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HERMANS FESTIVAL: nella notte di Polino le note della musica barocca

di Francesco Angellotti (AG.RF 03.09.2018)

(riverflash) – Se da Terni vi incamminate per la Valnerina, arrivati ad Arrone troverete una stradina sulla destra con indicazione: Polino. Se vi ci introducete, percorrerete per 9 km una stradina stretta e tortuosa, che vi porterà fino al Paese indicato. Il posteggio non è difficile nella piazza che accoglie i visitatori. E qui, si innalza bellissima una cattedrale edificata nel 1500; poco distante, funziona una Fontana che risale al 1600. Infatti, a quei tempi, era il tutto organizzato dal conte Castelli, che ruotava attorno al conte di Collestatte e Torreorsina, come Governatore perpetuo di Polino. Così ha messo in piedi un Paesino carinissimo, immerso nel verde bosco a più di 800 m. di altezza, inserita nei Monti Sibillini, vicina al Terminillo, Monteleone, Spoleto, Greccio…

   Il numero più nutrito dei residenti fu raggiunto nel 1881 con 498 abitanti; adesso, che l’industrializzazione e la massificazione è dilagata, raggiunge il numero più ristretto da quando fu edificata: 235 abitanti.

   E’ un Paese dimenticato, in cui la Vita è passata, ha lasciato testimonianza ed è svanita.

   Questa definizione potrebbe sembrare un processo naturale, portato dalla Civilizzazione; ma allora, che sta a fare il Bar-Ristorante che venerdì sera abbiamo constatato quanto era pieno di clienti? E poi, all’interno del Paese ove c’è il Castello del conte e tutti i vicoli della popolazione, come fanno a funzionare altri 3 Ristoranti?

   Non è difficile trovare la soluzione al dilemma; in un ambiente così elegiaco, c’è il Museo dell’Appennino Umbro. Non è strano un museo in un Paese di 235 abitanti, perché, oltre alla presenza di Cave di Marmo e giacimenti di Ferro, è esposta la testimonianza di una Miniera d’Oro.

   Quindi, nonostante il Paesino sia piccolo e poco commerciale, ha un valore importante, in un ambiente che eleva lo spirito anche solo guardando la vallata dall’alto dello spiazzo d’ingresso.

   Si capisce, allora, come un’organizzazione come Hermans Festival da 15 anni riesca a far eseguire interessanti serate musicali in questo nocciolo di Cultura; fino a poco fa l’audizione era in Chiesa o presso la Sala Comunale; adesso è stato organizzato l’Auditorium, che è ampio ed ottima è l’acustica (anche grazie ad un soffitto eseguito con materiale e forme adeguate per lo scopo).

   Ma quanta gente vuoi che si arrampichi fin lassù, per ascoltare un concerto di Musica Antica, per tornare a casa col buio in una stradina piena di curve? Non li ho contati, ma la Sala dell’Auditorium era piena.

   Ad onor del vero, per ascoltare una musica da camera così ricercata, non ci voleva tanto a riempire una Sala; anche grande come hanno organizzato a Polino. Bastava che l’evento fosse noto.

   Il concerto “Ensemble les Nations”  era una ricerca che 3 studiose hanno fatto, cercando i Testi messi in musica in epoca barocca,  riguardo le Donne che hanno avuto dominanza nella storia raccontata nella Bibbia. Chiaramente gli strumenti erano d’Epoca, perché non si posson fare cose di data antica, con improvvisazioni moderne: che roba!

   Di attuale c’era la voce di Laura Antonaz, che aveva un bel timbro da soprano. Rossella Ippolito ha studiato magnificamente la Viola da Gamba, mentre Maria Luisa Baldassarri era preparatissima al Clavicembalo.

   Forse non tutti hanno presente la “Viola da Gamba”, perché è uno strumento andato in disuso già nella seconda metà del ‘700. Eppure avreste dovuto sentire Rosita cosa ha tirato fuori da quello strumento, dal suono particolare molto ibrido. Ve ne sono 2 diversi tipi, con particolari caratteristiche; modello francese con 7 corde, ed inglese con 6; è bellissimo sentire la sua cordofonia ad arco, profonda ma dinamica e… non si può descrivere, i suoni non sono più ripetuti da nessuno strumento, ma elevano con una sequenza… “irripetibile”.

