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GUSTAV KLIMT Experience a Roma nella Sala delle donne a San Giovanni

di Francesco Angellotti (AG.RF 05.06.2018)

(riverflash) – L’importanza del discorso artistico non è limitata a quello estetico, al limite a quello pratico-funzionale. Il messaggio che si apprende da un’Opera d’Arte lancia verso l’Evoluzione, attraverso i criteri che oltrepassando i Confini e le Barriere, viene espresso nel Valore che produce crescita, intellettuale e personale; nello svolgersi della Storia di questa povera Umanità, che non riesce ad afferrare i propri Valori Esistenziali.

   Questa “Bomba”, l’ho voluta inserire come introduzione a quest’Articolo, che avrà come Tema un argomento importante riguardo l’assorbimento dell’Arte rivolto alla Crescita Intellettuale.

   Per esempio, io vorrei sapere quanti sono a conoscenza dell’esistenza della Sala delle Donne avanti l’Ospedale San Giovanni. Tutti? Forse no. E quando è stata istituita? Prima che rispondiate, ve lo dico io: nella seconda metà del secolo XVII, come rinnovamento definitivo dell’antico Ospedale; è un ambiente destinato esclusivamente per le Donne, inferme o gravide, ed è un esempio insuperabile d’architettura barocca romana, “sintesi tra gli insegnamenti del Bernini e Borromini…” Mi sembra che non ci sia di meglio.

   Questo certo lo sapevate, sono io l’ignorante che l’ho scoperto solo l’altro giorno. Però, Voi capirete, sarà un edificio stupendo, ma mi coinvolge poco nella sua funzionalità, povero maschietto come sono.

   Meno male che la mia leggerezza non mi ha fermato dall’osservare un edificio non in evidenza, ma che aveva all’interno un manifesto interessante: KLIMT experience. Che centra l’Artista con l’Ospedale riservato alle Donne?

   Sarò ignorante, e non posso smentirlo, ma sono molto curioso; allora mi sono introdotto ed ho constatato che anziché un Ospedale (che si erige con tutta la sua imponenza a pochi metri e me lo ricordo benissimo perché proprio al San Giovanni ho riacciuffato la vita quasi sparita), era allestito un evento sul tema: Klimt experience. Ve lo sareste aspettato? Ma per noi maschietti non è facile intuire il Genio Femminile.

   Non potevo non inoltrarmi nelle sale espositive ed il fascino dell’ambiente mi ha infatuato; certo, anche perché l’Artista preso come soggetto dell’espressione artistica è determinante per l’impostazione dell’attuale Costume.

   Gustav Klimt è un austriaco nato in Osterraich; infatti vide la luce il 14 luglio 1862 a Baumgarten; influenza importante ebbe dal padre orafo e dalla madre che, donna di cultura, seguiva la Musica Classica. Ha presto cominciato ad accostarsi all’Arte, nonostante le ristrettezze economiche; eppure sentì il bisogno di formulare nuovi contenuti, partendo dagli importanti presupposti. Fondò già in gioventù una scuola d’Arte in cui trovò la ragione per unire varie correnti d’espressione.

   Si unisce alla signora Emilie Floge, che, nonostante le ripetute avventure con infinite donne che trasmettevano qualcosa d’importante nell’interior dell’Artista, non lo ha mai lasciato fino alla morte: avvenuta anche presto.

   Fondando l’associazione Wiener Sezession, con altri compagni artisticamente uniti, fonda anche un manifesto didascalico, di cui sono usciti 96 numeri.

   La sua spinta era rivolta nell’andare avanti nel discorso artistico; non potendo trascurare il bagaglio immenso tramandato nei secoli, cercava la strada che portasse verso la Novità; quindi, oltre il discorso accademico, cercava d’esprimersi attraverso il florilegio, le Arti Plastiche, il Design e l’Architettura, compresa la rinascita di Arti e Mestieri. Ad una corrente così disponibile, hanno aderito Artisti di diverso genere: naturalisti, modernisti, simbolisti… e come emblema del movimento era stato eretto quello di Pallade Atena; significativo.

   Compie un importante viaggio a Ravenna, ove rimane affascinato dai mosaici bizantini e la sua elaborazione lo spinge a riprodurre la grandezza ammirata, in una forma rinnovata: cambiando le figure dal piatto al tonale, rendendo l’opaco un colore brillante. Lanciando, quindi, la corrente dell’Oro di Bisanzio inizia per Klimt il “periodo aureo”.

