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SAN VALENTINO, patrono di Terni e santo degli innamorati

di Francesco Angellotti (AG.RF 11.03.2019)

(riverflash) – Quest’anno, alla festa di san Valentino, Terni ha celebrato il suo patrono in modo Grandioso e Significativo. Ogni anno si fa Festa a Terni per quest’evento, ma nell’attuale occasione si è sentito il messaggio del Santo molto presente nella realtà che traversiamo, ed è apparso naturale creare paralleli tra il suo spirito disposto fino al sacrificio, e l’impulso che è il caso pervada la collettività, che avrebbe bisogno di un’impostazione coerente.

   Tutti sanno che san Valentino è il Santo verso cui si rivolgono gli Innamorati; ma perché questo spunto? Non era mica innamorato, tanto più che era vescovo dal 197, investito da papa Feliciano. Però è significativo che, oltre a tanti miracoli che gli si riconoscono, ha sostituito il mito pagano della fertilità (in cui erano abituali le peggio licenziosità), con il Sacramento Cristiano, che certo inneggiava alla Purezza nello spirito e nel sentimento. Questa fu la colpa più grave per fargli rivolgere condanna dall’Impero Romano, che non poteva assorbire la realizzazione dell’Amore come sentimento reciproco; così durante le persecuzioni sancite dall’Imperatore Aureliano, per ordine del prefetto Placido Furio, il vescovo Valentino fu giustiziato (segretamente perchè aveva il popolo che lo adorava) nel 273; essendo allora l’età media molto inferiore di quanto sia attualmente, san Valentino, che aveva raggiunto già 98 anni, quanto sarebbe potuto campare ancora? Eppure fu ordinato che venisse giustiziato, anche se in circostanze nascoste; perchè allora il Cristianesimo era temuto, dato che stava sovvertendo l’Ordine Istituzionale: Allora.

   Traversando adesso un momento sociale e politico che speriamo sia di transizione, speriamo di non assimilare il parallelo con l’Impero Romano, che dopo contrastanti secoli, ha condotto ad un cambiamento che ha portato alla sua fine, permettendo l’avvento delle Orde Barbariche; che sottomessa Roma, hanno assimilato la sua Arte e Cultura; ma questo sarebbe un altro discorso (trascorso l’ormai mitico periodo augusteo). Allora si è cercato di rifarsi a chi è stato un cardine nell’affermazione dei Valori, in un periodo che si frantumava quasi come sta avvenendo adesso.

   Quest’anno Terni ha programmato una 3 giorni ricca e piena di spunti, in cui è stata alimentata la Cultura, pur sotto tanti e diversi profili, per tutti i livelli sociali.

   Ci si è rivolti verso la creatività attuale, iniziando con Ester Grossil che ha presentato i lavori dell’opera Street Art, con un’illustrazione di Chiara Ronchini. Nel pomeriggio è stata la volta dell’Antologia degli Amori in Corto, in cui sono stati presentati alcuni filmati selezionati, tra i vincitori delle varie edizioni del concorso. Poco dopo Arnaldo Casali ha presentato il suo libro, che è un racconto della figura del Santo nella sua lunga vita. Ma subito dopo, due allievi dell’Accademia Musicale di Terni, hanno suggerito come aggiustare i cuori infranti cantando, a cura di Stefania Carini. Così, dopo la Cena-Degustazione alle ore 20, tutti di nuovo ad ascoltare la bravissima ed originale poetessa Patrizia Valduga, che ha presentato le sue poesie strazianti e fulminanti.

   Il giorno dopo, venerdì, oltre ad essere stato organizzato dalle 9,30 alle 15,00 un Fat Art Club da Long Brunch, a mezzogiorno è stata allestita un’esposizione di cartoline su tutte le Valentine che hanno ispirato i racconti d’Amore. Alle 17, la rappresentazione di Una Storia d’Amore, “Ragione e Sentimento”, di Ilaria Gasparri, presentata da Filippo la Porta; si è assistito allo svolgimento di una storia d’amore… ma non solo. E’ entrata nella profondità dell’intimo, alle 18,00, la lezione di Umberto Galimbert,i che ha portato tanti suoi libri in offerta al pubblico, ma ha eseguito uno studio sul tema: “Tra la mia ragione e la mia follia ci sei tu”. Vi assicuro che è stato un effetto molto importante, perchè tanti atteggiamenti accettati con impassibilità, sono stati studiati e spiegati, onde portare ognuno verso la Conoscenza di Se Stesso; cosa che non è così frequente che avvenga. La preparazione psicologica ed umana del professore è stata delucidante su tanti argomenti che, senza accorgercene, scorrono nella Vita; anche se, unico appunto personale, le tematiche affrontano tanti aspetti e induzioni, ma bisognerebbe meglio considerarle; in quanto nei casi che fossero più ampie di quelle definite, difficile individuare causa ed effetto. C’è stato modo di valutare la questione ritornando al Far Art Club in una degustazione musicale con i Cinquantini fino alle ore 23. Invece alle 19,30 è avvenuto l’incontro tra Marc Kostabi e Paolo Liberati, i quali hanno messo a confronto la loro arte pittorica espressa in modo alquanto eclettico. Termine della serata con un’Opera Teatrale che percorreva un viaggio civile tra il provocatorio e lo struggente.

