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MALASANITA’ VETERINARIA: la drammatica storia del coniglio Panky

panky-coniglioAG.RF 04.02.2018

(riverflash) – Oggi 4 febbraio è il terzo anniversario della scomparsa di Lea, cagnolina di Roberto Marchi che ha voluto ricordare in questo giorno le vittime della malasanità veterinaria.

Quest’anno è la storia del coniglio Panky a dimostrare quanto la scarsa preparazione di alcuni veterinari sia una pericolosa minaccia per i nostri amici a quattro zampe. Panky non stava male, doveva semplicemente essere castrato, intervento presentato come “di routine” e senza rischi reali. Sonia, la sua padrona, ha scoperto solo dopo che evirare un coniglio invece era molto più rischioso che sugli altri animali domestici. Non solo, ma Sonia, che ha portato Panky ad operare, ha dovuto sottoscrivere la dichiarazione di consenso informato senza riceverne una copia!

La storia di Panky (pubblicata su www.animalitalia.it) permette di capire molto bene quanto distante sia la realtà dalla teoria. Ve la proponiamo senza aggiungere nulla a quanto pubblicato sul sito.

Panky  è un coniglio che, a differenza della maggioranza dei suoi simili, era  destinato a vivere un’esistenza tranquilla e coccolata assieme a Sonia.

I  conigli normalmente vengono castrati in quanto tendono spesso a  sviluppare tumori. Questo avviene però soprattutto per le femmine,  mentre, come è facilmente riscontrabile anche in rete, per i maschi i  rischi sono minori, è molto più facile diagnosticarli precocemente  e  l’operazione ha soprattutto una funzione calmierante sul carattere, rendendo più facile la convivenza in casa.

L’unico problema –  non certo indifferente – è che la probabilità di morte o complicazione  è decisamente più alta rispetto a tutti gli altri animali domestici.

Il 10 maggio 2017 Sonia porta Panky per l’operazione da una clinica, che per l’occasione chiama un esperto, dato che i responsabili non erano specializzati per queste operazioni sui conigli.

Sonia arriva con una decina di minuti di anticipo assieme a un amico ed è un po’ agitata; ha un brutto presentimento. Chiede, nell’attesa, un po’ di informazioni su come si sarebbe svolta l’operazione e cercano di tranquillizzarla, dicendole che comunque Panky sarebbe rimasto in clinica finché non avesse ripreso a mangiare.

Alle 10 arriva il veterinario che deve operare Panky, chiede anche a lui informazioni e questi le chiede di firmare il foglio del consenso informato. Sonia chiede allora espressamente “ma perché devo firmarlo? Allora l’operazione è pericolosa? Potrebbe succedere qualcosa al mio Panky durante l’operazione?“. La domanda suscita l’ironia in particolare di un giovane veterinario che assiste il chirurgo/anestesista che, presente anche l’amico di Sonia, le dice con tono un po’ irridente per tanta preoccupazione: “ma no signora, non succede niente, è un’operazione di routine“.

Comunque Sonia, che ovviamente non apprezza l’ironia, viene ulteriormente rassicurata sul fatto che l’avrebbero chiamata durante l’operazione se fosse successa qualunque anomalia e che l’avrebbero comunque chiamata anche alla fine dell’operazione; operazione che non sarebbe durata oltre trenta minuti.

Sonia esce alle 10.30 tutt’altro che tranquillizzata, tanto da dire angosciata al suo amico “ho paura che non lo rivedo piu il mio Panky“. Passa inutilmente la mezz’ora e dopo tre quarti d’ora chiama lei.

Nessuno risponde al telefono e manda allora un sms, senza seguito. Richiama e si sente dire “stiamo martoriando un po’ il Panky perché non troviamo le vene (brillante termine martoriare, molto adatto per chi hanno già visto essere un po’ agitata… NdR), ma non si preoccupi, appena finisce l’operazione la chiamiamo“.

Arriviamo alle 12, nessuno chiama, l’angoscia cresce, finché alle 13.20 Sonia risponde al telefono e si sente dire che il suo coniglio non ce l’ha fatta.

Sonia era a pranzo ed è esplosa in lei la disperazione. “Non potevo crederci – dice – io l’ho portato a morire il mio piccolino, era in perfetta salute e me l’hanno ucciso“.

Sonia va dai Carabinieri per denunciare l’accaduto ma loro (ovviamente) le dicono che non possono farci niente, però chiamano il Corpo Forestale che consiglia di andare all’Istituto zooprofilattico. Sonia decide di andare lì a fare quindi un’autopsia, ma all’Istituto le dicono che loro non sarebbero riusciti a controllare le dosi di farmaci e che doveva andare all’Università.

Tornai allora a casa – continua Sonia – stavo malissimo, non potevo realizzare di tornare a casa senza il mio piccolo. A casa c’erano il mio compagno (che invece non aveva potuto accompagnarla alla clinica) e mia madre, ho chiamato a Camerino per sapere come fare e loro mi dissero di portare il corpicino.

Nel frattempo telefonano dalla clinica; ovviamente Sonia non se la sente di parlare, parla con loro il suo compagno; gli comunicano che il coniglio era morto per arresto cardiocircolatorio, come da cartella clinica. Tutti e tre vanno alla clinica che rilascia il corpo per l’autopsia, previo pagamento di 20 euro per i medicinali.

Il referto di Camerino riscontra  che Panky è morto per arresto cardiorespiratorio, in pratica probabilmente non ha retto l’anestesia e l’edema, hanno detto altri veterinari a Sonia, potrebbe anche essere stato esasperato dallo stress da panico che ha subito Panky, stante l’incapacità da parte di chi operava di trovare la vena per l’anestesia.

Sonia si lamenta di quanto accaduto via internet; interviene il veterinario in questione spiegando tutto quello che ha fatto, dice di aver ben chiarito a Sonia i rischi e specifica che l’operazione di castrazione nei conigli comporta un rischio di mortalità di 15 volte più alta rispetto a quella di altre specie domestiche!

Roberto Marchi ha pensato a una mail per sensibilizzare il mondo dei veterinari, in modo che anche gli animali abbiano gli stessi diritti degli umani.

RiverFlash pubblica volentieri il suo appello:

Proprio al caso di Panky è ispirata la mail che viene inviata ai vertici delle associazioni veterinarie affinché il consenso informato sia reale ed effettivo e venga contestualmente data la copia di quello che viene fatto firmare, come dovrebbe essere ovvio!!

Per favore, basta veramente pochissimo per inviare questa mail; appena cliccate si aprirà e potrete leggerla, quindi con un altro clic potrete inviarla; è tutto precompilato anche con gli indirizzi, basta – se volete – mettere il vostro nome in fondo. Può sembrare una cosa di poco conto inviare una mail, ma è importantissimo invece: i medici veterinari devono rendersi conto conto che siamo sempre più intenzionati a pretendere che abbiano gli stessi doveri dei nostri medici. I nostri familiari a quattro zampe ne hanno diritto! E se volete potete anche firmare due petizioni, presentate subito sotto alla mail

Cliccate per scrivere su www.animalitalia.it/solomaillea.html

Qui invece trovate la storia di Panky www.animalitalia.it/panky.html

 

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