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IL NAPOLI RIALZA LA TESTA NEL MONDAY NIGHT, LA LAZIO VELEGGIA NEL BUIO

AG.RF  02.12.2013  (M.V.)

(riverflash) – Porte che sbattono in diverse direzioni, le “sliding doors”. Nel Monday Night che chiude la 14ª di Serie A, porte che si aprono nuovamente alla luce per il Napoli e porte sul buio di un futuro senza certezze per la Lazio. Seconda sconfitta interna consecutiva, dopo quella incassata contro il Genoa, per i biancocelesti. Una battuta d’arresto amara perché avvenuta nel giorno del ricordo di Tommaso Maestrelli, l’allenatore del primo scudetto laziale. Nella serata da archiviare in fretta lo sberleffo di Pandev che, dopo il gol, si è messo le mani dietro alle orecchie insultando il presidente Claudio Lotito. L’attaccante macedone ha precisato, nel post-partita, che gli sberleffi erano solo per il presidente, non per la tifoseria laziale.

Il Napoli, dal canto suo, si rimette in corsa dopo 3 sconfitte di fila che lo hanno allontanato dalla vetta. I partenopei rialzano la testa proprio all’Olimpico, dove subirono il primo stop nell’attuale campionato per mano della Roma. Benitez ha proposto il tridente Callejon-Pandev-Insigne dietro a Higuain unica punta, mentre la Lazio faticava con la difesa a 4 Konko-Cana-Ciani-Radu. In regia Petkovic sceglieva Biglia, uomo dai passaggi orizzontali, escludendo C.Ledesma.

La cronaca inizia nel segno della Lazio. Al 5’ Lulic cambia gioco per Candreva che finta la battuta al volo, stoppa il pallone e tenta il sinistro, palla fuori di pochissimo. La Lazio c’è, gli attaccanti pressano i portatori di palla del Napoli che sembra in difficoltà. La partita vive di fiammate, ma sono sempre i biancocelesti a rendersi pericolosi. Al quarto d’ora palleggio di Perea che libera Hernanes, il brasiliano prende la mira, ma il suo tiro è debole, nessun problema per Reina. I pericoli maggiori arrivano dall’out di destra, teatro delle scorribande laziali. Ci prova anche Konko, ma la palla esce di poco al lato. Venti minuti di sola Lazio, poi la differenza la fa il fuoriclasse; palla di Inler per Higuain che ingrana la quarta e parte da metà campo lasciando sul posto Cana, Ciani è in ritardo e l’argentino insacca. L’importanza di chiamarsi Higuain, il Napoli è in vantaggio. Ma la Lazio è viva, è lontana parente di quella vista a Genova, non solo dal punto di vista del gioco. Non passa neanche un minuto che la dea bendata si materializza in area partenopea prendendo le sembianze di Behrami che, sul tiro cross di Candreva, spedisce nella propria porta. E’ 1-1. Il match si infiamma, le squadre si allungano, ma in campo regna la confusione. Il Napoli protesta per un gol annullato ad Higuain, la Lazio recrimina per l’occasione capitata ad Hernanes, ma il risultato non cambia. L’ultima emozione del primo tempo la regala Candreva che da posizione defilata cerca il gol, ma la palla si perde a fondo campo. La seconda frazione inizia cosi come era finito il primo tempo. Al 2′ è Hernanes, dopo un doppio passo, a tentare il sinistro, ma la palla esce di un nulla. Alla prima azione è di nuovo il Napoli a passare in vantaggio. Higuain crossa in mezzo, Pandev vince un rimpallo e di sinistro gira in porta per il nuovo vantaggio partenopeo. Ci prova Hernanes a dare la scossa, ma il brasiliano spara a salve. Al quarto d’ora Petkovic opera la prima sostituzione, dentro Floccari fuori Gonzalez. Cambio di modulo per il tecnico di Sarajevo che passa cosi alle due punte. La mossa di Petkovic sveglia la Lazio che si rende pericolosa prima con Lulic che perde l’attimo giusto per la conclusione, poi con Radu che si prova dalla distanza non trovando però il bersaglio grosso. Entra anche Keita, Lazio a trazione anteriore. L’azzardo di Petkovic non paga ed il Napoli cala il tris; palla in profondità, Cana tenta l’intercetto ma sbaglia aprendo la strada ad Higuain che, a tu per tu con Marchetti, non può sbagliare. Ci prova Candreva a dare la scossa, ma il suo tiro dai 30 metri non può impensierire Reina. Quando sul match sono pronti a scorrere i titoli di coda sale in cattedra Keita che semina 4 uomini e spara una bomba sotto al sette che vale il 2-3. Un eurogol che aumenta i rimpianti per l’ingresso tardivo del giovane ex Barcellona. A rendere inutili gli ultimi minuti ci pensa Ciani che perde malamente il pallone nella trequarti campo aprendo una prateria nella quale Callejon corre libero verso Marchetti, trafiggendolo.

 

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