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SALE LO SPREAD A +170, MA VIETATO PARLARNE: SERVE OTTIMISMO…

spreadAG.RF 17.10.2014 (ore 09:45)

(riverflash) – Lo spread ieri in Italia è tornato a schizzare oltre i 200 punti, per poi recuperare qualcosa e chiudere a oltre 170 punti a fine giornata. Una notizia che non piace a coloro che sostengono il governo Renzi, che ha in comune con Berlusconi la parola d’ordine: ottimismo. Si parla, cioè, di spread, quando scende, mai quando sale.

Ma cos’è lo spread? Con tale termine viene spesso inteso il “differenzia domanda-offerta” (bid-ask spread), cioè la differenza tra il prezzo più basso a cui un venditore è disposto a vendere un titolo (ask) e il prezzo più alto che un compratore è disposto ad offrire per quel titolo (bid) e per questa ragione è spesso usato come misura della liquidità del mercato.

Questo non può non avere implicazioni sul DEF (Documento Economia e Finanza) e sui margini di manovra del deficit. Renzi è stato molto fortunato sul timing su molte cose fino ad adesso. Ora la fortuna sembra volergli girare le spalle. Quando l’ex-sindaco di Firenze ha scalzato da Palazzo Chigi Enrico Letta per intestarsi la ripresa economica, affermava che la crescita del PIL si sarebbe aggirata intorno al 0,8%. Siamo, invece, ripiombati in recessione con Renzi e Padoan che fanno i vaghi nel mezzo di una nuova tempesta dei mercati.

Il DEF finanziato a debito, ma oggi crolla tutto. Un terzo circa degli 11 miliardi di extra deficit sono dovuti al calo dello spread di questi ultimi 18 mesi. Con lo spread di nuovo all’attacco negli ultimi giorni una buona parte di quel deficit spending non esiste più.

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