   Nel suo stile personale, è bellissimo osservare la sua bidimensionalità nello stile, nel linearismo e campiture che presentano figure femminili dall’armonioso erotismo. Ultimo quadro del periodo aureo è “Giuditta”; un favoloso dipinto del 1901 che è stato esposto anche nella sala a specchio presso la Sala delle Donne: un enorme spazio con pavimento e pareti specchiate ad oro, in cui la musica e le immagini erano dominate da Giuditta: ma come faccio a descrivere?

   Eppure arrivati all’Apice, arriva la Crisi.

   Klimt viene colto da problemi esistenziali, che si rivolgono anche all’espressione artistica; e per anni non compone più niente.

   Sorgono problemi su come riprodurre le immagini, visto che le soluzioni raggiunte bisognava oltrepassarle; si sentiva interpellato dai nuovi stili, e trova uno sfogo traendo spunto dall’espressionismo, che certamente elabora a suo modo. Ma per i Paesaggi molto assorbe dall’Impressionismo, e riproduce le campagne e le lontane vedute con uno stile, sempre personale, ma apprendendo dall’iniziatore Van Gogh da Renoir, Monet e tutta la corrente.

   Viaggiando molto, era andato fino in Romania, ma il viaggio gli fu fatale; perché, colto da un insulto apoplettico, ha terminato la sua attività terrena il 6 febbraio 1918.

   Eppure nella Sala delle Donne era ancora vivo, perché l’esposizione è stata concepita in una maniera Geniale, seguendo le indicazioni di Klimt che componeva cercando la Novità, partendo dai presupposti scanditi.

   Varie le sale d’esposizione, in modo da formulare un discorso che portasse ad entrare nella Realtà che Klimt voleva trasmettere. Importantissime non solo le didascalie dei quadri, che spiegavano il momento che ha prodotto la composizione; ma erano presenti pannelli in cui (brevemente e succinti) era raccontata la vita del compositore, che ha comportato l’Evoluzione nell’Espressione. I pannelli non erano fissi, ma continuamente mutava il contenuto; vorremmo riportarne uno con le parole che ha lanciato Klimt, e questo non mutava sequenza: “Chi vuole sapere più di me osservi attentamente i miei dipinti per rintracciarvi chi sono e cosa voglio”: direi che basta.

   Tutto seguendo un percorso cronologico: l’età giovanile, il periodo Aureo, le immagini femminili, i Paesaggi… “fregio di Beethoven”; si, perché Klimt assorbì molto dalla madre il gusto musicale, e volle innalzare il mito universale che s’è espresso nell’insuperabile Ludwig; ed infatti, non a caso, tutte le stanze della mostra erano presentate con un sottofondo musicale in cui si ascoltava la IX sinfonia di Beethoven. Chiedo scusa se vi sembrerà una mancanza di umiltà, ma mi son sentito emozionato perché io, 2 anni fa, nella rappresentazione teatrale della mia Commedia, ho ideato come costante sottofondo di tutta l’Opera la stessa musica che è stata ritenuta adeguata per un’esposizione di Klimt; certo, dell’Autore era presente un quadro dedicato al Musicista, ma anch’io ho inteso che il pubblico traesse un parallelo tra l’armonia del sottofondo e il trascorrere degli eventi: con esplosione finale dell’Inno alla Gioia.

   Scusate queste digressioni, riconoscendo che tutto ciò non andava oltre il discorso commerciale, che la Società ci impone. Infatti nell’ultima sala erano esposti prodotti in cui erano impressi i quadri di Klimt, in vendita a chi voleva presentarsi con un tocco d’Arte: Borse, tavolette, anelli e preziosi di diverso genere, sopravesti da donna lunghe fin le caviglie, magliette e… addirittura scarpe. Non so il prezzo perché non mi sono accostato, ma fatevi un’idea.

   Ma questo è il senso di cui credo Klimt sia stato felice; oltrepassiamo lo stampo delle Mostre, in cui si vedono tanti quadri e bisognerebbe, poi, andare a documentarsi sulla spinta che ha voluto creare la composizione (quanti lo fanno?). La mostra è veramente un nuovo discorso dell’Arte che si presenta al pubblico, e vuole entrare a far parte del contesto in cui viene osservata. Quindi, oltre ad un ordine cronologico, viene spiegato tutto il motivo attraverso il quale si è arrivati alle scelte che sono state espresse; ed il tutto in un’atmosfera, di luci, colori e musica, che introduce nello spirito dell’Esposizione.

   Bisogna andare avanti anche nel presentare l’Arte; che non è un Mito che ci sovrasta, ma dobbiamo sentire e quindi partecipare.

   Quest’Idea Geniale poteva venire solo alle Donne; ma noi maschietti dobbiamo apprendere e portarla avanti. Siamo sempre stati condotti dal sesso femminile, e da loro dobbiamo imparare.

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