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LE SERATE VENEZIANE CONCLUDONO L’ HERMANS FESTIVAL A MONTEFRANCO

di Francesco Angellotti (AG.RF 09.09.2019)

(riverflash) – Nell’armonia e nell’impetuosità della Musica Barocca proposta nell’Hermans Festival, si sono scoperti tanti bellissimi centri che nessuno conosceva. La conclusione della Rassegna è stata eseguita a Montefranco, piccolo centro vicino ad Arrone. Nessuno la conosce, inserita nei Monti della Valnerina, eppure ha avuto trascorsi notevoli nei secoli passati. Non è certa la data della sua comparsa come centro urbano, se ne ha notizia in qualità di Fortezza di Castel Bufone intorno all’anno 1000. E’ stato un punto importante per lo svolgimento delle guerre che era il sistema di confronto nel Medioevo; le lotte son passate imponendo alternanze d’influenze politiche, che hanno portato a posizioni dominanti ma anche a distruzioni: come la razzia subita dai Lanzichenecchi mentre tornavano dopo il Sacco di Roma. Ma il paese sorse come fortezza per arginare le offensive di Rinaldo, che era al servizio di Federico II; fu considerata una scappatoia dal centro di Arrone, ma fu devastata nel 1264 dai germani e dai  musulmani, istigati dal ghibellino Princivalle Doria . Tanti sarebbero i riferimenti storici riguardo questo posto dimenticato dalla Storia, in cui non passa il profitto commerciale, e quindi ha perso qualsiasi importanza ad ogni livello. Invece il centro sarebbe istruttivo conoscerlo, per imparare a valutare le eventualità, che portano a conclusioni inevitabili. Ad esempio avrebbe un significato partecipare lo storico edificio dell’Ospedale, che nel 1473 fu attestato dallo Statuto dei Cittadini come rifugio dei Pellegrini: allora facevano certe cose; adesso che le manifestazioni sono molte di più, e di maggior interesse …

   Ma entriamo nella Chiesa Madonna del Carmine, ove ascolteremo il concerto che verrà suonato dai Musicisti che conducono l’organizzazione Hermans.

   Si può ammirare un elegante campanile dietro la struttura, ma all’interno sono stati restaurati gli affreschi che coprivano tutta la parete nel secolo XVII, espressione pittorica della scuola umbra. Saggiamente le parti distrutte sono state imbiancate, non rifacendo quel che non sarebbe mai venuto; ma le figure che si sono potute raffigurare, mi sembra che siano state troppo definite e manca un po’ la sfumatura delle immagini: possibile che la Scuola Umbra seguisse la corrente che marcasse così la diversità? Non critico se non so.

   All’ultimo momento come abituale in certe occasioni, la Chiesa offriva solo posti in piedi; anche se non se ne sarebbero trovati molti perché pochi erano gli spazi rimasti disponibili.

   Il quartetto di musicisti era conosciuto da tutti, visti ad ogni concerto Hermans perché da loro organizzato: questa volta protagonisti come interpreti: e lode vada a questo quartetto, di più !

   FABIO CECCARELLI, con una copia di M, Wenner di un traversiere di G. Palanca eseguito a Torino, non abbiamo capito se nel 1740 o 60; GABRIELE PALOMBA, che aveva la copia eseguita a Verona nel 2001 di una Tiorba 14 ordini Tieffenbrucker: uno strumento con 8 corde con un braccio lunghissimo in cui 2 erano le rotelline per tirare le corde, che venivano suonate a mano con le note entro il primo dispositivo che regolava la tiratura; FABIO CIOFINI, con un clavicembalo italiano rifatto da Petroselli quest’anno, che forse era alla prima esecuzione pubblica; il tastierista ha anche fatto ascoltare un brano all’Organo, che è anch’esso d’esecuzione moderna; bravissima è stata la moglie del tastierista, ALESSANDRA MONTANI, con il violoncello, strumento caratteristico a 4 corde suonato con la stecca; il particolare che rende onore ad Alessandra, è che il violoncello Boiven\Grasset è originale francese del 1700.

