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Gare internazionali a rischio per il 2020, e piscine UK ancora in piena crisi: la nazionale giovanile perde Ponds Forge!

Continua la nostra inchiesta di monitoraggio nei confronti delle piscine di quei paesi, e in particolare la Gran Bretagna, che non hanno ancora ripreso le attività sportive dei tuffi a causa dell’emergenza sanitaria da COVID-19; TuffiBlog ha già pubblicato due articoli a riguardo il 9 luglio e il 27 luglio scorsi.

Anche nel resto del mondo la cosiddetta “seconda ondata” di contagi che sta colpendo molti paesi, come Stati Uniti, alcuni stati europei, il Sud America e il Giappone starebbe mettendo a rischio il calendario sportivo acquatico: con la cancellazione del FINA Grand Prix australiano di Gold Coast sta trovando conferma la voce, filtrata da ambienti FINA, secondo la quale saranno cancellate tutte le gare internazionali del 2020.

D’altronde restano solo tre gare ancora ufficialmente in calendario per l’autunno: il Grand Prix di Bolzano (spostato da maggio a fine novembre), i Campionati Mondiali giovanili in Ucraina (inizio dicembre, e con Stati Uniti e altri paesi che non vi avrebbero comunque preso parte) e le World Series a Kazan’, spostate genericamente “tra settembre e ottobre” ma tuttora prive di una data ufficiale e pertanto tutt’altro che probabili.

La stagione internazionale di tuffi prenderebbe dunque il via direttamente nel 2021, con i primi due FINA Diving Grand Prix annunciati: a Madrid dal 22 al 24 gennaio 2021, e a Rostock dal 28 al 31 gennaio 2021, due ottime occasioni prima delle qualificazioni olimpiche a Tokyo nel mese successivo… Coronavirus permettendo.  Tra il 30 aprile e il 2 maggio 2021 si terrebbe invece il Grand Prix canadese di Windsor.

Tornando alla Gran Bretagna, le prospettive sono tutt’altro che rosee: nelle ultime due settimane, oltre ad Aberdeen, anche Dive London (il centro di preparazione olimpica) ha riaperto da due settimane per riaccogliere gli atleti del programma olimpico: i big sono quindi tornati ad allenarsi. Tuttavia tre quarti delle piscine della nazione non hanno riaperto, spesso senza alcuna prospettiva o data, e due impianti di alto livello (Crystal Palace e Plymouth) riapriranno solo a 2021 inoltrato.

Gravissima inoltre la chiusura a tempo indeterminato di Ponds Forge, a Sheffield, che è il centro di preparazione ufficiale e l’impianto di riferimento per la nazionale giovanile di tuffi e per i progetti giovanili: oltre 360 tuffatori, tra l’élite di tuffi delle varie categorie juniores e gli atleti del locale club, si ritrovano senza possibilità di allenamenti.

Ponds Forge ospita ben sette squadre di sport acquatici, ma i gestori hanno annunciato che la riapertura dei centri ricreativi permessa dal governo inglese a partire dal 25 agosto non riguarderà piscine e palestra del centro, ma soltanto le attività secondarie del centro. Questa chiusura assesta un duro colpo ai programmi di tuffi del prossimo futuro e rischia di danneggiare, forse permanentemente, una delle nazionali indubbiamente più forti del nostro sport, che nel corso dell’ultimo decennio è riuscita a lanciare campioni di livello assoluto (Laugher, Mears, Daley, Toulson) e ad arrivare anche alle medaglie olimpiche.

Negli Stati Uniti continua la crisi per gli impianti di due terzi degli stati, chiusi o con capienza ridotta a un quarto o metà a seconda delle possibilità, e con diverse università che rinunceranno alla stagione autunnale per quanto riguarda gli sport acquatici, come le università del Maryland e della Virginia: gli USA sono di gran lunga il paese più colpito dalla pandemia e la situazione non permette in molti stati una ripresa delle attività, neppure a tempo parziale. Il Canada ha invece riaperto da qualche settimana il centro di preparazione olimpica di Montréal, nonostante il Quebec sia lo stato più colpito della nazione, con quasi metà dei contagi totali.

Qualche notizia anche dalla Russia, dove le piscine sono ancora chiuse, ma gli atleti di élite di tuffi e nuoto sincronizzato vivono e si allenano isolati presso il centro di preparazione olimpica “Ozero Krugloe” di Mosca. Dovrebbe essere possibile, ma solo da settembre, aprire anche un secondo centro di preparazione (probabilmente Elektrostal’), così da riaprire anche alle squadre giovanili.

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