   Si è arrivati, così, al termine delle giornate di festeggiamento, che più che Festa sono state un invito alla riflessione ed alla concettualizzazione, che adesso è molto carente. Sempre dalle h 9,30 alle 15,00 la Far Art Club; ma alle 11 ci si è mossi dal complesso del CAOS in una passeggiata con Armando Casali, che in poco più di 1 ora ha condotto chi desiderava arricchirsi “de visu”, di esperienze trascorse da San Valentino. Alle 12,00 è tornata Chiara Ronchini che ha illustrato l’inaugurazione dell’Opera in street art “In Color” di Ester Grossi. Alle 16,00 ancora gli Amori in Corto, nuove rappresentazioni oltre quelle che si erano viste giovedì. Alle 17,30 il vicesindaco ed assessore alla Cultura, Andrea Giuli, ha svolto una conversazione con Giuseppe Yusuf Conte; le tematiche erano molto sconcertanti, perchè Conte scrive poesie in cui gli argomenti non si arriverà mai definirli: Mito, Divinità, Natura, Mistero. Con il cuore in gola, alle 18,30 Filippo la Porta ha presentato Felicia Kinglsey, Enrica Tesio e Sara Gazzini, che hanno considerato di quando” parlano d’Amore”; l’argomento è appassionante, ma non così scontato. Alla stessa ora è iniziato il solito Far Art Club, che per concludere ha presentato la degustazione musicale con dj set vinile. Conclusione alla grande alle ore 21,00 con una Jam Sessione & Live Painting in un concerto speciale di Tony Esposito. Da molto che seguiamo quest’autore e diverse sono i concerti ai quali abbiamo assistito; e la cosa più eccezionale è che Tony esprime appieno la sua estrazione partenopea, partendo dalle basi con le quali si è messo in evidenza; ma ha elaborato sempre nuovi e attuali contenuti. Ha voluto ricordare il suo amico, che ci ha abbandonato pochi anni or sono, Pino Daniele: del quale ha presentato una serie di interpretazioni arrangiate in modo trascinante (anche se la voce è sembrata troppo “diversa” da quella di Pino); ma importanti sono i suoi discorsi che non si fermano ad un “genere musicale”, ma elabora tutte le variazioni di tonalità, costruendo continui temi musicali sempre elettrizzanti.

   Terminato il ritrovo san Valentino organizzato dal Comune, la domenica subito successiva, presso l’Auditorium Gazzoli, l’Associazione Culturale Araba Fenice ha messo in scena il concerto per pianoforte “America e Russia, Note di un Viaggio”. Tutti in attesa, i due Paesi a livello politico sono separati da tanto tempo, ed adesso mimano riavvicinamenti poco solidi, con alterazioni del Presidente Americano (almeno speriamo sia così, altrimenti siamo nel dramma). Invece la lezione è stata importante; perché non è la Politica che riunisce le Bandiere, ma è la Musica, dato che è la più intima trasposizione umana, che tende la mano per congiungere l’Umanità, pur nella radicale diversità. Ed il messaggio l’hanno concluso strepitosamente, e con un significato Etico volto al Progresso: Luigi Santo alla tromba

e Daniela Gentile al pianoforte.
    Hanno presentato la serata divisa in 2 parti. Si è iniziato con il colosso romantico Haendel (1685-1759) di cui è stata presa nel miglior modo, come introduzione, il minuetto del “Larghetto”; autore classico barocco. Poi di Fyodorovich Goedicke (1877-1957) un Concerto Studio, che presentava diverse tematiche: visione, dramma, folklore; ed il brano è stato ideato proprio per pianoforte e tromba. Della compositrice ancora vivente Alexandra Pakhmutova, nata nel 1929, si è ascoltato una tematica di vari temi disuniti, ma importanti per lo studio del suono; l’autrice ha trovato incentivi anche perché si è adeguata al cambiamento politico della sua Russia, ed è stata insignita più volte del “premio Stalin”. Ancora un russo, Vladimir Peskin (1906-1988), autore che applicandosi eccessivamente alla tastiera, si è procurato la paralisi alle dita. Il suo concerto, sempre studiato per pianoforte e tromba, presenta dal drammatico alla tarantella, e si rifà a Rossini, che è l’autore “faro” per Vladimir. Andiamo in America con il moderno Leonard Bernstein (1918-1990) di cui è stato suonato un brano apparso in West side Story; un’espressione dei chiaro\scuri della vita che potrebbe riportare a Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti di Shekespeare. Conclusione con l’autore che adesso tutti portano ad emblema: Gershwin (1898-1957); Ha fatto tante musiche a per tante rappresentazioni, cercando il Successo che è riuscito a raggiungere; anche se la sua Vita sregolata l’ha portato ad una celere scomparsa. Il pezzo più noto è “Rapsody in blue”, che il pubblico ha apprezzato con entusiasmo, ed ha riempito il Teatro d’applausi scroscianti, rivolti a 2 Musicisti che si son saputi esprimere a livello veramente riuscito, in quanto hanno portato la tecnica a contatto con un pubblico che ha partecipato con entusiasmo..
   Ma mi prendo licenza per concludere questo lunghissimo articolo (chiedo scusa, troppo: ma…) ricollegandomi a qualche frase che ho potuto inserire solo come inciso, riconoscendo che quel che dovremmo seguire, per raggiungere unione e fratellanza, è la Musica; nella sua espressione più elaborata e più concettuale; perché è veramente il modo per esprimere il bagaglio intimo verso l’innalzamento; e la conclusione sabato e domenica, con Tony Esposito, Luigi Santo e Daniela Gentile, ha trasmesso i contenuti che sono insiti nella ricerca e nell’espressione musicale, insita nell’ Arte di tutte queste giornate: non direi di Festa, ma di Cultura.

 

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