   Per iniziare brillantemente un concerto di musica barocca, si gioca sul sicuro con Antonio Vivaldi (4 – 3 – 1678 Venezia 28 – 7 – 1741 Vienna). Su quest’autore eccezionale già troppo abbiamo detto e risparmieremo di ripeterci; unica cosa che mai sarà eccessiva sarà ascoltarlo. Diremo solo di una curiosità: i genitori hanno scelto di mettere ad ogni figlio un doppio nome: fratello Francesco Gaetano, sorella Margarita Gabriella e lui Antonio Lucio: le considerazioni in proposito le lascio al lettore. Il resto, a parte quel poco da me già scritto, è arcinoto: il suo indirizzo ad una carriera ecclesiastica per carenza di mezzi della famiglia, la sua Gloria come musicista che ha condizionato la sua trasferta a Vienna, la gloria presso la Corte Reale, la sua fine miserrima, dimenticato perché andava in voga la musica facile, e lui con le sue acrobazie intellettuali, era arrivato troppo oltre e non lo capivano più. Riscoperto solo all’inizio del ‘900, è  stata interpretata la sua caratteristica avanguardista, ed ora si considera uno dei più importanti musicisti che hanno evoluto la musica barocca. A Montefranco hanno interpretato la sua “Sonata RV 50 per traversiere e basso continuo”: un brano articolato secondo la sua caratteristica, con varie tonalità ma dalla sequenza appassionante.

   Dopo un Autore del genere, non poteva essere interpretato chi non reggeva al paragone; allora è stato necessario ricorrere a Tommaso Albinoni (8 – 6 – 1671 \ 17 – 1 – 1751 sempre a Venezia). Non era un fanfarone, ma, anzi, aveva l’umiltà di capire che c’è sempre meglio da fare, perché non si raggiunge mai il massimo; per cui voleva attribuirsi il titolo di “Musico di violino dilettante veneto”. Qualifica che dovette abbandonare quando morì il padre, e lui dovette qualificarsi professionista, pur di assumere la carica che gli permise d’essere chiamato per svolgere esecuzioni remunerative:  il discorso che serve per alzare la pagnotta, tutti in famiglia. Però mantenne la dignità di non accondiscendere al mecenatismo, che all’epoca era comune ed abituale (quasi come adesso ma più apertamente). Peccato che molte delle più di 50 opere sono state perse; comunque nei suoi ultimi anni d’attività Albinoni si dedicò sopratutto alla “Scuola di Canto”, che aveva fondato. Non solo per partecipare la sorte dell’autore precedente, anche Albinoni fu dimenticato dagli appassionati di Musica; ma anche lui risorse a Gloria nello stesso periodo di Vivaldi, all’inizio del secolo scorso: quando gli studi approdarono al Contenuto, superando la Moda.  E’ stata fatta ascoltare la “Sonata op. 6 n° 6 per flauto (traverso m.d.a.) e basso continuo”, in cui Ceccarelli si è destreggiato in grandiosa articolazione

   Siamo rimasti sui grandi autori, con Alessandro Marcello ((1 – 2 – 1673 \ 10 – 6 – 1747 sempre a Venezia). Il padre lo voleva instradare nell’ambiente legale, ma lui preferiva quello musicale; per cui, senza creare screzi inadeguati, ha approfondito la sua preparazione ed a 20 anni già era preparato nello studio sul Componimento, anche se non si curò di mantenersi in salute, che divenne presto vacillante. Sua caratteristica era l’estro poetico (che esprimeva anche in composizioni letterarie) ed armonico; così il suo repertorio è molto vasto, sia scritto che musicale, con componimenti teatrali, musica sacra e profana, oltre che strumentale su tastiera, sonate, concerti e sinfonie. Non c’è da stupirsi se a Montefranco è stato ascoltato il “Concerto in Re min. per oboe e orchestra”; questo perché J. S. Bach, che ha trascritto un mucchio di opere d’altri autori, ha traslato il componimento per Organo; allora Ciofini, spostandosi all’Organo dietro i musicisti, ha suonato  il brano per Organo, secondo l’interpretazione di Bach; un brano movimentato che arriva al mistico, per terminare con un Presto vivace.

