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LA VICENDA DEI SOSTENITORI LAZIALI IN POLONIA: BANDITI INDIVIDUALI E BANDITI DI STATO

di Alfredo Parisi (presidente di Federsupporter)

(riverflash) – Le affermazioni delle Istituzioni polacche in una vicenda che sta assumendo aspetti che travalicano i pur gravissimi, drammatici episodi individuali, non possono che lasciare interdetti che crede di vivere in una comunità europea basata sul riconoscimento e la tutela dei valori posti a base di una società democratica.

Gli stessi comportamenti delle massime Istituzioni italiane, dal Presidente del Consiglio al Ministro degli Esteri, ai Parlamentari che hanno manifestato a parole lo stupore e la condanna dei fatti ( tanti) o che concretamente si sono attivati (pochi) non possono non portare ad alcune riflessioni di carattere generale.

Il richiamo a stralci della stampa può costituire una sorta di “fil rouge” nell’analizzare questa situazione che sta assumendo connotati e dimensioni “ paranormali”.

Le richieste italiane : “ Nel rispetto delle leggi e della separazione dei poteri ho chiesto al governo polacco di accelerare l’applicazione delle regole “, così le dichiarazioni del nostro Premier ( cfr. La Gazzetta dello Sport del 6/12/2013).

La replica polacca : “ Farò tutto il possibile per accelerare le procedure ….Condivido e capisco le preoccupazioni dei familiari…”, ma ogni Paese “ deve avere cura dell’atteggiamento dei propri tifosi di calcio “ ( AGI.it ) .

Ed ancora, dal Ministro degli Interni polacco, Sinhiewicz, la cui comprensione per il dolore dei familiari dei ragazzi arrestati è semplicemente patetica, spiega che “… i propri figli che sono banditi e delinquenti ….” ( cfr. Corriere della Sera, del 6.12.2013) e che “..la legge è uguale per tutti, sia per i polacchi sia per gli stranieri”.

Certo la numerosa presenza della delegazione italiana ( ben quattro ministri: Difesa, Istruzione, Sviluppo economico, Coesione territoriale, hanno accompagnato il Presidente del Consiglio) oltre ad essere “ in sintonia sui dossier europei cari all’Italia: dal rilancio dell’industria manifatturiera alla definitiva chiusura dell’infinito negoziato sull’unione bancaria…” ( cfr. La Stampa.it), forse avrebbe potuto ottenere qualcosa di più delle “raccomandazioni” poi trasmesse dal nostro Premier ai familiari dei ragazzi tuttora detenuti.

Ma merita di essere citata anche una ulteriore osservazione del Primo Ministro polacco Tusk sul fatto che “ Ogni Paese deve avere cura dell’atteggiamento dei propri tifosi di calcio “ ( cfr. AGI.it, del 5 dicembre 2013) circostanza quest’ultima che non sembra essere stata recepita da altri quotidiani, e che, mi sembra, accusi chiaramente l’Italia e le sue Istituzioni di carenze comportamentali nei confronti dei propri tifosi, non solo in questo vergognoso episodio. Accuse alle quali non mi sembra sia stata data alcuna risposta.

Questo filo conduttore ci conduce a sottolineare il relativo impegno concreto da parte delle nostre Istituzioni nel far valere quei diritti fondamentali tutelati a livello europeo e il cui rispetto dovrebbe caratterizzare un Paese che vuole definirsi democratico, impegno, viceversa che deve essersi profuso a piene mani negli incontri della Delegazione che, con grande soddisfazione, ha ottenuto “ la partecipazione della Polonia all’EXPO2015 “ ( cfr La Stampa.it)

Sull’affermazione del Ministro degli Interni polacco è intervenuta il Ministro degli Esteri, Bonino, che ha definito quanto dichiarato come “ parole sconvenienti, in particolare per un Ministro”.

Ecco, forse, la parola sconveniente non è proprio la più adatta a definire l’atteggiamento del Ministro polacco, anche se vanno capiti gli obblighi del linguaggio diplomatico, in questo caso più che sconvenienti le dichiarazioni sono irrispettose e irresponsabili, per le conseguenze che le stesse possono avere.

Concludo questa illustrazione lasciando al lettore il compito di farsi una opinione ma sulla base di fatti sino ad oggi riportati dalla stampa, e non da un documento ufficiale che, forse, la Farnesina avrebbe potuto e dovuto rilasciare:

a)dieci cittadini italiani sono stati condannati per direttissima, con pene varianti da 2 anni a quattro mesi tuttora in carcere;
b)dodici cittadini sono in attesa di giudizio e si sono rifiutati di fornire una dichiarazione scritta in polacco per l’assunzione di responsabilità.
c)150 persone sono state, secondo il comunicato della polizia polacca riportato dalla stampa ( cfr. Il Tempo del 3 dicembre) “ arrestate .. Ognuna è stata fermata e giudicata individualmente. Alla fine per 5 persone è stata rinviata la data del processo mentre 14 sono stati prosciolti. Altri sono stati rilasciati su cauzione con multe da 400 $ a 3.000$ e 3 sono stati arrestati con la condanna di 2 anni di reclusione con la condizionale. Tutto è avvenuto intorno alle ore 16 quando alcuni teppisti hanno attaccato un gruppo di poliziotti. Ci hanno lapidato con sassi ed assaltato con pali e cestini dell’immondizia. Per non farsi identificare si sono coperti completamente la faccia con i passamontagna e ci hanno distrutto anche un’auto”.

A completamento di tutto quanto sopra esposto, si ritiene opportuno riportare una denuncia pervenuta a Federsupporter, e sulla quale l’Associazione ed i suoi avvocati stanno lavorando, denuncia debitamente sottoscritta e , forse, farà cambiare atteggiamento ad alcuni opinionisti di radio romane che hanno descritto la drammaticità delle situazioni individuali con una equazione “ galera= colpevolezza” : se sono in carcere è perché hanno fatto qualcosa.

Augurerei a loro solo di non dover applicare questa equazione ai propri figli e di non dover mai vivere nell’angoscia di non sapere .

“Mio figlio era appena arrivato a Varsavia da appena 3 ore assieme ad un suo amico. Si è trovato accanto alla ragazza intervistata da Radio Capital (l’intervista è stata diffusa da LaRepubblica ed è interessante da ascoltare)  sia in strada che poi nella struttura in cui sono stati “arrestati” . Apparentemente sembravano scortati per loro interesse dalla polizia polacca fino allo stadio. Quando la polizia ha cominciato a correre davanti a loro, si sono arrestati e poi,  seguendo i suggerimenti dati da un “tifoso” polacco “che parlava italiano” hanno continuato a camminare lentamente verso lo stadio fino a quando sono stati accerchiati e costretti a sdraiarsi in terra. Alla fine li hanno tutti portati in polizia. E’stato trattenuto per oltre 48 ore, denudato, deriso, privato di tutti gli oggetti personali, gli sono state prese le impronte digitali, lasciato senza mangiare e senza bere acqua!!! tutto senza poter capire quello che gli veniva detto.  l’hanno fatto firmare che rinunciava ad un avvocato e quindi ai suoi diritti!!!  senza capire quello che era scritto!!!   gli e’ stata notificata una data nella quale si terrà il processo per  ” aver volontariamente disturbato l’ordine pubblico cantando l’inno della sua squadra (tra l’altro nemmeno vero!!)  spinto i passanti ( come?? se erano già tutti in fila procedendo lentamente verso lo stadio scortati dai poliziotti polacchi!!!) dimostrato di ignorare i principi fondamentali dell’ordinamento giuridico”  .

 

varsav poliz lazio

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