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G7: COLDIRETTI, CON SANZIONI DIMEZZATO CIBO MADE IN ITALY IN RUSSIA

ingedienti pasta e pomodoro

AG.RF.(MP).09.06.2015

 “riverflash” – Le esportazioni di prodotti agroalimentari in Russia sono piu’ che dimezzate (-53,8 per cento) nel primo bimestre del 2015 dopo l’embargo deciso dalla Russia ad alcuni prodotti alimentari provenienti dall’Europa che nel 2014 aveva già comportato un calo delle spedizioni di circa 100 milioni di euro. Ciò è quanto emerge da una analisi della Coldiretti relativa agli effetti, diretti delle misure restrittive introdotte dalla Federazione Russa a partire dal 6 agosto, in riferimento alle conclusione del G7 e del prossimo Consiglio Ue del 25 giungo con all’ordine del giorno le sanzioni nei confronti della Russia. “Negli ultimi cinque mesi del 2014 interessati dall’embargo – sottolinea la Coldiretti – si è verificata una perdita in valore nelle esportazioni in Russia di 24,4 milioni per la frutta fresca, di 19,1 milioni per prodotti lattiero caseari ed i formaggi, di 17,1 milioni per carne ed ai suoi derivati. L’impossibilità di esportare sul mercato russo ha peraltro provocato per molti prodotti alimentari una situazione di eccesso di offerta sul mercato europeo con ricadute negative sui prezzi riconosciuti agli agricoltori. Il danno maggiore che rischia di durare negli anni è determinato pero’ dal fatto che lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall’Italia ha provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dai salumi ai formaggi con la produzioni casearia russa di formaggio che nei primi quattro mesi del 2015 ha registrato infatti un sorprendente aumento del 30 per cento e riguarda anche imitazioni di mozzarella, robiola o parmesan. Ma i falsi arrivano anche da molti Paesi che non sono stati colpiti dall’embargo come la Svizzera, la Bielorussia, l’Argentina o il Brasile. Ai danni dovuti al blocco di alcuni prodotti i si aggiungono però anche quelli relativi ad altri prodotti non colpiti dall’embargo, anche fuori dal settore alimentare che hanno risentito comunque delle tensioni politiche con un calo degli scambi commerciali”.

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