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I PRANZI DELLA DOMENICA in una favola di Keyla

I ricordi sono storie di eventi che abbiamo già vissuto, raccontarli a noi stessi vuol dire riviverli, ricordare le immagini, i profumi, l’atmosfera, le persone, questo crea un miglioramento dello stato neuronale dell’individuo, il quale attraverso questo cambiamento neuroplastico, entra in uno stato di agio emotivo che consente di affrontare meglio ogni cosa. Proviamo a raccontare a noi stessi, ogni mattina, un ricordo piacevole della nostra vita e a riviverlo con l’immaginazione; sicuramente la giornata inizierà con uno stimolo di energia positiva che stimolerà al meglio ogni attività da portare avanti e ogni situazione da affrontare.

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Favola di Keyla n. 5
Nel baule dei ricordi Keyla trovò un album che portava il nome “i pranzi della domenica”, sfogliare quelle pagine fu come immergersi in una favola, quella vera della sua vita. Tutte le domeniche attorno alla tavola si sedevano zii e cugini, genitori e nipoti e al centro la Nonna, ma solo all’ultimo, dopo aver portato le varie pietanze. Quei pranzi della “domenica” erano qualcosa di più di un semplice momento per mangiare, erano il punto di incontro di anime che si raccontavano l’un l’altra, erano il sapore del macinato avvolto attorno alle fettuccine, erano il pollo con la pelle croccante, erano le discussioni per chi prendeva le patate al forno più risolate, erano una questione politica e sociale, dove si parlava di politica e società. Erano pranzi che si infiltravano nei cieli rosa visti dal finestrino brillante della grande macchina di zio, mentre si tornava dal cinema, erano le canzoni di Phil Collins ascoltate alla radio mentre si andava a prendere un caffè in centro, erano i sorrisi dei parenti che si scioglievano nei bicchieri di vino rosso. Keyla aveva vissuto tutto questo e se lo porta con sé ovunque va, sentendosi piena di una vita felice perché le cose vissute non scompaiono, ma spesso si sedimentano in quello stesso cielo che lei ammirava da bambina, quando nel suo cuore c’era il desiderio che quelle domeniche non finissero mai e che di solito finivano, sfumando nel cielo della notte, tra le risate davanti alla tv e gli occhi stanchi di chi il lunedì avrebbe ridato inizio al proprio dovere. Anche oggi a volte si fa il pranzo della “domenica”, non sempre di domenica e non sempre con il ragù di nonna, si prepara una tavola a cui mancano un po’ di persone, qualcosa è cambiato, però c’è lo stesso profumo, le mura hanno un aspetto differente dentro quella che resta “la casa di nonna”, dove ancora risuonano le chiacchierate infinite di chi ora ci guarda da lassù.

Laura Khasiev

Per informazioni e consulenze consultare il sito: www.neurotrainingkhasiev.com – fb: Laura Khasiev Neurotrainer

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