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LA SICILIA, I FLORIO E LO STILE LIBERTY A PALERMO

di Sabrina Sciabica (AG. RF. 27.05.2015)

(riverflash) – Peculiarità dell’Art Nouveau è, prima di tutto, la linea fluida, sinuosa, che rappresenta il movimento. E ancora la sensualità, la gentilezza del tratto, l’eleganza. Tali qualità si ammirano sia nei soggetti femminili sia nella natura, florida e splendente, fonte di ispirazione per l’artista. Motivi floreali, ondulati viticci, leggiadri uccelli variopinti ed energici cavalli in corsa si susseguono nel Liberty che diventa la filosofia della nuova classe dominante, la borghesia.

Tutto ciò rispecchia il periodo storico denominato Belle Époque proprio per il senso di ottimismo e fiducia verso il progresso, contro ogni conservatorismo. In particolare in Italia, a seguito dell’Unificazione, si cercava un linguaggio artistico nazionale per esprimere la speranza di futuro migliore, più libero e meno povero materialmente.

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Franca Florio ritratta da Giovanni Boldini, 1903

In pittura l’essere umano è soggetto privilegiato e temi diffusi sono l’edonismo, l’estetismo, la perfezione ossessiva dei corpi. Ne sono testimonianza le fascinose figurazioni di Giovanni Boldini, ritrattista più richiesto dell’epoca, tra cui spicca quello di donna Franca, emblema della classe, del gusto, della bellezza siciliana. Franca, punto di riferimento nei salotti mondani europei, era la moglie di Ignazio Florio, uno dei pochi potenti industriali italiani di inizio secolo. Proveniente da famiglia aristocratica siciliana, veniva chiamata la regina di Sicilia per la sua nobiltà e “stella d’Italia” dall’imperatore Gugliemo II che di frequente era ospite della famiglia Florio.

Villa Igea

Villa Igea

Passando all’architettura, uno degli esempi meglio conservati degli edifici Liberty, trasformato oggi in albergo di lusso, è Villa Igea. Fu chiamata così da Ignazio Florio per celebrare la figlia, Igea appunto. Egli decise ancora una volta di affidare a Basile il progetto di ristrutturazione di una palazzina esistente caratterizzata da merlature e torrette che si affacciava proprio sul mare. Tutto attorno fu creato un lussureggiante giardino in cui gli ospiti potevano passeggiare conversando e rigenerarsi fra amenità naturalistiche. In quel periodo, per il suo clima mite e il suo mare pulito, la Sicilia era considerata un luogo salutare. Nella villa lavorarono decoratori, pittori e scultori per ornare gli interni e persino l’arredamento, in parte ancora in uso, era consone alla moda del momento: il mobilio fu realizzato appositamente dagli artigiani di Vittorio Ducrot nello “stile floreale”.  Oggi il Grand Hotel Villa Igea è un 5 stelle superior con 122 camere e 12 suite.

 

Tonnara Florio a Palermo

Tonnara Florio a Palermo

 

Poco più avanti, nello stesso golfetto dell’Arenella, si trovano i resti di un mulino e un edificio residenziale in stile neogotico opera dell’architetto Carlo Giachery (1830) che facevano parte di un’altra tonnara dei Florio. Successivamente la tonnara fu del tutto dismessa, a causa della mancanza del pesce, e oggi è in parte club nautico e in parte ristorante/sala ricevimenti.

Oltre che appassionati d’arte e collezionisti, tra i Florio ci fu uno sportivo e organizzatore di eventi: il fratello di Ignazio, Vincenzo, che diede vita nel 1906 alla più famosa delle corse automobilistiche italiane, subito dopo la Millemiglia, la Targa Florio. Parteciparvi è ancora oggi inebriante.

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