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QUANDO L’ATTACAMENTO ALLE COSE PUO’ COSTARE LA VITA

AG.RF.(Claudio Peretti).07,05,2019

“riverflash” – Avendo lavorato pochi anni fa al carrello dell’aereo Superjet 100 della Sukoi, ed avendo sentito parlare dell’incidente recente su quell’aereo, sono stato molto colpito dai filmati dell’incendio avvenuto l’altro giorno all’aeroporto di Mosca. Molte persone sono morte e parecchi si sono salvati. Prescindendo dai motivi dell’incendio, che ancora non si conoscono (si capiranno dall’analisi delle scatole nere), guardando il filmato a terra dell’evacquazione dei passeggeri dagli scivoli gonfiabili, per uno che riesce ad analizzare la il fenomeno ed a detta di un mio amico, anziano comandante pilota di velivoli commerciali, c’è un fatto ineluttabile che avrebbe potuto salvare tante persone in più. In pratica si tratta di questo. Ovviamente si poteva uscire solo dallo scivolo anteriore, visto che l’incendio era ragguardevole ed aveva colpito tutta la fusoliera posteriore. Bene, da uno scivolo come quello si riesce ad evacquare almeno una persona al secondo, e questo è successo per almeno i tre quarti del tempo della gestione dell’emergenza. Ma ci sono periodi di 5 secondi in cui non esce nessuno, questo significa che in quei 5 secondi non sono riuscite a salvarsi almeno 5 persone. Sapete perché è accaduto questo? Perché molti passeggeri si sono alzati, interrompendo il corridoio che permette il passaggio di una sola persona alla volta, per prendere il loro bagaglio, o il loro soprabito stivato nelle cappelliere sopra i sedili. Questo è psicologicamente comprensibile, che so io, magari nel bagaglio c’era il passaporto, il portafoglio, il cellulare, tutte cose indispensabili per chi è vivo e si trova in un aeroporto, ma certo non ha permesso, magari a chi era dietro ed avrebbe anche rinunciato alle sue cose, di salvarsi. I cinque secondi fra un passeggero e l’altro dimostrano questo: che si può morire per non saper fare a meno delle proprie cose. Vale la pena? Il mio amico comandante pilota, ora in pensione, ma che ha accumulato migliaia di voli anche intercontinentali, mi ha proprio detto questo, che, durante le emergenze, anche a lui sono successe cose simili e, a meno di fare violenza ai passeggeri, non c’era nulla da fare: chi voleva prendere il proprio bagaglio bloccava tutta la file di quelli pronti a saltare sullo scivolo. Probabilmente queste situazioni si potrebbero gestire meglio con una più profonda preparazione psicologica dell’equipaggio, ma non so quanto si possa fare. Se va tutto bene, poi, chissà quanti passeggeri sono pronti a denunciare la hostess o lo stewart perché non ha permesso loro di prendere il portafoglio ed il passaporto, andiamo, conosciamo tutti situazioni di questo tipo. Le emergenze che hanno comportato l’evacquazione da scivolo al mio amico sono sempre andate bene, ma, se la situazione fosse stata diversa e se tutto si fosse dovuto risolvere in una manciata di secondi come nell’incidente del Superjet 100 all’aeroporto di Domodedovo a Mosca, certamente molte persone sarebbero morte inutilmente.

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