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L’intramontabile stile di Lady D, a 24 anni dalla sua scomparsa

di Valentina Riso (AG. RF. 31.08.2021) Era adorata da tutti, Lady D, indiscussa icona di eleganza, mite e fragile principessa del popolo. Lo sguardo sempre basso e malinconico e quel taglio di capelli anni ’90, ancora oggi imitato dalle donne di tutto il mondo, Lady Diana Spencer è stata tra le donne più carismatiche e amate del secolo scorso, e ancora oggi il suo ricordo resta indelebile. Per alcuni la sua è stata una vita da favola: la giovinezza, l’incontro con Carlo, il matrimonio; per altri, una vera e propria catena di traumi e dolore.

La principessa del popolo cercava il lieto fine, una favola che tutte le ragazze sognano di vivere almeno una volta nella vita. Solo che per lei non andò così. Il suo matrimonio con Carlo d’Inghilterra finì presto in frantumi, i tabloid inglesi ne fecero il loro successo, e per lei il sogno di una seconda vita lontana dagli intrighi di palazzo si interruppe tragicamente una notte di fine estate di 24 anni fa, nel tunnel di Pont de l’Alma, a Parigi.

Mentre molti di noi rientravano dalle vacanze e riprendevano la vita quotidiana, all’ombra della Tour Eiffel la principessa moriva con il suo compagno Dodi Al Fayed. Lady Diana, non solo icona del Novecento, è stata anche una delle principesse più celebrate dal fashion system. Sono tante le tendenze estate 2021 indossate dalla reale in tempi non sospetti.

Quando Diana ci ha lasciati nel 1997 aveva solo 36 anni. La moda per lei è stata la fedele alleata di sempre, un linguaggio che l’ha aiutata a superare i momenti più difficili della sua breve esistenza terrena passata sotto i riflettori.

Diana ci ha messo solo 16 anni per diventare un mito. Dal fidanzamento nel 1981 al tragico schianto del 1997, la principessa ha passato varie fasi che venivano di volta in volta etichettate dalla stampa. Ogni uscita scolpiva il suo outfit nella leggenda, anche quando sbagliava a vestirsi. Gli abiti a pois, le calze colorate, le spalle in vista, le mise divertenti, gli abiti disneyani, hanno scosso i rigidi cerimoniali e il temibile protocollo del palazzo reale.

Il suo abito da sposa è stato disegnato nel 1981 da David ed Elizabeth Emanuel. I due stilisti avevano cominciato la loro avventura solo quattro anni prima e, dopo il vestito delle nozze, dopo quel grande appuntamento con la storia, l’hanno vestita a lungo. In quello stesso periodo nasceva il brand di Catherine Walker, la designer che l’ha accompagnata per tutta la vita. A cavallo tra gli anni 70 e 80 sbocciavano gli atelier di talenti come Jasper Conran, Bruce Oldfield, Victor Edelstein, Amanda Wakeley e Jacques Azagury. Diana ha creduto fin da subito in questi giovani al loro debutto, battezzando ufficialmente questi brand e facendo decollare la moda inglese a livello internazionale.

Quando commissionava un abito per un impegno reale cercava sempre di trovare un modo di rendere omaggio all’occasione o al luogo che la ospitava, lavorando a stretto contatto con il team creativo. Per gli eventi in Scozia si presentava in tartan, per andare a Hong Kong indossò il celebre Elvis dress, per vendicarsi del marito si è infilata in un tubino nero attillato e scollato di Christina Stambolian dando il via al filone dei revenge dress.

Oltre alla toilette, il concetto in Diana superava la combinazione di outfit, gioielli, trucco e capelli. Nell’ottica di presentarsi sempre con l’abito appropriato, quando andava a visitare gli ospedali, gli orfanotrofi o i posti in cui potevano esserci dei bambini sofferenti, la principessa preferiva indossare un vestito a colori vivaci che attrarre la loro attenzione, rifiutando ogni tipo di formalità. «Non puoi coccolare un bambino con un cappello» disse.

Quando Diana, sposando Carlo, è diventata la principessa del Galles ha avuto facoltà di mettere le mani tra i gioielli della suocera Elisabetta. Tra questi, c’era un girocollo di diamanti e smeraldi della regina Mary che a Melbourne nel 1985 invece di stare dove tradizionalmente avrebbe dovuto, diventò una coroncina infilata tra i capelli. E quella non fu l’unica volta: trasformò un cinturino di un orologio ricevuto in dono per le nozze dal principe ereditario dell’Arabia Saudita in una fascia per capelli con uno zaffiro al centro. Con un pizzico di fantasia e l’apporto di gioiellieri esperti, Diana ha dato una nuova vita a diversi gioielli. L’esempio più eclatante è la spilla con l’enorme zaffiro che le era stata regalata dalla regina madre: prese la sua pietra preferita, la stessa del suo anello di fidanzamento, e ne fece una collana con sette fili di perle.

Al di là degli abiti e i gioielli che sfoggiava per le occasioni ufficiali, la vera Diana, quella paparazzata di continuo, è stata una pioniera dello street style. Colei che un giorno sarebbe dovuta diventare regina accanto a suo marito Carlo, con un paio di jeans era in stato di grazia. Anche le foto in tenuta sportiva sembrano scattate oggi. Se c’è una che ha creduto nei ciclisti fin dal primo momento, questa è stata Diana.

Lo stilista preferito dell’ultima Diana è stato senza dubbio Gianni Versace. Per Versace, Diana era una delle icone che vestiva mentre lei attingeva dal brand tutta quella vitalità di cui aveva bisogno per ricominciare praticamente da capo, anche a costo di far storcere qualche naso a palazzo. Per lei Versace realizzava non solo abiti da red carpet e grandi eventi ma anche completi che diventavano su di lei dei veri power suit. I due, grandi amici nella vita, sono scomparsi lo stesso anno lasciando un vuoto enorme nel glamour mondiale.

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