   Classico dell’epoca barocca anche il Clavicembalo; da non confondersi come antesignano del pianoforte, di cui conserva solo la forma: più o meno. Però non ha i pedali, ma il suono è completamente diverso; anche se pure nel Clavicembalo bisogna fare una distinzione, perché c’è quello il cui suono viene prodotto da “corde pizzicate” ed altro tipo invece in cui le corde vengono percosse. Comunque questo strumento, che iniziò ad essere nelle Sale dell’ Aristocrazia in Francia nel XIV secolo, ebbe il suo più grande fulgore nel XVII secolo, in epoca fiamminga.

   Maria Luisa è stata bravissima a saper riprodurre così armoniosamente un suono che non è più usuale nelle composizioni, ma ha un’attualità trascinante (ricordo il prof. Catalucci, ex direttore del Briccialdi, che quando suonava al Clavicembalo faceva volare l’animo sulle Stelle; e Maria Luisa non è stata da meno).

   Il tema è caratteristico, ma bisogna portare l’animo alla musica barocca, quando le tematiche erano diverse. I personaggi erano 4 donne trattate dalla Bibbia, che nel 5 – 600 era un Testo Storico la cui interpretazione molto era coordinata dalle Classi Regnanti, perché trovavano giustificazione alle Operazioni che adesso sono considerate “Peccato”. Ma la Musica va oltre il significato che si vuol traslare per opportunismo.

   Il primo personaggio femminile è Ester; sapete la situazione per cui, donna ebrea, è andata in moglie al Re della Siria, col quale non poteva parlare neanche la moglie se non interpellata; saputo che il Re Marito avrebbe voluto fare una strage degli ebrei, pur essendo impedita dalla Legge pena la decapitazione, rischia ed implora al Marito di salvare  la sua gente. Collegati a quest’avventura, sono stati cantati 3 autori: Alessandro Stradella (Roma 1639 – Genova 1682) “Si, si, ardita e costante”; Georg Friedrich Haendel (Halla 5 – 3 – 1685 – Londra 17 – 4 – 1759) “Tears assist me”, sempre Stradella “Ecco ai tuoi piedi” “Convien Signor che sappi” “S’agli occhi tuoi” “Su dunque a ferire”; viene presa a tema poi la storia di Susanna, che ebbe la sventata idea di fare il bagno in un corso d’acqua appartato; non sapendo d’essere osservata da 2 vecchi, fu colta in flagrante, e fu posta davanti all’alternativa di concedersi, oppure sarebbe stata svergognata e quindi decapitata per oltraggio. Ma fu salvata da intervento provvido ed inaspettato. I brani suonati sono stati composti da Manuel Rodriguez Coelho (Elvas in Portogallo 1555 – Lisbona 1635) “Susanas” eseguita solo da Maria Luisa al clavicembalo; Elisabeth Jacquet de la Guerre (17 – 3 – 1665 e 27 – 6 – 1729 sempre a Parigi) “Susanne”; Bartolomè de Selma y Salaverde (personaggio poco noto – 1580 Spagna – 1640) “”Susanna , in cui Rosita si è scatenata in una passeggiata per viola. Poi Sara ed Agar: è famosa la storia della moglie di Abramo che era disposta a concedere al marito la schiava Agar pur di farle generare un figlio, e poi, quando è rimasta lei incinta del marito, se l’è presa con la schiava: a me sembra un po’ incoerente, ma che volete, altri tempi. Sintetizzo rendendo noto che son stati eseguiti 7 pezzi da “Abramo vincitor de’ propri affetti” composti da Giacomo Antonio Perti (6 – 6 – 1661 e sempre a Bologna 10 – 4 – 1756). Alfine Giuditta, la gentile ed intrepida signora che, per riuscire a far tornare la Libertà al suo Popolo, taglia la testa al re Oloferne, avvenimento che è stato molto rappresentato in pittura ed io ho una riproduzione del Caravaggio. Tale dramma è stato musicato da Antonio Vivaldi (Venezia 4 – 3 – 1678 – Vienna 28 -7 – 1741) Ne timeas non – Vultus tua, ed Alessandro Scarlatti a conclusione (Palermo 2 – 5 – 1660 – Napoli 22 – 10 – 1725), 6 brani da “La Giuditta”.

   Avvenimenti del genere sono sintomatici del Cambio d’Epoca che deve avvenire. Una certa impostazione si è divulgata prorompendo nella Società, ma ha svolto il suo effetto; ed ora possiamo solo constatare la sua fine temporale. Adesso il discorso deve cambiare, dobbiamo riscoprire quel che è il Valore Umano e Personale, in contesti affascinanti che son ricchi di una Storia ed un significato che deve esser colto per andare avanti verso il Futuro.

   Però a Polino ci dovrò tornare: con calma e volendo conoscere di più il paese.

 

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