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FOLLIA, L’ALTRA VERITÀ: in una sera Schumann e Alda Merini per la congiuntura della Musica con la Recitazione

maddalena crippadi Francesco Angellotti (AG.RF 21.02.2017)

(riverflash) – Appuntamento straordinariamente importante quello che domenica 19 febbraio si è tenuto presso il Teatro Secci a Terni; non per un solo motivo, ma si è realizzata una simbiosi di eventi che servono a dare impulso per il Cambiamento della Corrente Culturale, che chiama attenzione per adeguarci all’attuale Evoluzione Epocale.

   Già lunedì si è tenuta una riunione per andare avanti nell’intento di realizzare la riapertura del Teatro Verdi: grande, bello, dall’ottima acustica, capiente, da tanti anni non più agibile. Ma per una città come Terni, in cui la spinta culturale straripa per cercare spazio, è importante avere un Centro d’espansione così importante.

   Intanto al Teatro Secci, come preambolo del concerto serale, il Presidente della Filarmonica Angelo Papicelli ha tenuto una breve introduzione in cui, tra l’altro, ha sottolineato l’inizio della collaborazione della sua Organizzazione con l’Associazione Gutenberg; questa, infatti, è la radice dell’approfondimento che i diversi generi devono trovare, per riuscire a rendere progressista il Bagaglio Culturale, che la Società chiede venga divulgato alla Massa, che s’appassiona perchè ricettiva; ma è molto facile da deviare, per ottenere il suo inquadramento.

   Volti al conseguimento di questo concetto, il concerto proponeva una tematica che si sta affermando nella Rivoluzione Concettuale, ma trova tanti pregiudizi e tendenze oscurantiste che rimangono legate al convenzionalismo retrogrado.

   La presentazione è iniziata con il DUO RUNYA, che con viola e pianoforte hanno fatto ascoltare 4 brani composti da Robert Schumann. Emblematico che sia stato scelto questo compositore, nato a Zwickau nel 1810 che ha avuto una vita tempestosa e travagliata fino al 1856,  cessando di condurla a Bonn. I 46 anni di Schumann sono stati, brevi quanto volete, ma particolarmente intensi; l’Autore ha sempre avuto un forte spirito che lo portava a recepire stimoli che poteva afferrare solo con l’immaginazione; ma li riproponeva con la sua interpretazione musicale, in cui non aveva timore nell’esprimere le sofisticazioni che gli ponevano dubbi, perchè varcavano i limiti del Conoscibile. Componendo con questo stile, ha portato “oltre” la sua personalità, che non trovando più contesto in cui inserirsi, ha presentato come evoluzione lineare il Suicidio. Eppure non è andato a successo il tentativo; e meno male, perchè la ricerca intellettuale si è dilagata in sensazioni raffinatissime, cercando una dimensione che era sempre “oltre”. Tanto che gli ultimi anni li ha conclusi in una Casa di Cura, volgarmente chiamata “Manicomio”. Ma poco prima di entrarvi la sua sensibilità, come detto, oltre ogni limite, l’ha ispirato nel comporre Marchenbilder (a con dieresi) opera 113. Guarda un po’, con un’impostazione esattamente all’incontrario. Di solito si parte brillanti, per allargarsi in toni lenti, e finire con entusiasmo. Invece Schumann inizia con il movimento Nicht schnell, che come dice il nome non è uno svelto, ma, diciamo, abbiamo ascoltato un “andante con moto”; prosegue con Lebhaft e Rasch, che sono stati due tempi tra il focoso ed il movimentato, con rifiniture in cui il ripensamento non permetteva di radicarsi su un motivo, che se ritornava era subito superato; conclusione con il 4° movimento Langsam, mit melancholischem Ausdruck; lento, appunto, perchè praticamente è una dolcissima ninna nanna che addormenta il piccolo in culla, e termina pianissimo, smorzando il suono delicatamente: se i bambini si addormentano, chi è più grande si commuove per la delicatezza dell’immagine poetica elevata.

