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LA MODERNA SCHAVITU’

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AG.RF.(Claudio Peretti).08.05.2017

“riverflash” – Oilà! Siamo tutti tronfi e contenti di vivere in questi nostri tempi moderni, orgogliosi di essere nel 2018, fuori dal medio evo, fuori dall’antichità, fuori dalla preistoria.

Oggi i moderni siamo noi, e ci scordiamo che in ogni epoca, che si è susseguita ad un’altra, la gente era convinta di essere più furba e più intelligente della generazione precedente, più moderna.

Secondo noi tutti, la schiavitù è stata abolita: non c’è più. Ma ne siamo veramente certi? In fondo cosa era la schiavitù, intesa nel senso classico: alcuni uomini, più ricchi e dotati di un apparato bellico ed organizzativo più forte, costringevano altri uomini a lavorare per loro, usando la forza, le catene, in pratica la costrizione fisica. La qual cosa oggi è considerata orribile, amorale e barbara, anche se a perpetrarla è stata soprattutto la nostra razza bianca a scapito di quella nera.

Ma siamo poi certi che oggi la schiavitù non ci sia più? Se alla forza fisica sostituiamo la forza psichica della persuasione, il gioco è fatto: stiamo assistendo ad un modello di schiavitù moderno e molto più evoluto ed efficace.

Più efficace perché, quando si riesce a convincere la gente a fare quello che i potenti vogliono, non c’è neanche più il rischio di rivolte e di rivoluzioni, la gente è contenta così, segue le mode, lavorando incessantemente si compera l’ultima auto che la costringerà a fare lunghe code nel traffico, andrà in vacanza su navi da crociera dove la gente vive più accalcata che in città ecc.

Il metodo di renderci schiavi si è evoluto perché si basa su teorie e ricerche moderne che usano i pubblicitari, che conoscono la psiche umana. Inoltre sono agevolati dalle banche dati che svelano ai furbetti del mercato e delle agenzie pubblicitarie tutti i nostri consumi, le nostre preferenze ed in pratica, tutta la nostra vita. Giacomo Rizzolatti, 80 anni, è lo scienziato che ha ricevuto alla Scala di Milano il premio ‘Lombardia è ricerca’ per avere scoperto i neuroni specchio: questa scoperta ha dato impulso al neuromarketing, che si basa appunto sull’eccitazione di questi neuroni del cervello, per cui, inconsciamente, facciamo quello che gli altri vogliono e ci inducono inconsciamente a fare con tecniche particolari, di cui non riusciamo a renderci conto.

Non solo, ma in base al neuromarketing voteremo anche il politico in base al comportamento ed al look che gli hanno suggerito i registi delle campagne elettorali, assoldati appositamente dai partiti, prendendoli dalle agenzie pubblicitarie. E questa non è schiavitù? Ci costringono a lavorare come matti per poterci pagare le rate dell’auto, per andare in vacanza in quel determinato posto, per comperarci il Rolex o per usare quel particolare profumo e così via.

In pratica, senza accorgercene, facciamo ancora quello che facevano gli schiavi un paio di secoli fa: lavoriamo perché costretti da forze di cui neppure siamo consapevoli, felici e sereni perché lo fanno tutti. Siamo come gli altri, seguiamo le mode che ci sono psichicamente imposte da forze potenti e sottili, guardiamo la televisione tutte le sere, pagando anche l’abbonamento, per farci fare il lavaggio del cervello e per essere dei perfetti moderni schiavi, sicuri che la schiavitù è stata abolita due secoli fa!

Come reagire? Come sopravvivere alla Matrix? Semplicemente con la consapevolezza, con una consapevolezza aumentata, figlia della cultura, della filosofia e, perché no, figlia di una maggiore introspezione, che, invece di farci guardare solo fuori di noi stessi, ci faccia anche guardare dentro, per renderci conto di quanta reale felicità ci stia dando questo tipo di vita all’inseguimento dei bisogni che ci vengono instillati dalle forze psichiche dei mass media.

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