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Pepe Mujica, ex-presidente dell’Uruguay, rinuncia allo stipendio da senatore

AG.RF 16.05.2020

(riverflash) – Essere persone oneste e perbene non piace se ad esserlo è un politico. La gente chiede posti di lavoro e non importa se i soldi arrivano da truffe tipo fatturazioni false e appalti gonfiati. L’importante è portare a casa lo stipendio. Un momento di tristezza a riflettere sul decadimento morale innescato dalla povertà. Ad esempio, questo inverno, l’acqua alta ha fatto danni a Venezia perché non ha funzionato il Mose. Danni che devono essere pagati dal pubblico e dai privati, ma le centinaia di operai che ci hanno lavorato hanno incassato lo stipendio, con cui hanno portato avanti la famiglia, pagando affitti e mutui, bollette, spese mediche e scuole per i figli. Alla gente servono soldi, senza stare a pensare sulla loro provenienza.

In risposta ai corrotti José Mujica, ex presidente ed ex guerrigliero del movimento rivoluzionario Tupamaro, rinuncia al suo stipendio da senatore: “sarebbe come rubare soldi al mio Paese in un momento così grave”.

“Chi pagherà il costo di tutto questo? Saranno sicuramente i più deboli. E io non ho intenzione di derubare il mio Paese.
José Mujica, da tutti conosciuto come “Pepe”, l’ex presidente dell’Uruguay ha rinunciato al suo stipendio come senatore perché, dice: “considerando le assenze che sarò costretto a fare per via della mia età e la minaccia del virus, accettarlo sarebbe come rubare i soldi allo Stato, al mio paese”. Di fatto, quindi, Mujica adesso riceverà solo l’importo corrispondente alla pensione.
Nell’attuale crisi che anche il suo Paese sta vivendo, Mujica il vecchio rivoluzionario tranquillo che anche quando era al potere è sempre rimasto a vivere in campagna conducendo una vita lontana dal capitalismo e dal consumismo, torna a parlare del coronavirus, questa volta nel programma La Pizarra e nel programma di informazione Carve.
Durante i programmi ha annunciato la sua decisione di rinunciare allo stipendio di senatore perché le conseguenze economiche sul paese stanno già causando una semi-paralisi e che terrà solo la sua pensione per fronteggiare i problemi di salute legati all’età.
“Non ho intenzione di derubare il mio Paese. Io sono in pensione. E sono un senatore, ma non ho scelto di avere lo stipendio da senatore. Avrei potuto scegliere di farmi pagare di più come senatore, ma ho deliberatamente tenuto quei 70mila pesos che mi pagano per la pensione perché sono consapevole delle debolezze della mia salute. Non critico gli altri. Ognuno ha il suo modo di essere”, dice e continua:
“C’è l’incertezza di ciò che accadrà in economia. Forse è (il problema) più grave nel lungo periodo”, ha detto Mujica, lasciandosi andare poi a delle riflessioni su quello che sta accadendo nella pandemia di coronavirus.
Secondo Mujica, molti politici hanno sottovalutato il problema, considerando il virus come una normale influenza e ciò ha portato conseguenze disastrose, citando l’esempio del Brasile, dove come sappiamo Jair Bolsonaro continua a non prendere misure drastiche per fronteggiare il virus.
A suo avviso, questa sottovalutazione si è verificata nel gigante sudamericano a causa del “fanatismo” e della “totale assenza di senso autocritico” del governo brasiliano. Come esempio opposto, Mujica ha citato il caso dell’Argentina riconoscendo, invece, il lavoro del presidente. Alberto Fernández. Ma ciò che preoccupa l’ex presidente è sicuramente ciò che accadrà quando l’emergenza sarà finita.
“L’umanità non era pronta, deve preparare la strada, sta soffrendo e non ha molto tempo per adattarsi”, dice lanciando però il monito che la pandemia non dovrebbe dare origine a un “neo-nazionalismo industriale” nelle aree sviluppate del Pianeta perché così facendo, crescerà la disparità sociale.
“Chi pagherà il costo di tutto questo? Saranno sicuramente i più deboli. Ma qualcosa cambierà di sicuro. Ma ci saranno lotte e mobilitazioni perché nessuno può essere lasciato povero. Queste mobilitazioni partiranno dal basso, soprattutto da coloro che in basso sono precipitati a seguito degli eventi, e metteranno in discussione tutti i governi”, spiega durante il programma.

 

Fonti: Telam/ La Pizarra/ El Litoral/Jornada

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