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LIBERTA’ DI STAMPA: BIAGI SILURATO DA BERLUSCONI, I DIRETTORI DEI TG RAI CAMBIATI PRIMA DEL REFERENDUM

(***) – AG.RF 14.11.2018 (ore 08:54)

(riverflash) – Libertà di informazione. Se ne parla tanto in questi giorni dopo le esternazioni di esponenti di punta del M5S. Alessandro Di Battista ha insultato i giornalisti, ma nessuno ha perso il posto di lavoro. Diversa la vicenda che si sviluppo nel 2002, con Silvio Berlusconi Presidente del Consiglio. La racconta Enzo Biagi, che allora conduceva «Il Fatto», trasmissione di successo nel palinsesto di Rai Uno: “Il presidente del Consiglio non trova niente di meglio che segnalare tre biechi individui: Santoro, Luttazzi e il sottoscritto. Quale sarebbe il reato? Poi il presidente Berlusconi, siccome non intravede nei tre biechi personaggi pentimento e redenzione, lascerebbe intendere che dovrebbero togliere il disturbo. Signor presidente, dia disposizioni di procedere perché la mia età e il senso di rispetto che ho verso me stesso mi vietano di adeguarmi ai suoi desideri. È la prima volta che un Presidente del Consiglio decide il palinsesto. Cari telespettatori, questa potrebbe essere l’ultima puntata del «Fatto». Dopo 814 trasmissioni, non è il caso di commemorarci. Eventualmente, è meglio essere cacciati per aver detto qualche verità, che restare a prezzo di certi patteggiamenti”.

Allora non ci furono tanti giornalisti in strada a dimostrare indignazione. Renato Schifani, senatore di Forza Italia, ieri ha dichiarato: “Dal M5S una deriva inaccettabile”. Il giorno prima la trasmissione «Report», in prima serata su Rai Tre, ha ricordato che Schifani, ex-presidente del Senato, è indagato per concorso in associazione per delinquere a margine dell’inchiesta per il caso Montante. Virginia Raggi, indagata e assolta per non avere commesso il reato imputatole, ha richiamato sulla piazza del Campidoglio la protesta contro di lei delle «Vecchie Ragazze di Veltroni» con un sit.in trasmesso su tutte le reti Rai, Mediaset e Sky. Ci sarebbe piaciuto vedere le stesse «Vecchie Ragazze di Veltroni» protestare fuori da Palazzo Madama per un possibile fango gettato da Schifani sul Senato, ma non le abbiamo viste.

A proposito della libertà di informazione, il vice-premier Di Maio ha affermato: “Abbiamo sempre difeso i giornalisti epurati dalla destra e dalla sinistra. Berlusconi ha avuto la nomea di quello che era in conflitto interessi e che faceva gli editti bulgari ma poi abbiamo vissuto l’epoca Renziana in cui Gabanelli, Giannini, Giletti, Floris, Mercalli, Porro sono stati mandati via dalla Rai e noi li abbiamo difesi. Spero vivamente che il direttore generale Salini possa rivalorizzare quelle risorse. Sono decisioni sue, ma spero che possano ritornare in Rai”.

Nell’estate 2016 ci fu una ventata di cambiamento ai vertici dei TG Rai. C’era da sospingere il Referendum per la Riforma Costituzionale e Renzi li voleva allineati ai suoi diktat politici. Così Bianca Berlinguer, colpevole di critiche a Renzi, venne sostituita da Luca Mazzà alla direzione del TG3, mentre nel luglio 2017 Mario Orfeo, con una carriera all’ombra di Gaetano Francesco Caltagirone, è stato premiato con la nomina a direttore generale della Rai. Il suo posto al TG1 è stato preso dal suo vice Andrea Montanari. Nell’agosto 2016 Marcello Masi lascia la direzione del TG2 per dedicarsi all’agricoltura di Linea Verde. A suo posto, alla guida del TG2 va Ida Colucci, figlia di un medico grande amico di De Mita.

Dal 1 novembre 2018 Andrea Montanari, Ida Colucci e Luca Mazzà hanno lasciato la direzione dei TG. Crediamo sia inutile ricordare che il Referendum per la Riforma Costituzionale abbia fatto registrare una cocente sconfitta per Matteo Renzi, che ha continuato a guidare il PD alle elezioni del marzo 2018, dove il partito è crollato al 18%.

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