   Capirete, però, che un autore così elaborato, non è facile da interpretare sugli strumenti; eppure le due sorelle Bonatesta, Diana e Arianna, oltre ad avere indubbiamente una testa eccellente, in tutte le funzioni di ricezione, apprendimento, concentrazione e simpatia, hanno di buono anche il concetto musicale, che ha permesso di far ascoltare tutti e 4 i tempi con un trasporto, veramente più che trascinante. Per quanto giovani (sezione “Young”), la loro intesa familiare l’interpretano in modo stupendo, nello Spirito e nella Poesia.

   Breve (brevissima) pausa, per continuare e sviluppare il discorso lanciato in premessa: FOLLIA, L’ALTRA VERITA’. Un punto essenziale, è stato quello della congiuntura della Musica con la Recitazione. Mario Ancillotti (direttore artistico dell’Associazione Musicale NUOVO CONTRAPPUNTO) al flauto, Claude Hauri al violoncello ed Antonino Yek Nur Siringo al pianoforte, interpretavano le note; mentre una articolata Maddalena Crippa era la parte recitativa. Non c’era alternanza, perchè le Note e la Recitazione svolgevano un discorso continuo:  tutto era Musica. Certo, per raggiungere questo risultato la parte recitata dev’essere presentata da un attore del livello di Maddalena. Ma proprio in questo la Crippa ha esaltato l’Interpretazione, che seguiva le ondulazioni dei tempi musicali, a secondo della passione e dello stato emotivo da cui si sentiva infusa.filarmonica programma

   I tre musicisti, raggiungendo uno stato d’assieme perfetto sia tra loro ma anche con Maddalena, hanno suonato musiche di autori più noti (Franz Schubert, Niccolò Castiglioni…) ed altri meno (Marin Marais, Andrea Portera…), ma il discorso musicale era ad una voce con quello recitato.

   Maddalena Crippa leggeva di Alda Merini, le  esperienze: da quando è stata portata in Manicomio, a tutte le avventure trascorse e le influenze sulla sua psiche; così i musicisti si sbizzarrivano nell’esecuzione di pezzi in cui l’interpretazione esigeva stranezze sempre più ricercate sugli strumenti, eppure raggiungendo un livello eccezionale nell’effetto; perchè sono stati coinvolti i sentimenti, dal passionale all’allucinato, intesi per trasmetterli con ricercatezze straordinarie.

   Tutto portando avanti il discorso che si svolge sempre per Retorica, ma a cui non si cerca di dare una dimensione realista: siamo Tutti Pazzi, o altrimenti Nessuno è Pazzo. Questo perchè? Non è che le persone con scarso quoziente intellettivo vengono considerate “Pazze”; son solo persone che poco producono e si trovano facilmente incasellate nell’Organismo Sociale. I così detti Pazzi sono quelli che hanno delle capacità ed una sensibilità ad estremo livello, in modo scoordinato. Cioè, sentono più e anche meglio, ma non riescono ad esternare con ordine gli impulsi, che arrivano ad esprimere disperazione, aggressività, super attività, tutto al massimo ma senza equilibrio. Per questo si cerca di placare le reazioni, e allora li si lega, s’impallano di sedativi, si maltrattano per avvilirli. Anche se l’Umanità degli squilibrati tuona, per riuscire ad esprimersi; ma purtroppo sbatte contro  un muro, perchè certe espressioni non vengono capite se non comprese dall’Inquadramento Sociale. Mentre, come ha detto Maddalena, il cuore d’un Matto è profondo e cerca espressione d’Amore.

filarmonica umbra   E’ importante accogliere quelli che sono traguardi intellettuali ed umani conseguiti, frutto del Progresso e dell’Arricchimento Individuale; perchè stiamo percorrendo un periodo di “trapasso” di un’Epoca ad un’altra; è pericoloso rimanere ancorati ai vecchi schemi, come molti spunti politici in tutto il Mondo cercano di realizzare; perchè l’Involuzione è sempre, per forza, perdente; quindi dovremmo cercare di trovare i Valori che ci aspettano, per poter continuare lo Svolgimento Sociale; e stiamo ben attenti, perché se perdiamo il treno della Storia, la Vita, come ha trovato espressione nel Mondo, tra poco sparirà!

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