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FINO AL 30 DICEMBRE I QUADRI DI ENNIO SCORSONI IN MOSTRA A TERNI

di Francesco Angellotti (AG.RF 26.12.2018)

(riverflash) – Tornando dal Comune, ho notato per strada un manifesto che indicava la “Mostra Personale di Pittura” dal 15 al 30 dicembre del maestro Ennio Scorsoni, presso la Sala di Corso Vecchio 191 a Terni, e non potevo perdermela. Avevo letto del Maestro il libro di Poesie “nel Buio la Luce” e mi aveva talmente infatuato nell’animo e nello spirito, che una sua mostra, dei suoi composti su tela, non avrei mai voluto perdermela.

   Anche perchè l’Autore mi aveva già parlato delle sue composizioni, pittoriche e letterarie, e mi ha oltremodo ispirato, oltre che incuriosito, la sua versione che riusciva ad afferrare l’Ispirazione dall’Emotività, da cui era infuso in momenti in cui la sua Personalità si astraeva dal Presente per immergersi nell’Astratto.

   Certo, ogni Artista compone sotto l’influsso d’Ispirazione, ma il maestro Scorsoni si presentava in una dimensione “Oltre”; e le sue poesie lette hanno destato una sensazione che veramente arrivava nell’Etereo: la sua Mostra non poteva passare trascurata, per capire quel che cova nella personalità dentro di Noi.

   Corso Vecchio 191 facilmente è stata raggiunta, tanto tornando a casa potevo tranquillamente prendere quella Via, come tante volte è accaduto. Sono arrivato che degli ammiratori stavano concludendo la loro visita e erano in procinto di salutare il Maestro, che subito dopo mi ha accolto entro l’esposizione.

   Rapito dalla bellezza di tante composizioni, sono rimasto affascinato da una serie di immagini che non avevano “figura”, ma era un insieme di chiaro-scuro, eseguito con varie tonalità del nero su tela bianca; ho chiesto al Maestro: “ma che vuol dire?” Eppure la risposta dovevo aspettarmela: ” Sei tu che mi devi esprimere il loro significato”. Infatti Ennio Scorsoni sapevo che non dipingeva i soggetti che mentalmente conformava nel concetto, riportandoli su tela; bensì scaricava col pennello quel che l’Animo gli induceva a comporre: qualsiasi genere; figurato, sfumato, velato, intuitivo, astratto, tela bianca che accoglie in nero… tutto quel che l’ispirazione lo spinge a realizzare. Bisogna capire che il suo Animo è  soggetto a tante variazioni emotive; quindi le “Ispirazioni” affrontano periodi diversi. Ma messo alla prova dal Maestro che mi ha chiesto il significato delle sue ultime composizioni, mi sono concentrato ed ho esposto quel che era il loro effetto nella mia Anima.

   Non erano figure e non veniva riportata un’immagine; il discorso si concentrava sui chiari – scuri, sull’intensità e sulle velature, sui tratti bianchi che venivano ammantati dal Nero in vari gradi, con diverse sfumature. Mi sembrava un discorso che io volevo rendere chiaro: ma non al raziocinio ma allo Spirito.

   Il chiaro significato induceva a rendersi conto che non esiste una linea geometrica che suddivide le sensazioni e le scelte; tutto è affidato ad una sequenza d’intensità di chiari che vengono intersecati dallo scuro, manifestando una netta diversità, ma che non si contrasta perchè risplendono in un composto: lineare ed omogeneo.

   Ma avreste dovuto vedere tutti gli altri quadri, eseguiti con olio ed acrilico su tela. L’importanza del colore, le sfumature che erano più indicative delle immagini scandite, gli accostamenti significativi perchè indici di un’atmosfera che poteva essere identificata solo nell’Astrazione. Dei composti incredibilmente Emotivi, ma senz’eltro presenti nell’ animo e nello spirito. Uno tra questi mi ha colpito, e guardacaso è stato premiato ad un concorso avvenuto recentemente ad Assisi.

   Un crocifisso in un ambiente irreale, senza presenze attorno. Visto che ero rimasto affascinato, quasi volesse indurmi al giudizio, Ennio Scorsoni mi ha chiesto: che te ne pare? Alla domanda, Voi capirete, non potevo che impegnarmi nell’esprimere la sensazione ricevuta.

   Il Cristo sulla croce è ben definito, ma le sue forme rappresentano una variabilità nell’intensità della Vita, attraverso il simbolo che la morte di Cristo rappresenta: una espressione della realizzazione personale: al di là delle Fedi religiose. Eppure mi è sembrato importante che il Cristo che muore per cercare la resurrezione, sia stato inserito in un ambiente irreale. Non c’è nessuno attorno, simbolo che ogni evoluzione è puramente personale; infatti le case di sfondo, che si intravedono sfumate, non attestano nessuna presenza, perchè l’Essenza non va oltre del Personale. Eppure il Cielo uniforme e sfumato testimonia una assenza necessaria di compartecipazioni all’evoluzione dell’intimo; come le abitazioni che s’intuiscono, sono un’immagine irreale per asserire che la sorte dell’individuo esige uno svolgimento singolo, perchè nella moltitudine accolta dalle case, non possono essere presenti spettatori: che infatti non ci sono. Ma il particolare del Cristo è significativo; è l’unica figura netta in un ambiente appannato; ma non è una fotografia, ma rivela un contorcimento intellettuale e spirituale, necessario per elaborare quel che risiede nell’intimo di una persona. E mi permetto di dire che quel che sfocia nella realizzazione d’ogni individuo, è frutto dell’indirizzo che si è scelto di seguire. Implicito, quindi, che ognuno sceglie il Bene ed il Male; pur senza trascurare l’Inserimento in contesti che possono essere trascinanti.

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