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LA MENTE SCATENATA GUARDANDO IL CIELO IN QUESTO MOMENTO

guardando il cielodi Francesco Angellotti (AG.RF 27.07.2014) ore 14:33

(riverflash) – Cosa può venire in mente in una giornata in cui sei solo, non trovi occupazioni da svolgere,  ti senti triste, il cielo è plumbeo (ma che vuol dire? credo vada bene quando il cielo è grigio; ma  perché cercare parole strane di cui si ignora il significato? Beh, però, in fondo dobbiamo assumere l’ atteggiamento di dotti, da intellettuali. Allora, non so esattamente che vuol dire, però il cielo è plumbeo, mettila come ti pare, è plumbeo e basta. Se non capisci meglio, bene così)?

   Riprendiamo, ci domandavamo, in simili circostanze avvilenti, cosa può venire in mante di fare; in fondo, secondo un’analisi introspettiva (com’è bello quest’aggettivo) non c’è motivo di sentire il momento grave o pericoloso; non ci son cause schiaccianti con problemi e situazioni nefaste, come pur tanto spesso accade (ma non ce ne vogliamo accorgere), ma sentiamo nel nostro intimo una languida tristezza quasi piacevole.

   Cerchiamo di chiarire il concetto, perchè altrimenti questa affermazione sembra contrastante e campata per aria. Languore e tristezza pare che siano all’antitesi; ma non è vero e se volete continuare a leggere esprimerò il mio parere secondo il quale considero l’Uomo una contraddizione.

   In momenti come quello or ora descritto, la solitudine e la rilassatezza non sono affatto deprimenti; basta saperle intendere ed assorbire dolcemente. Per esempio, se fuori piovesse, e quest’anno non è affatto occasione rara, lo scrosciare lieve o tempestoso avrebbe una caratteristica estetica che indirizza l’animo lungo una sensazione astratta ma fortissima; anche se sarebbe preferibile stare a rimirare lo spettacolo al coperto, e non dover cercare loco anche angusto per ripararsi.

   Ma adesso non sta piovendo. Plumbeo quanto ti pare, ma non minaccia la pioggia. Allora dobbiamo ripartire da capo. Anche se volevo fare su questo particolare solo un appunto: è molto differente osservare l’acqua che cade lieve o scoscia  tempestosa. La dimensione della pioggia si esprime in circostanze opposte, quindi si presumono opposti gli effetti su chi si pone come semplice osservatore; eppure, come anello di congiunzione, possiamo trovare l’analogia che “la pioggia”, nelle varie maniere e con diversa intensità, può far raggiungere lo stesso stato emozionale e sensitivo nelle persone, anche se gli stimoli possono essere opposti (vorrei far notare il verbo al condizionale, perchè non si possono stabilire regole su questi argomenti; e su altri, ma è un discorso diverso).

   Allora, languore non è tristezza e tristezza non è languore; oppure sono due sentimenti che possono trovare una stessa via da percorrere insieme.

   Un attimo: ma come si fa a stabilire quello che un animo può o deve sentire? Le varianti sono infinite ed incontrollabili. Una stessa causa può provocare una reazione che provoca l’opposto in altra persona. Ma questo anche perché? Perché la ricezione di un’espressione determinata viene assorbita in diversa maniera, a seconda delle infinite diversità di cui sono formate tutti i miliardi di persone presenti (sulla Terra, ma dove se no?). Questa diversità può essere condizionata dalla formazione del soggetto capitato ad esempio, oppure dal suo momento psicologico che tende ed è portato in una direzione particolare ed occasionale.  Allora è giusto che ogni effetto sia recepito in modo personale. Eppur così non è.

   C’è addirittura chi ha svolto dottrine politiche approfondite e dettagliate nell’analisi, che ha trovato nella “massificazione” una determinante risoluzione dei problemi per uno stato di “eguaglianza” che si creerebbe.. Certo, una massa la puoi trattare come corpo unico e quindi l’indirizzi più facilmente; ma bisogna, a riguardo, annullare l’individualità, la forza e lo spirito personale. E allora, qual’è lo sfizio? Riuscire ad organizzare uno Stato perfetto, in cui tutti si muovono com’è stabilito dall’Organismo che imposta l’equilibrio collettivo senza sconnessioni. Dato che questa condizione risulta verrebbe raggiunta annullando le personalità e, quindi, massificando il popolo, mi sembra l’opposto di quanto si debba raggiungere. Ma anche il mio è un parere di parte, è l’opinione di un radicato individualista che ricerca l’espressione dell’Io fin da quando andava a scuola. Però, dico, se Karl è stato tanto geniale nello studio e nell’analisi che ha scandito (potere e contro-potere, il terzo stato, il plus-valore, l’eguaglianza nel Sistema…), perchè non ha studiato il modo corretto per fare la tanto agognata Rivoluzione, lasciando che ogni persona fosse cosciente delle proprie azioni e dell’indirizzo intrapreso? A me sembra ovvio: perchè l’indipendenza non può avvenire in una azione collettiva e quindi la Rivoluzione è da abrogare perchè dà alle Masse la sua autonomia, ma è autonomia di Massa, quindi gli Uomini spariscono e le Personalità si ritrovano ad aleegiare nell’aria.

   In due paroline ho espresso un concetto tanto importante, tanto che vorrei sentire la controrisposta dal caro Silvano: uomo d’alta cultura e dalla preparazione profondissima, studioso attento ed attivista convinto, che però non crede che l’effetto della Massa sia quello che a me pare.

   Questione di punti di vista, ma io affermo ancora che questi sono (dovrebbero essere) tanti quanti siamo (i punti di vista) e che non è un gioco carino conglobare nella Massa le diverse individualità. Ma Silvano saprebbe delucidare l’argomanto con principi storico-filosofici che spiazzerebbero le mie tesi un po’ infantili e maccheroniche (anche questo, che vuol dire? In queste circostanze si dice sempre così).

   Tu pensa, dalla giornata plumbea, cosa siamo finiti a considerare. Ma quando la mente s’incammina senza direzioni, non è indirizzata in nessun senso ed è effettivamente libera d’esprimere qualsiasi stimolo sorge dall’impulso scoordinato.

   Possiamo dir che i vagheggiamenti intellettuali di una mente libera, stimolati dal cielo nelle sue circostanze, è meglio terminarli qua. E’ tornata mia moglie, dobbiamo preparare qualcosa da mangiare raccontandoci dei fatti nostri, cercando di farli filtrare da personali ad espressione del rapporto di coppia.

   Praticamente accantoniamo la nostra individualità e ritorniamo lucidi e coscienti nel Mondo, che tanto carino e tanto ordinato ci aspetta nelle sue strutture coi i suoi dogmi inamovibili. Vien però da chiedersi, perchè tanti innocenti avviliscono la mente e il fisico con la somministrazione di allucinogeni, se basta un attimo in cui si cerca se stessi onde librarsi al di fuori ed al di sopra della realtà quotidiana, a cui si aspira sempre, non si arriva mai, troppo spesso si traversano dimensioni gravi, violente, devastanti perchè volte al bene istantaneo e personale, non al progresso ed alla realizzazione dell’Umanità.

   Quest’ultima affermazione dovrei dimostrare perchè non è contraddittoria con la mia idealizzazione di Individuo, ma saremmo troppo lunghi ed è già ora di pranzo.

Signori: buon appetito

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