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“LETTERINA DI NATALE” : NEGATA AD UN DISABILE LA POSSIBILITA’ DI USUFRUIRE DELL’UTILIZZO DI UNA SALA COMUNAL PER LA PRESENTAZIONE DEL SUO LIBRO: ECCO L’INCREDIBILE MOTIVAZIONE

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AG.RF.(a cura di Massimo Pedroni).19.12.2017

“riverflash” – Ognuno di noi costantemente, giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto, viene bombardato da una imponente mole di informazioni.  Per la loro quantità e rapidità nell’avvicendarsi,  spesso non siamo più in grado di coglierne i significati veri, profondi, autentici. La possibilità di districarci in questa ingarbugliata matassa, alla ricerca di un senso credibile dei fatti diventa sempre più arduo. Sono rimasto molto colpito da un “fatto di cronaca”, almeno così anch’io, in un primo momento l’aveva catalogato,riguardante la decisione presa dal Sindaco di Pesaro Matteo Ricci di ritirare l’autorizzazione, inizialmente concessa, dell’utilizzo di  una sala Comunale a Claudio Palmulli, per la presentazione del libro di cui è autore “Il vento nelle mani”. Ma ad una più attenta riflessione, quello che a un occhiata sbrigativa e superficiale mi era sembrato un mero fatto di cronaca, mi rendevo conto delle implicazioni gravi e a mio modo di vedere funeste che implicavano. Claudio è un ragazzo disabile fin dalla nascita, e con i proventi della vendita delle copie del libro, che avrebbe effettuato in quell’occasione, cercava di raccogliere somme sufficienti per potersi comperare una handbike, grazie alla quale  coronare il suo sogno che è quello di poter partecipare alla maratona di New York. In questa operazione  di promozione del libro Claudio è supportato da Casa Pound formazione politica di cui Claudio è militante. Nel libro a quanto si sa, non vi è nulla di politico, tantomeno di apologie del ventennio. Il testo tratta di argomenti e aspirazioni,  inerenti ai desideri di un atleta disabile come tanti. Date queste premesse, e nonostante esse l’Amministrazione Comunale di Pesaro, per voce del Sindaco ha ritirato la concessione di utilizzo della sala.    La decisione è stata motivata come “scelta antifascista”. Ciò dovuto alla presenza nell’organizzazione della serata di Casa Pound. Da giorni mi tornava alla mente quella vicenda. In essa avvertivo qualcosa di stonato, di incongruo rispetto alla realtà complessiva delle cose. Alla fine ho fatto un poco di ordine, raccolto le idee, e cercato di capire qualcosa. Le logiche politiche e di schieramento, dilagano per ogni dove, e fanno apparire la realtà delle opzioni dei singoli o dei gruppi esaurirsi nell’esperienza politica, che come naturale che sia induce gli individui  a prendere parte per un verso o per un altro. In questo furore di politica e ideologie, il secolo passato ha già drammaticamente detto la sua. Chi scrive, diciamo che  quotidianamente deve fare i conti con difficoltà motorie di un certo rilievo. Faccio questa piccola digressione di carattere personale, solo per segnalare che certe sensibilità di carattere semplicemente e naturalmente umane, dovrebbero accendersi nell’animo di chiunque al di là di logiche di schieramento. Un normodotato, non è giustamente in grado, di valutare dovutamente la tenacia, la forza d’animo e la costanza, necessaria a superare difficoltà con la quale chi normodotato non è,  deve affrontare tutti i giorni. Cominciando da cose, per altri banali, quale lavarsi e vestirsi. Vorrei sommessamente, ma con altrettanta ferma determinazione, fare presente che le relazioni fra esseri umani non sono dettate solo dalla politica, vivaddio c’è veramente tanto di altro e oltre la politica. Per alcuni, quella politica, vorrebbe essere  l’unica chiave di lettura, di per se illuminante ed esaustiva, ma che come nel caso di specie, diventa cieca e disumana nella sua attuazione. In nome “dell’Antifascismo”, l’ Amministrazione di un Ente locale, invece che aiutare, e promuovere, i tentativi di superare le difficoltà che incontra una persona “fragile”, li ostacola. Per certi versi la cosa assume dei contorni francamente paradossali. L’Ente sul territorio che dovrebbe essere in prima linea  a presidio di garanzia e diritti, delle fasce più deboli della popolazione, li ostacola in nome di principi che nessuno nella concretezza dei fatti aveva minimamente intenzione di offendere o di attaccare . L’unica cosa vera, è il supporto che l’organizzazione politica di Casa Pound voleva dare alla promozione del libro dell’autore in sedia a rotelle. A quanto pare, basta questo per sopprimere l’anelito di libertà e di parziale affrancamento dalla propria ostica condizione di un ragazzo. Decisione presa dal Comune i Pesaro, che è vistosamente in controtendenza con gli articoli secondo e terzo della Costituzione, nei quali  non si cita espressamente il termine disabile, che forse all’epoca non esisteva, ma fa chiaramente riferimento a diritti inviolabili, e a pari dignità ad essi connessi. Il risultato della scelta operata con l’unica chiave di lettura degli schieramenti, è che non si è di certo infranto il sogno di Claudio Palmulli, si è solo ostacolato. Non penso proprio che, così facendo, si sia reso un gran servigio alla causa antifascista. Questa è solo una notazione a margine di carattere personale elemento in tutti casi poco influente, perché noi cerchiamo di  guardare alla sostanza delle cose non agli schieramenti. Provo pena e tristezza per quel Sindaco. Penso che anche lui sia una vittima. Per arrivare a tanto, deve essere proprio completamente accecato dall’ideologia. Il che essendo di un partito, quindi di parte, è comprensibile. Disarmante è per quello che so, risulta essere il silenzio dell’arcipelago delle Associazioni per la disabilità su questo episodio.

La letterina non è indirizzata a Babbo Natale, che già ha molto da fare con i bambini. Ma è un auspicio al ridestarsi di una coscienza comune, che metta al primo posto l’essere umano, con il rispetto dovuto e con la base di solidarietà necessaria. Il resto rimangono chiacchiere da schieramento. Dalle quali stiamo uscendo tutti un po’ più impoveriti e tramortiti.

di Massimo Pedroni

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