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M5STELLE PRESENTA MOZIONE DI SFIDUCIA A MARIA ELENA BOSCHI. RENZI: “VOTO RAPIDO, NON LA TEMO”

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AG.RF.(MP).15.12.2015

“riverflash” – Matteo Renzi, ha chiuso con il suo intervento, la kermesse “Leopolda n.6”, da lui ideata insieme a Pippo Civati, che si svolge ogni anno in autunno, presso il centro congressi dell’ex stazione Lopolda a Firenze. Dopo aver salutato i presenti ed aver apprezzato “il maggior numero di partecipanti di sempre”, era inevitabile che il discorso “cadesse” sul caso banche salvate dal governo. Il Movimento 5Stelle, come precedentemente annunciato, ha presentato una mozione di sfiducia contro il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi per conflitto di interessi. “Il conflitto è grande come una casa – ha dichiarato Alessandro di Battista del M5S – la sua famiglia è coinvolta in pieno e lei dovrà venire in aula a spiegare. Vuole andare al voto perché dice di avere i numeri… Proprio lei che fa parte di un governo non eletto, parla di voti”? Non la manda a dire Di Battista, insistendo sul fatto che, “anche se le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, vogliamo capire se i provvedimenti presi dal governo, mentre il ministro Boschi per discrezione si assentava dal cdm, hanno favorito la sua famiglia. Speriamo che non solo la Lega, ma anche chi nel Pd è d’accordo con noi e non parla e l’opposizione votino la nostra mozione”. E ancora, egli si sta chiedendo se “qualcuno ha guadagnato qualche euro tra il decreto ed il suo arrivo in Aula, visto che su Banca Etruria ci sono state plusvalenze per circa 10 milioni di euro. Ecco perché, il ministro Boschi, per dare un messaggio di trasparenza ed onesta’, dovrebbe dimettersi da sola, senza aspettare la nostra mozione di sfiducia”. A tale proposito dunque, Matteo Renzi, ha annunciato dal palco della Leopolda che spera in una votazione veloce per risolvere la questione “sfiducia”, tanto alla Camera, ci sono i numeri per la maggioranza e il ministro ne uscirà blindata, insieme al governo”.  Nel frattempo, la procura ha aperto un nuovo filone d’inchiesta su Banca Etruria, uno dei quattro istituti salvati dal decreto del 22 novembre, banca di cui Pierluigi Boschi, padre del ministro per le Riforme, è stato vicepresidente fino al commissariamento e membro del cda. Il terzo filone aperto per ora non ha indagati. E Pierluigi Boschi non è indagato nemmeno negli altri due filoni. I pm comunque indagano su un presunto conflitto di interesse a carico di alcuni ex membri del cda di Banca Etruria che avrebbero ricevuto fondi per 185 milioni di euro, formalmente deliberati, di cui ne sarebbero stati erogati realmente 140 a vantaggio di 18 ex amministratori, 15 consiglieri e 5 sindaci revisori. Il residente Renzi, ha quindi ribadito di volere che la mozione di sfiducia del M5s “venga votata e dunque respinta al più presto, per rafforzare ministro e governo”. Si attende ora la prossima settimana per capire quale sarà l’esito del voto.

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