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LE NATURE MORTE DI GIORGIO MORANDI AL VITTORIANO

ridimensionadi Maria Michela D’Alessandro (AG.RF. 01.03.2015) (river flash) – Risale al 1973 l’ultima mostra a Roma dedicata interamente all’artista bolognese Giorgio Morandi. Cesare Brandi la curò alla Gnam di Valle Giulia; dopo quarant’anni Maria Cristina Bandera riporta nella Capitale i lavori dell’artista delle nature morte. Oltre centocinquanta opere, di cui cento dipinti, sono esposte fino al 21 giugno 2015 nelle sale del Complesso del Vittoriano. Con l’esposizione “Giorgio Morandi. 1890-1964” continua un percorso iniziato nel 2012 che conferma l’attenzione del Vittoriano per la pittura del Ventesimo secolo.

Le opere di Morandi, distribuite in ordine cronologico e tematico, mirano a ricostruire la vita artistica di uno dei protagonisti della pittura italiana del Novecento, considerato tra i maggiori incisori del secolo. Il percorso espositivo infatti, grazie alla meticolosità della curatrice che, dopo aver portato Morandi al Metropolitan di New York nel 2008, al MAMbO di Bologna l’anno seguente, al Museo d’arte della Città a Lugano nel 2012 e a Bruxelles, al Bozar, nel 2013, è riuscita a raccogliere opere provenienti da importanti centri museali, tra cui il Centre Pompidou di Parigi, la Galleria degli Uffizi a Firenze, la Pinacoteca di Brera a Milano e i Musei Vaticani.

Seguendo il percorso artistico sarebbe limitante soffermarsi a leggere le didascalie delle opere, i titoli infatti si ripetono, “Natura morta”, comprese conchiglie, “Fiori” o “Paesaggio”, particolare che potrebbe far credere ad una ripetitività dell’artista. È allo sguardo e all’interpretazione che spetta il “giudizio”, poiché lo stesso Morandi motivava la sua scelta dicendo che «gli stessi titoli che ho scelto per queste opere sono convenzionali, […] senza alcuna allusione alla bizzarria o a un mondo irreale». L’accostamento degli stessi temi dona al visitatore la possibilità di indagare e approfondire l’arte di Morandi, i cambiamenti, la tecnica, la collocazione degli oggetti nelle opere.

Presenti inoltre quaranta incisioni, alcune all’acquaforte, altre in rame elettrolitico, realizzate tra il 1915 e il 1961, e documenti dell’artista, soprattutto lettere che scritte a suoi colleghi.

La mostra è organizzata da Comunicare Organizzando.

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