MILANO, RADIATO DALL’ORDINE MEDICO ANTI-VACCINI

AG.RF.(redazione). 25.05.2017

“riverflash” – Il medico milanese Dario Miedico, noto per le sue posizioni contro i vaccini, è stato radiato dall’Ordine di Milano poiché primo firmatario di una lettera che esprimeva perplessità sulle vaccinazioni pediatriche. Immediata la sua reazione “Colpirne uno per educarne 100”, ha dichiarato il medico, che farà ricorso contro il provvedimento. Ma qual è la colpa di Miedico secondo l’Ordine? Egli è attivo nel Coordinamento del movimento per la libertà di vaccinazione (Comilva) e risulta tra i firmatari di una lettera che alcuni esperti avevano inviato nell’ottobre 2015 a Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, per rispondere alle sue “prese di posizione pubbliche sul tema delle vaccinazioni pediatriche”. La lettera era stata sottoscritta da 153 professionisti, 17 dei quali sono di Milano e verranno ascoltati nelle prossime settimane. Ma sulla decisione di radiare il medico, ha anche contato la sua partecipazione alcuni mesi fa, ad un convegno contro l’obbligo vaccinale, in cui il professionista milanese, aveva affermato che “i vaccini portano benefici, ma anche notevoli rischi, che andrebbero chiaramente comunicati alla popolazione”. Non ci sta dunque Miedico sulla decisione presa e ribadisce di non essere contrario ai vaccini, ma solo all’obbligo “da cui sono emersi i danni, visti in questi ultimi anni” e ha aggiunto che si aspettava la radiazione, specialmente dopo il decreto Lorenzin, ma contesta il fatto che non gli sia stato permesso di parlare: “queste affermazioni sui vaccini le faccio da 40 anni: in questo periodo sono stato convocato 2 volte e per ben 2 volte la questione è stata archiviata, poi improvvisamente vengo radiato”. Nel frattempo l’Ordine dei Medici di Milano, “la divulgazione attraverso la stampa dei nominativi di medici che potrebbero essere sottoposti a procedimento disciplinare: ” La divulgazione di simili notizie è inopportuna per una serena valutazione. Queste spiacevoli vicende non devono essere utilizzate da alcuno per ottenere una facile esposizione mediatica, creando difficoltà a coloro che saranno chiamati ad esprimere un giudizio nei confronti di professionisti medici”.