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MI DIMETTO… ANZI NO….. IGNAZIO MARINO CI RIPENSA E RITIRA LE DIMISSIONI

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AG.RF.(MP).29.10.2015

“riverflash” – Mancavano 3 giorni alla fatidica data in cui, le dimissioni di Ignazio Marino, sarebbero diventate irrevocabili, ma il “sindaco” ci ha ripensato e vuole ora confrontarsi con la “sua”maggioranza. Egli dunque ha firmato la lettera con la quale ha ritirato le dimissioni presentate il 12 ottobre scorso. Ad annunciarlo un paio d’ore fà, una nota del Campidoglio . Ora dunque dopo 17 giorni di tira e molla, c’è stato, questo pomeriggio, il colpo di scena: d’altronde l’aveva detto pochi giorni fà, a seguito della manifestazione in Piazza a suo favore: “La piazza mi vuole, non li deluderò”. E non ha voluto deluderli…Marino vuole incontrarsi con i “suoi” per spiegare ciò che di buono è stato fatto durante il mandato, attraverso “una discussione, chiara e trasparente”, nell’aula Giulio Cesare. E ora che succederà? Dovrà essere il Consiglio a mandar via il primo cittadino di Roma, ma la situazione si presenta piuttosto complicata, perché lo stesso commissario del Pd, Matteo Orfini, aveva annunciato: “”Se Marino dovesse ripensarci e decidere di restare alla guida del Campidoglio, i consiglieri del Pd si dimetterebbero subito dal loro incarico”. Ora dunque, visto che il sindaco ha deciso di sfidare il Nazareno, l’ipotesi più probabile sembra questa e forse già domani o comunque appena le dimissioni di Marino verranno protocollate. Per ora, a lasciare gli incarichi sono stati, il vicesindaco Marco Causi el’assessore ai Trasporti Stefano Esposito, mentre  l’assessore al Turismo Luigina di Liegro, Maurizio Pucci, titolare ai Lavori Pubblici, e Giovanna Marinelli, Cultura, hanno annunciato che si dimetteranno dopo la giunta convocata per questa sera alle 19.30, così come dovrebbe anche lasciare l’assessore alla Mobilità, Alfonso Sabella, insieme a Marco Rossi Doria. Per staccare la spina al sindaco in Consiglio comunale invece non basta il passo indietro dei soli 19 consiglieri capitolini dem: in base al Testo unico degli enti locali, infatti, lo scioglimento del consiglio avviene con le dimissioni contestuali della metà più uno dei membri. Essendo 48 i consiglieri, servono le dimissioni di almeno 25 di loro. Ma i numeri per far cadere l’Aula ci sarebbero perché pronti a lasciare non sono solo i dem, ma anche almeno altri 6 consiglieri.

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