   Invece Giovanni Benedetto Platti è un compositore che, nonostante la sua importanza, non si conosce molto, e la sua vita è molto oscura (9 – 7 – 1697 Padova \ 11 – 1 – 1763 Werzburg). L’educazione musicale l’ha svolta indubbiamente a Venezia, ma con una certa esperienza è partito per la Franconia, ove oltre ad essere stato

Maestro di Canto, ha scritto virtuosismi in composti da Camera. Ha lasciato 7 lavori vocali e centinaia strumentali; nello stile si distingue nell’atteggiamento “galante” che supera il barocco per precisione e razionalità “naturale”, nella struttura del sentimento; è stato ricollegato, per questo, alle forme filosofiche elaborate da Rousseau. Hanno suonato in un duo Fabio Ceccarelli al traversiere e Ciofini al clavicembalo, ed hanno svolto un brano molto profondo: dopo un inizio “siciliano” molto delicato, è intervenuto un ritmo più svelto ma sempre ritmato.

   Un altro brano di Vivaldi ha infuso nel pubblico un’emozione che va dalla delicatezza all’entusiasmo; senza euforia, ma con partecipazione. La Sonata RV 47 per violoncello e b. c. è stata eseguita da, chiaramente, il violoncello, la tiorba e il clavicembalo.

   Conclusione entusiasmante lanciata da Marcello; che non era quello di prima, perché Benedetto aveva 13 anni in meno di Alessandro (24 – 7 – 1686 Venezia \ 29 – 7 – 1737 Brescia). E’stato  eseguito subito dopo Platti, forse perché ha ricevuto ottime attribuzioni da lui. Da Nobile Veneziano, voleva il padre indurlo alla carriera legale; che a lui non andava a genio. Però la sua scelta che propendeva verso il settore musicale non ha comportato disaccordi, ma è stata seguita senza lasciare completamente la materia indotta. Però ha saputo diventare un Grande della Lirica, anche perché i maestri scelti erano molto validi, e gli hanno saputo far apprendere delle qualità molto raffinate. Andato a Pola, le sue composizioni raggiunsero un successo straordinario; ma forse per il  clima infido, si ammala e deve tornare nella ridente Italia, e si ferma a Brescia. Distinguerà la sua Arte nel raggiungere nella musica l’equilibrio dei toni appassionati con quelli drammatici; forse per una tendenza che coltivava anche nelle Opere Letterarie, indubbiamente di altissimo livello.

Sono terminate le manifestazioni Hermans Festival? Possiamo essere contenti di aver assistito ad una serie di rappresentazioni importantissime, in cui i migliori interpreti a livello internazionale sono stati ammirati, ed hanno accettato con simpatia il contatto con il pubblico, che dopo ogni concerto è accorso per fare i complimenti.

   Possiamo anche attribuire il giusto merito agli Organizzatori, che hanno concluso questo periodo di Concerti nella Verde Umbria, che non dovrebbe nascondere le sue Bellezze, perché ricche di Contenuto Storico e Ambientale.

   Quindi rivolgiamo i nostri complimenti per la 19° edizione Hermans, che ha entusiasmato, ottenendo indiscutibile successo da tutti i vari presenti, che sarebbero stati una caterva di più se l’informazione fosse stata più det

  Fabio Ceccarelli al traversiere; Gabriele Palomba alla tiorba; Fabio Ciofini al clavicembalo; sua moglie, la sorridente e solare Alessandra Montani  al violoncello: Grazie – vi aspettiamo per la 20° Edizione: e fateci sentire.

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