziato dunque a votare gli emendamenti, partendo dal primo articolo e dopo che sono rimasti 908 emendamenti in tutto (Sel e Lega ne hanno ritirati alcuni), è iniziata la votazione. Il presidente Grasso ha ammesso il voto segreto su 19 emendamenti e contemporaneamente ha annunciato che 595 di questi, erano inammissibili perché modificavano delle parti già approvate in doppia lettura sia dal Senato che dalla Camera. Ma le proteste in aula sono diventate veementi a causa di un emendamento “canguro”, presentato dal senatore del Pd Roberto Cociancich, che assorbiva l’emendamento di Anna Finocchiaro che recepiva gli accordi di maggioranza ed era stato scritto in modo tale da essere votato tra i primi, facendo cadere, una volta approvato, tutti gli altri, compresi quelli su cui incombeva il voto segreto. Durissima è stata la reazione delle opposizioni. “Dopo l’emendamento Esposito all’Italicum – ha dichiarato Calderoli – la truffa si ripete. Questa volta è toccato a Cociancich, che ha presentato un emendamento interamente sostitutivo del comma 5 dell’articolo 1e che comprende l’emendamento Finocchiaro”. “Ttutto ciò a casa mia, si chiama truffa e non ce l’ho col povero Cocianchich. Ieri mi son sentito dare dell’abnorme e dell’attentatore alla democrazia”. Anche Forza Italia parla di truffa, mentre M5S invita i Dem a “scusarsi con gli italiani per l’inganno perpetrato”. Il Sel, ha tirato in ballo i Padri Costituenti per sottolineare come non si possa “modificare la Carta Costituzionale” a colpi di “canguri” e “trabocchetti”. Tutto ciò accadeva, mentre il premier Renzi, affermava: “Vogliono bloccarci le riforme, ma noi andremo avanti dritti, fino all’obiettivo”.

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