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MAXXI TALK, INCONTRO CON L’ARCHISTAR TOYO ITO

Toyo Ito, White U, 1976 - esterno, foto Koji Taki

Toyo Ito, White U, 1976 – esterno, foto Koji Taki

di Sabrina Sciabica (AG. RF. 13.01.2017)

(riverflash) – All’interno delle iniziative legate alla mostra The Japanese House (visitabile fino al 26 febbraio al MAXXI di Roma), si segnala l’incontro di sabato 14 gennaio 2017 con uno degli architetti giapponesi più conosciuti al mondo: Toyo Ito.

Nato nel 1941 a Seul, quanto la Corea faceva parte del Giappone, ha studiato a Tokyo dove si è laureato in Architettura e ha collaborato con altri studi prima di aprire la Toyo Ito & Associates. I suoi progetti coniugano perfettamente la tradizione con le linee futuristiche. Basti guardare le numerose e imponenti torri nelle quali si riconosce il suo stile, legato all’intento dichiarato di voler “liberare l’architettura dalla gravità”.

Ad esempio, nella premiata Torre dei venti, a Yokohama, preferì mantenere la struttura originale che era un blocco di cemento armato (si tratta di un serbatoio d’acqua degli anni ’60) e rivestire l’edificio con una serie di lastre riflettenti, per poi inserirla in un cilindro di alluminio. Nello spazio tra i pannelli di alluminio e la superficie della torre, inserì le luci ottenendo un risultato a dir poco spettacolare.

Oppure, nell’edificio realizzato a Barcellona, l’Hotel Porta Fira, si è ispirato al fiore di loto. Con facciata rossa e finestre asimmetriche, i 26 piani (113 metri) si slanciano esaltando la verticalità e la morbidezza della forma è resa dal fatto che l’edificio si allarga gradualmente nella parte più alta.

E ci sono anche i progetti civili, come la biblioteca costruita nel 2015 nella prefettura di Gifu, nel Giappone centrale. In Minna No Mori, l’idea della collettività e del rispetto è sempre presente. Il progetto ha previsto degli open space sovrastati da enormi cupole decorate: in questo caso le linee morbide danno una profonda sensazione di un ambiente confortevole e caloroso. Uno spazio grandioso e familiare allo stesso tempo.

Il concetto che l’uomo debba essere al centro di ogni progetto è presente anche nell’opera esposta al MAXXI, all’interno del percorso dedicato all’architettura giapponese dal titolo The Japanese House. Architettura e vita dal 1945 a oggi, dove vediamo la riproduzione in scala reale della White U House di Toyo Ito.

In occasione del Pritzker Architecture Prize, che corrisponde ad un Nobel in ambito architettonico, il presidente della giuria Lord Palumbo ha perfettamente riassunto il lavoro dell’archistar: “Toyo Ito è stato in grado di produrre un corpus di edifici che combinano innovazione concettuale ed esecuzione superba. Creando straordinarie architetture per più di 40 anni, Ito ha realizzato biblioteche, case, parchi, teatri, negozi, edifici per uffici e padiglioni, ogni volta riuscendo a estendere le possibilità dell’architettura. Un professionista dal talento unico, Ito ha portato avanti un percorso di scoperta, derivato dal riconoscere le opportunità presenti in ogni commissione e ogni sito”.

Imperdibile, quindi, la possibilità di ascoltare questo genio estroso e creativo per sabato mattina alle 11,30 presso via Guido Reni 4; evento gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

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