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Il Principe Carlo e la moda sostenibile

di Valentina Riso (AG.RF 30.11.2020) ore 20:06 (riverflash) Quando si parla di icone fashion all’interno della famiglia reale britannica, siamo tutti abituati a pensare a Kate Middleton. Ora a farle concorrenza è arrivato il principe Carlo. Sostiene la moda green, è contrario ai trend usa e getta e fa il possibile per contrastare lo spreco del fast fashion. E quanto ha dichiarato lo stesso erede al trono in una intervista a Vogue UK.

Quello che si evince dall’intervista è una persona molto attenta nei confronti della natura. Grazie al suo staff, per esemio, riesce a far durare il più a lungo possibile gli abiti che apprezza, tutti rigorosamente realizzati dai sarti di Saville Row a Londra. Odia buttare i vestiti, fa riparare le scarpe su misura di pelle, fa rattoppare maglioni e giacche, sostenendo così un concetto di moda sostenibile. L’unico piccolo “inconveniente”? Invecchiando, si tende a cambiare forma, dunque per lui non è sempre facile indossare i vecchi abiti.

La passione per moda sostenibile deriva dall’attenzione che il Principe Carlo ha sempre avuto nei confronti dell’ambiente. E proprio da questa passione è nato il progetto Modern Artisan in collaborazione con Federico Marchetti, fondatore di Yoox.

«Due o tre anni fa io e mia moglie abbiamo visitato la sede di Yoox Net-a-Porter. Fu allora che conobbi il founder» racconta a Vogue. Da quell’incontro è nato un progetto di collaborazione tra alcuni studenti del Politecnico di Milano e alcuni studenti in Scozia che, grazie alla Fondazione del Principe Carlo, avevano avviato un progetto di formazione tessile in alta moda e abilità di cucito. L’obiettivo è unire in una collezione moda, lusso e sostenibilità.

I giovani avranno così le competenze necessarie per realizzare capi di lusso rispettando standard di qualità fra i più elevati. La collezione è composta da dieci modelli da donna e otto da uomo è disponibile su tutti i quattro brand del gruppo con una platea di 4.3 milioni di clienti.
“Sono rimasto enormemente impressionato dagli sforzi, dalle idee e dalla visione mostrata dagli artigiani del Regno Unito e dell’Italia. Spero che conservino da questa esperienza un bagaglio di conoscenze e che abbiano capito come un approccio sostenibile alla progettazione e alla produzione possano essere utili e applicabili alle loro imprese o alle loro carriere future. La chiave per me – ha detto il principe di Galles – è riscoprire l’importanza che la natura riveste, capire da dove provengono i materiali naturali e come possono essere utilizzati in modo sorprendente e innovativo. Dopo tutto, la natura è la fonte di tutto”.

Nello specifico, la collezione è stata disegnata da sei studenti italiani del centro di ricerca Fashion in Progress (FiP) del Politecnico di Milano. Allo stesso tempo, degli artigiani britannici hanno seguito corsi di formazione professionale per la produzione di lusso in piccole serie presso il Centro di Formazione Tessile di Dumfries House, quartier generale della The Prince’s Foundation nell’Ayrshire in Scozia.
Durante questa fase, gli artigiani hanno appreso tecniche di produzione avanzate, dalla cucitura al disegno del modello e al controllo qualità, e allo stesso tempo acquisito l’expertise necessaria per lavorare adeguatamente lana, cachemire e seta, assicurandosi che le finiture dei vari modelli siano all’altezza del mercato del lusso.
Queste competenze sono state formalmente riconosciute con la certificazione Modern Apprenticeship Award in Heritage Textiles in partnership con il Glasgow Clyde college. I capi in maglia sono stati disegnati dagli artigiani italiani e realizzati presso il maglificio di Johnstons of Elgin ad Hawick, in Scozia, dove i partecipanti hanno potuto approfondire il processo di lavorazione britannica dei filati.
Tutti i proventi derivanti dalla vendita della collezione saranno donati alla The Prince’s Foundation per sostenere lo sviluppo e la gestione dei programmi formativi destinati a preservare le competenze artigianali tessili.

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