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LA CONSOB VUOLE VEDERCI CHIARO SULLO SCEICCO DI PERUGIA AL QADDUNI, CHE VUOLE ENTRARE NELLA AS ROMA

(riverflash) – La NEWCO di James Pallotta, società che ha il pacchetto di maggioranza della AS Roma, dovrà spiegare alla Consob, entro la mattina di lunedì 25 febbraio, in che termini avverrà l’operazione di ricapitalizzazione di 62 milioni di euro grazie all’ingresso nel club del giordano Adel Aref Qaddum Al Shtewie. Quest’ultimo ha la residenza a Perugia e sarebbe già stato vicino in passato all’acquisto dell’Acqua Marcia, il gruppo immobiliare oppresso da 1 miliardo di euro di debiti. Adnan Adel Aref Al Qaddumi Al Shtewi, tramite la banca d’affari americana Deson, era inoltre uno dei possibili acquirenti della Roma nel 2010, ma Unicredit gli preferì la cordata americana guidata da Tom DiBenedetto, di cui faceva parte James Pallotta, l’oriundo sabino attuale presidente della Roma.

Unicredit ha sollevato dubbi sulla consistenza patrimoniale di Adnan Adel Aref Al Qaddumi Al Shtewi, ma gli americani sono tranquilli e ieri sera dal”entourage di Pallotta sarebbero giunte rassicurazioni sulla solvibilità dello sceicco.

Intanto in Borsa il titolo della AS Roma è schizzato in alto del 9,7% venerdì 22 febbraio. La Consob teme il ripetersi del caso Fioranelli, l’agente FIFA amico di Sergio Cragnotti che nell’estate 2009 venne arrestato per aggiotaggio dopo aver dichiarato di essersi accordato con la famiglia Sensi per l’acquisto della Roma. Allora il megafono di Fioranelli era un giornalista del quotidiano sportivo romano, lo stesso che oggi ha portato alla ribalta lo sceicco giordano di Perugia. Quest’ultimo dovrebbe versare 80 milioni nelle casse.

Le responsabilità, dunque, su credenziali e affidabilità di Al Qaddumi ricadono sulle spalle di James Pallotta. L’imprenditore di Boston, affiancato dall’avvocato Mauro Baldissoni, ha gestito l’operazione che dovrebbe aprire le porte dello sceicco nella newco Usa e potrebbe portare a un aumento di capitale di Neep e di As Roma in misura maggiore di quanto determinato dai patti e deliberato dall’assemblea. Il presidente Pallotta si è detto tranquillo.

Banca Unicredit avrebbe saputo tre settimane fa, quando è stata sondata sulla disponibilità a modificare i patti relativi ai posti nei cda della Roma e di Neep nella prospettiva di un nuovo investitore. Nel consiglio del club, Unicredit dispone di cinque posti di cui un vicepresidente (Roberto Cappelli): secondo le richieste, dovrebbe scendere a tre. Nella Neep vanta invece quattro posti e dovrebbe scendere a tre. A metà febbraio ha poi conosciuto il nome dell’investitore, ma avrebbe subordinato la modifica del patto nella holding alle garanzie sulla sua reputazione e al versamento dei 50 milioni promessi. Questa somma, aggiunta ai 12 milioni della quota spettante a Unicredit nella nuova tranche dell’aumento deliberato (30 milioni), avrebbe costituito l’ammontare della futura ricapitalizzazione ipotizzata per un totale di circa 62 milioni. Secondo questo piano, Unicredit si sarebbe diluita al 25%, salvo scendere ancora al 15% qualora si chiudessero i negoziati con Luca Parnasi, il costruttore, amico del sindaco Alemanno, che ha rilevato l’ippodromo di Tor di Valle per demolirlo e far sorgere il nuovo stadio giallorosso. Il tutto subordinato alla rielezione di Alemanno a sindaco di Roma Capitale, al momento improbabile visti i sondaggi. Parnasi aspetta che il terreno tra le anse del Tevere sia pronto per il nuovo quartiere, probabilmente infestato dalle zanzare sempre presenti nei convegni notturni dell’ippodromo del trotto.

 

AG.RF  23.02.2013

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